Non si può desiderare di aver in giardino un bell’albero fiorito che porti tanti frutti, che resista a tutte le intemperie e anche alle avversità della natura se non si ha lavorato per ottenerlo, ogni giorno accudendolo, innaffiandolo, rafforzandolo nei suoi punti deboli per poi un giorno vederlo fiorire anche sotto il grigio di una giornata uggiosa.
La nostra felicità è da trattare alla stregua di una pianta, che giorno per giorno ha bisogno di essere coltivata se si vuole vedere crescere e rafforzarsi.
Il seme, lo abbiamo tutti piantato in noi, e le esperienze infantili e giovanili fanno si che trovi terreno fertile per crescere; ma poi sono le esperienze che decidono se la tua felicità debba essere un semplice arbusto che col sole fiorisce e con la prima nuvola annichilisce su se stesso.
Più che le esperienze sono il valore che noi diamo a loro, l’insegnamento che ne traiamo, la lezione che ci lascia in bocca quel senso amaro al contempo dolce di errore e soddisfazione per aver provato una nuova sfida.
Le parole di cui ci nutriamo ogni giorno sono la linfa della nostra pianta
“io posso”, “io ce la faccio” mentre l’acqua sono le parole che ti arrivano dagli amici “ti voglio bene” “sei grande”.
Il terreno è la famiglia dove si devono radicare le nostre origini, dove trovare gli elementi essenziali per la nostra esistenza, dove poter sempre trovare un abbraccio anche quando il mondo sembra accanirsi contro di te.
Il sole e l’aria, sono quelli della natura, quelli che ciclicamente accarezzano le nostre guance, riempiono i nostri polmoni e danno energia alle nostre azioni. Abbiamo tutto quello che ci serve per rendere la nostra vita straordinaria, mettiamoci cuore!!
Costantino (per gli amici Kosta),
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