giovedì 30 luglio 2009

La felicità ...come coltivare una pianta!!!

Non si può desiderare di aver in giardino un bell’albero fiorito che porti tanti frutti, che resista a tutte le intemperie e anche alle avversità della natura se non si ha lavorato per ottenerlo, ogni giorno accudendolo, innaffiandolo, rafforzandolo nei suoi punti deboli per poi un giorno vederlo fiorire anche sotto il grigio di una giornata uggiosa.

La nostra felicità è da trattare alla stregua di una pianta, che giorno per giorno ha bisogno di essere coltivata se si vuole vedere crescere e rafforzarsi.

Il seme, lo abbiamo tutti piantato in noi, e le esperienze infantili e giovanili fanno si che trovi terreno fertile per crescere; ma poi sono le esperienze che decidono se la tua felicità debba essere un semplice arbusto che col sole fiorisce e con la prima nuvola annichilisce su se stesso.

Più che le esperienze sono il valore che noi diamo a loro, l’insegnamento che ne traiamo, la lezione che ci lascia in bocca quel senso amaro al contempo dolce di errore e soddisfazione per aver provato una nuova sfida.

Le parole di cui ci nutriamo ogni giorno sono la linfa della nostra pianta

“io posso”, “io ce la faccio” mentre l’acqua sono le parole che ti arrivano dagli amici “ti voglio bene” “sei grande”.

Il terreno è la famiglia dove si devono radicare le nostre origini, dove trovare gli elementi essenziali per la nostra esistenza, dove poter sempre trovare un abbraccio anche quando il mondo sembra accanirsi contro di te.

Il sole e l’aria, sono quelli della natura, quelli che ciclicamente accarezzano le nostre guance, riempiono i nostri polmoni e danno energia alle nostre azioni. Abbiamo tutto quello che ci serve per rendere la nostra vita straordinaria, mettiamoci cuore!!

Costantino (per gli amici Kosta),

IL CERCHIO, COMUNITA' NAZIONALE DI CLOWN DOTTORI & SOCIALI

Il 25 e 26 Luglio a Flumeri, come ho già accennato e proposto in un post precedente, abbiamo discusso tra l’altro anche della proposta di trasformare il Comitato RNCD in associazione per coordinare le varie attività.
In quest'anno di attività del Comitato ci siamo sperimentati e siamo riusciti nel nostro piccolo a realizzare oltre al raduno di giugno 2009 anche diverse ed importantissime iniziative, come due missioni: AMBULATORIO DI COCCOLE in Abruzzo.

L'ipotesi che si sta valutando è quella di fondare a Gennaio del 2010 un’associazione che dovrà avere solo una funzione di coordinamento e di rete tra le diverse associazioni locali di Clown Dottori e Sociali che manterrebbero la loro identità statutaria.

Insomma, una rete di LillipuZziaMO,...clown che puzzano perché poveri, piccoli, ma belli e con tanta passione di fare le cose.
Il nome di questa associazione proprio per lo spirito che la dovrà contraddistinguere si è pensato che sia quello di: “IL CERCHIO, COMUNITA' NAZIONALE DEI CLOWN DOTTORI E SOCIALI” .

Ho indicato la forma del "cerchio" perché a differenza di altre forme non è piramidale, come ad esempio lo può essere una “federazione”, e proprio per non rischiare di essere verticistica ed accentratrice ed invece nel cerchio ritrovare il rispetto delle diversità e la libertà che deve essere in ogni caso garantita a tutti.

Un associazione nella sostanza che sia si rappresentativa a livello nazionale ma con un cuore che guarda al piccolo, per continuare a promuovere missioni congiunte come quella degli: AMBULATORI DI COCCOLE.

La stessa forma è alla base della stessa esperienza che abbiamo costruito in questi anni con gli appuntamenti fuori rotta e che molte persone hanno potuto apprezzare per la loro modalità.

Una modalità non certo nuova dello stare insieme ma allo stesso tempo avanzata e che ci può consentire di costruire quelle comunità di transizioni, solidali, tra uomini interi: Clown.

La stessa comunicazione all’interno del cerchio è non violenta e si pone l’obiettivo di “riabituarci da ascoltare l'altro”. Oggi comunichiamo molto con diverse tecnologie ma pochi ascoltano riscoprendo ed utilizzando una delle più splendide tecnologie, quella interiore.

L’esperienza che abbiamo portato avanti con "LA BIBLIOTECA dell'ANIMA" ci conforta anche se il percorso è irto d’ostacoli.
Il cerchio di per se già nella sua forma ci consente di sederci tra diversi ma eguali e quindi tra pari. Nel cerchio nessuno è maestro ed il sapere non viene mai utilizzato sottoforma di potere.

In ragione di questi principi cardini gli scopi di questa nuova associazione potrebbero essere sintetizzati così:

  • Costruire una rete delle piccole associazioni locali che a livello di volontariato auto-formando i propri associati condividono solo uno standard minimo generale lasciando ad ognuno anche la libertà di sperimentare nuove materie e nuovi saperi da poi mettere in rete con le altre associazioni nei momenti di incontro;

  • rappresentarci a livello nazionale nel contesto dell’arcipelago clown dottori e sociali;

  • promuovere, organizzare e coordinare eventi, manifestazioni, raduni, missioni umanitarie in Italia ed all’estero e quanto altro utile, necessario e condiviso, per la costruzione di una rete nazionale di clown dottori e sociali;

  • garantire a tutti gli associati uno standard minimo di auto formazione e scambi esperenziali realizzando al proprio interno una “Banca Etica del Tempo e del Dono dei Saperi” con la messa “in vendita” di “AZIONI GENTILI”;

  • garantire l’identità di ogni singola associazioni con le stesse finalità e scopi che potranno aderire per sviluppare e concorrere anche all’azione di riconoscimento della figura e degli stessi percorsi formativi. Nel rispetto dell’autonomia delle singole associazioni aderenti e nei confronti delle parti istituzionali locali e nazionali. Usufruendo delle leggi in materia;

  • nella sostanza non un modello verticistico ma semplicemente di rete “circolare” nella sostanza una "comunità di pari" che sviluppi al suo interno la piena capacità ci ascolto e comunicazione;

  • sono soci dell’associazione “IL CERCHIO COMUNITA' NAZIONALE CLOWN DOTTORI & SOCIALI” i soci fondatori, le singole associazioni aderenti per il tramite del presidente o suo delegato/i.

Signori Clown e Signore Clownesse il battito è aperto.

P.S. un pò come dire che il nostro motto potrebbe essere: Stiamo insieme nel cerchio del dono e dei saperi per realizzare la fiaba della nostra vita di clown e così praticare il sogno" . Nanos


mercoledì 29 luglio 2009

IL VIAGGIO POETICO DI UN ATOMO DI CARBONIO

Il carbonio è il mattone fondamentale della vita, e qui di seguito si descrive una parte del suo viaggio senza fine, adattata da una racconto di Primo Levi “La storia di un atomo di carbonio” (dal libro “Il sistema periodico”).

Se hai mai pensato che tu esista disconnesso dal Pianeta, questo racconto dovrebbe riportarti ad una visione più reale, poiché il tuo corpo contiene circa 700,000,000,000,000,000,000,000,000 atomi di carbonio che rappresentano il 10% del tuo peso, ognuno dei quali ha già danzato innumerevoli volte non diverse da quella che stai per leggere...

“il nostro atomo di carbonio ha atteso per centinaia di milioni di anni, legato a tre atomi di ossigeno ed uno di calcio, sotto forma di roccia calcarea non troppo lontano dalla superficie terrestre. Ad un certo punto il colpo di un piccone lo scopre e lo spedisce al suo destino verso la fornace per la calce, portandolo nel mondo delle cose che cambiano. Viene bruciato ed ancora aggrappato ai suoi compagni di viaggio, gli atomi di ossigeno, viene emesso dalla ciminiera e prende la via dell'aria. La sua esistenza, una volta immobile, ora è divenuta tumultuosa. Viene catturato dal vento, portato giù verso la terra e poi innalzato dieci chilometri in alto.

Respirato da un falco e disceso nei suoi ripidi polmoni, non è stato assorbito nel suo ricco sangue ricco ed è stato espulso. Si è sciolto per tre volte nell'acqua del mare, una nell'acqua della cascata di un torrente e di nuovo espulso. Ha viaggiato sospinto dal vento per otto anni: ora in alto, ora in basso, sul mare e tra le nuvole, sulle foreste, i deserti, le distese senza limite dei ghiacci; poi una volta catturato, ha dato inizio alla sua avventura nel mondo organico. L'atomo del quale stiamo parlando è stato portato dal vento lungo un filare di viti. Ha avuto il fortunato destino di sfiorare una foglia, di penetrare al suo interno e di essere qui fissato da un raggio di sole.

Ora il nostro atomo è parte di una molecola di glucosio. Viaggia dalla foglia al ramo e da qui scende verso i grappoli quasi maturi. Ciò che accade in seguito è la scienza degli enologi. E' il destino del vino di esser bevuto e chi lo beve conserva la molecola nel fegato per una settimana, ben nascosta e tranquilla, come riserva di energia per una fatica improvvisa; una fatica che viene affrontata la domenica successiva, per inseguire un cavallo in fuga. L'atomo viene preso dal flusso sanguigno dritto verso una minuscola fibra muscolare della coscia... e più tardi, come anidride carbonica, viene espirato di nuovo nell'aria.

Una volta ancora il vento, che questa volta soffia lontano, si spinge oltre gli Appennini, l'Adriatico, la Grecia, l'Egeo, Cipro, fin sino in Libano. E la danza si rinnova. L'atomo ora penetra e rimane intrappolato all'interno di un venerabile tronco di cedro, uno degli ultimi. Potrebbe rimanervi per cinque secoli, ma permettetici di immaginare che vent'anni dopo un tarlo lo abbia mangiato. Il tarlo ha poi generato una larva che in primavera si è trasformato in una farfalla che si asciuga ora sotto il sole, confusa ed abbagliata dallo splendore del giorno. Il nostro atomo è in uno delle migliaia di occhi dell'insetto che quando morirà, cadrà a terra, sotterrato nel sottobosco. Qui sono all'opera gli omnipresenti, instancabili ed invisibili microrganismi dell'humus. La farfalla viene lentamente decomposta e l'atomo ancora una volta prende il volo.

Torna all'aria... ed ecco si ferma sulla superficie dell'oceano per poi affondare lentamente. Un coccolitoforo che si trova a passare di lì se ne appropria per costruire il suo guscio di carbonato di calcio incredibilmente delicato. Ben presto anche esso muore e scivola sul fondo dell'oceano, dove si unisce ai milioni di miliardi dei suoi simili ognuno con i propri atomi di carbonio.

Nel corso delle ere geologiche, il movimento tettonico delle zolle porta questo sedimento, trasformatosi in roccia calcarea, alla superficie terrestre, esponendo questo atomo alla complessa danza della vita”
Ora guardati la mano, una cicatrice od un'unghia. Considerala non tanto come una mano, ma come il luogo ove si son fermati per un pò innumerevoli atomi di carbonio. Un luogo ove stanno avendo una tregua assai breve prima di continuare in quell'immenso viaggio che comprende le profondità dell'oceano, i cieli più alti, i dinosauri prima di te e le forme di vita che non abbiamo mai immaginato che verranno dopo di noi.

Ti senti connesso adesso?

lunedì 27 luglio 2009

Elisir d'amore.....dialogo tra un Clown,un immortale e Dio

E se un giorno Dio, in piena crisi esistenziale, si travestisse da pittore del Rinascimento o da chitarrista rock, da trapezista o da cortigiana, per cercare di comprendere gli uomini, quelle sue creature ribelli che ormai gli sembra di non capire più?




Così infatti si presenta il Creatore davanti al «suo primo consigliere» Teliqalipukt, una vecchia conoscenza dei lettori di Roberto Vecchioni.


E proprio all'angelo mandato sulla terra per seguire gli uomini, già narratore dei Viaggi del tempo immobile, Dio chiede di spiegarglieli, gli uomini, lui che li ha conosciuti da vicino.


Inizia così una sorta di «terapia» in cui Teliqalipukt si fa cantastorie per Dio. Da Catullo a JFK, passando per Shakespeare e Federico II, i protagonisti di queste storie hanno sfidato Dio inventandosi un destino diverso da quello che sembrava già scritto.



Sono grandi uomini che tutti conosciamo, si direbbe. Eppure questa parte della loro storia nessuno ce l'aveva raccontata.






frrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrf



Carissimo Mercurio,
angioletto mio,
sono appena fuggito con la mia passeggera da un carcere perchè ci hanno arrestati per eccesso di velocità. Volavamo nello spazio tempo più veloci dei nostri angeli. E sai benissimi che cos'ì si rischia di rimanere incustoditi. Ma chi so sti umoni grandi che non cianno raccontato la loro storia?




Ma, sai ogni voltas che parlo con te mi sono posto un sacco di volte questo problema anch’io: come faccio a parlare con Dio?



Poi sei venuto tu e quel tuo amico Nitce o come si chiama lui e mi avete detto che Dio è morto! E, come fa a morire Dio? Se muore non è Dio? Ma allora se non è Dio ci può parlare come io sto facendo con te? Ma allora tu eri Dio e mi hai detto che sei angelo? A per questo sei amico di Vecchione? M adimmi la verità lui è proprio immortale? Ma allora è lui Dio? O anche lui è un angelo come te? Perchè se è vero tutto questo allora Dio non è morto?


Comunque io adesso tengo un sacco di domande da farvi. Ma questo libro che ha scritto Secchione ,...ops...scusa.... Vecchione... come nel caso di un altro amico di un mio amico, forse anche lui già Angelo come te, un certo Donald Walsch, .....sai anche lui pare che ha scritto un libro...... addiritttura sotto dettatura divina avendo anche lui la pelle più sottile.... e cosi pare che sia entrato in ascolto diretto della voce di Dio.


Quindi come vedi al contrario di quello che dice Nitce lui non è morto e non ha smesso di parlarci 2000 anni fa.


Sai anch’io qualche anno fa iniziai come tu sai a costruire cerchi magici per ricevere delle risposte alle mie domande sull'abbondanza, sul denaro e su ciò che molti chiamano il giusto modo di vivere. Sai alcune risposte mi sono arrivate anche a me e credo che provenissero direttamente da Dio per bocca di altre persone.


Chi sà forse già angeli pure loro? Mah!Ricevendole, ne restai così impressionato che decisi di diventare Clown immediatamente per evitare che mi pigliassero per matto e per fuggire alle persecuzioni terrene ....a parte l'ulima incarcerata di qualche secondo spazio temporale che mi sono fatto con la mia amica di viaggio....mi costruii anche una moto del tempo per viaggiare nel passato, nel presente e nel futuro e più che scriverle queste esperienze per farmele raccontare direttamente alle persone (angeli?) e metterle in libri immaginifici nella mia biblioteca dell’anima.


Adesso ti faccio fare una risata. Sai quell'amico comunenemente provvisorio ...capsita mi scordo semrpe come si chiama ...si il poeta sfigato ...quello che gli muoiono sempre tutti gli amici e parenti ....che manda pure le cartoline ai morti.....azz mi sono dimenticato il nome...bé e ci siamo capiti..., figurati che mi ha chiesto per fino regalami un libro… Francamente ....azz si chiama Franco...gli ho risposto: A Frà ma come faccio a regalarti questi libri ...mìnon sono come quelli che scrivi tu per i morti e i defunti....questi non serve il copyrait sono senza diritti ....ma con tanti doveri....ora mi devi aiutare anche tu a fargli capire la differenza tra un libro normale e questi dell'anima.


Però a parte questo problema ...Ora volevo sapere da te...: ma Secchione anche lui scrive libri dell’anima e dove se li mette lui? Anche Lui cià una biblioteca come la mia. Mi piacerebbe vederla almeno una volta. Ti devo venire a trovare su dalle tue parti.....semmai a settembre o ottobre.....quando qui cadono le foglie. E, perchè non l'ha chiamto "Dialoghi con Dio" come l’altro amico Walsch? Devo capire meglio la differenza tra questo e quello di Vecchione "Scacco a Dio".


Sai quest'altro amico mi ha detto che non è necessario credere nella provenienza delle risposte per poterne ricevere beneficio. È necessario soltanto restare aperti alla possibilità che possa esistere qualcosa che molti umani non comprendono bene, riguardo all'abbondanza. Qualcosa che potrebbe cambiare tutto.


Sarebbe bello organizzare una conferenza mondiale immaginifica delle “Biblioteche Dell’Anima” dove ogni Angelo e Dio possa parlare per far comprendere a tutti ,....che stanno succedendo in questo momento cose importantissime .....è che adesso milioni di persone in tutto il mondo si stanno svegliando e ricordando il loro collegamento con la loro parte di Dio. Credo che ciò sia un bel messaggio di amore universale. Ecco volevo sapere cosa ne pensavi.

Lo sai che la terra è incinta? Cia Nanos











Angeli in mare aperto....


Mi capita sempre più spesso, negli ultimi anni, di incontrare angeli con le ali spezzate.






Vi ho presentato anche Mercurzio il mio angelo custode ma, finora, non sapevo che anche tra i pesci ci fossero gli angeli. Forse per questo Mercurzio mi ha chiesto di fargli il mare a Brescia (?) ma, valli a capire questi angeli!



Ho capito però una cosa, questi angeli che volano sull'acqua come Delfini, li puoi incontrare solo quando hai il coraggio di affrontare la tempesta navigando in mare aperto fuori dalle rotte abituali. E, come un veliero …….
“Quando non può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei garghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama desiderio." (*)

...li puoi incontrare dopo la tempesta che ti volano accanto alla tua prua.


(*) tratto da "Elogio alla Fuga" di Herry Laborit

sabato 25 luglio 2009

Alla Mia Luna Argentea

La grande madre
è sempre nuda,
perché la verità
non ha bisogno
di coprirsi di veli.



Tu agisci ,
secondo natura.
La natura
Che dove è ,
Vive e si dona.
Non puoi essere mai posseduta,
perché resti vergine.

Sei fedele alla parola data,
Sei fedele al movimento.,
Sei fedele al sentimento ,
Sei fedele alla fantasia,
Sei fedele alla realtà,
come il ciclo della
bassa ed alta marea.

Tu sei figlia , sorella e madre,
Tu sei misericordia,
Tu sei bellezza lucente,
Tu sei la mia luna argentea.

Tu sei regina del cielo, del mare,
Tu sei regina del verde, dell’aria,
Tu sei regina di tutte le stelle,
Tu sei regina del tempo,
Tu sei regina della speranza,
Tu sei regina della gioia.
Tu sei regina degli amori.
Io,
solo il tuo piccolo amante.


Nanos

mercoledì 22 luglio 2009

ABBRACCI LIBERI

Sabato 25 Luglio 2009
ore 22,00
ABBRACCI LIBERI:
vi aspettiamo in
PIAZZA MERCATO a FLUMERI (AV)
questo non è un invito è una partecipazione, perchè l'abbraccio ...

é "non siamo soli"è "io sono uguale a Te"
é "ritrovarsi Cuore a Cuore"
é "siamo i figli di uno stesso cielo"
é "io ci sono, sono qui con te adesso"
é "ricevere ciò che tu sei donando ciò che io sono"
é stringere il corpo, accogliere l'Anima e.. Liberare Gioia"
é "ritrovarti nell'amore per chi ti ama dovunque tu possa essere"
é "sprigionare l'energia che dimora in ognuno di noi e regalarla/offrirla all'altro nella convinzione di ricevere lo stesso dono, perchè in ognuno è racchiusa un'energia che forse neanche noi siamo consapevoli di contenere..."
é "aprirsi agli altri senza paura di ciò che si dà e di ciò che si riceve"
é "esprimere l'Amore che tutti abbiamo e che non può fare altro che Bene"
é "sentirsi tutti uniti"é ciò di cui ognuno ha bisogno per ritrovare se stesso é sentire il cuore tuo che ha lo stesso suono d'amore che ha il cuore mio.

E' TUTTO GRATIS!

PER IL DIRITTO ALLA FIABA della NOSTRA VITA

Sono quattro anni che insieme a Sidney Journò portiamo in giro per l’Italia il Cerchio, il Council, “la biblioteca dell’anima”, insomma gli “Appuntamenti Fuori Rotta”.


L’esperienza è partita molti anni fa dall’incontro con Manitonquant ed il suo bellissimo libro “Ritorno alla Creazione”. Da lì molti sono stati i cerchi che abbiamo realizzato e che vivono ognuno una propria storia. E, così l’anno scorso, con alcuni di questi amici ed amiche sparse nel globo, abbiamo realizzato anche una comunità “Il Cerchio, comunità libertaria per sognatori pratici” http://sognatoripratici.blogspot.com/ .


In particolare mi voglio qui soffermare su un tema che spesso propongo nei cerchi, quello di trasformare un momento negativo della propria vita in fiaba. Credo che tutti sanno la differenza tra una favola ed una fiaba. Quest’ultima a differenza della prima è priva di giudizi e di morali ed è sempre a lieto fine.

E’ evidente che qui non posso riportare nessun testo di fiabe che in tutti questi anni mi hanno raccontato i partecipanti ai cerchi. E, quando un amico scrittore mi chiese di regalargli un libro gli risposi che i miei sono libri che si possono solo custodire nella “Biblioteca dell’Anima” e che se fosse venuto anche lui una volta al council mi avrebbe regalato il suo ed io il mio.

Una volta con Sidney in Svizzera facemmo un council sul tema “la fiaba della nostra vita” fu bellissimo e, per certi versi, terapeutico per alcuni. La fiaba che cura? Certamente si!

La fiaba è un tipo di narrativa originaria della tradizione popolare. Nella stessa storia dei Nativi d'America si parla di council "delle storie che curano". La fiaba è caratterizzata da componimenti brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici come fate, orchi, giganti e così via, ma anche di persone in carne ossa, principi, principesse, donne e uomini normali che per destino diventano eroi.

Ida Magli (antropologa) nel bellissimo libro (purtroppo non più in ristampa) "Onorate il Grande Spirito" (curato da lei nella introduzione) ci accompagna a leggere fiabe fantastiche che loro si raccontavano intorno al fuoco. E, dove il tempo presente, passato e futuro, bisogna consideralo "agente" (nel momento presente).

L’antropologia è scienza dei popoli, e ci ha insegnato anche come le culture (le false credenze, le emozioni negative: attaccamento, invidia, odio, ecc) possono “influenzare lo stato di salute”. L'ambiente quindi non solo fisico ma anche emozionale. L'epigenetica oggi ci conferma come è possibile che attraverso la rescrizione delle nostre "false credenze" possiamo trasformare la stessa chimica del nostro corpo. In proposito potete leggere "La Biologia delle Credenze" di Bruce Lipton o "Chimica delle Emozioni" di Candace Pert e con essa la nostra visione del mondo è la nostra capacità di scoprirci essere umani sani.

Leggendo questo bellissimo libro sulle fiabe dei Nativi d'America ho compreso meglio anche perché Walt Disney non poteva che nascere solo in America, in ragione proprio del quanto, dietro alla sua tradizione di cartoni animati, ci sia la tradizione delle storie “fantastiche” degli Indiani d’America . Certo un po’ consumata e piegata, come ci ha confermato la stessa Ida Maglia, attraverso la metamorfosi dei suoi animali, molto più vicini all’uomo, spogliando, gli animali, della loro “neutralità-istintiva” e dandoci in ogni caso la caratteristica che più ci fa ridere: “non imparano mai”! (loro?!)

Questa metafora, per certi versi la ritroviamo anche nella “Fattoria degli Animali” di Orwell, eppure questa, ancora oggi, non ci ha insegnato niente?

Non so quindi quanti di noi, sentendo questi racconti o vedendo i cartoni animati di Walt Disney siano stati capaci, di ridere di se stessi, perché questa caratteristica “del non imparare mai”, dovrebbe essere una “metafora” (pedagogica) sulla quale l’uomo dovrebbe meglio riflettere anche in ragione del fatto che la “scienza è ignorante”. La stessa malattia è una metafora della nostra vita e quindi essa, molto più vicina all’uomo di quanto si pensi e che al momento, ha perso la sua naturalezza del vivere con gioia e quindi si ammala.

E, così coniamo un nuovo motto “chi non si ferma è perduto”. Fermarsi nel cerchio per riprenderci la vita. Capovolgendo un’altro “paradigma” rappresentato finora dal nostro “chi si ferma è perduto”.

Bel casino, un pò incredulo mi incomicio a porre altre domande: non è che c’è la necessità, di prendere spunto proprio dalle culture più antiche (Indiani d’America, Maya, ecc) e dei motivi perchè questi popoli “primitivi” non hanno mai sviluppato le loro “tecnologie” (di morte) pur essendo stati capaci di svilupparle ? Se pensiamo alle storie fantastiche che circolano su You Tube sull'11 settembre non ci resta che piangere ("september a clus"..questa però non è una fiaba ma una bruttissima favola).

Tutto il mistero della scomparsa dei Maya, degli Inca, resta, e se pure questi fossero riusciti a scoprire la macchina del tempo, come la mia moto da Clown, pensate che l’avrebbero fatta conoscere, come ho fatto io, ai loro conquistatori spagnoli che li rincorrevano per ucciderli ?

Scienza, Fantascienza o Pseudoscienza e lo stesso tema della metafora.
che Ida Magli ci svela quando accompagna i lettori a leggere il suo libro.

Certo, ci si può ritrovare un pò frastornati, quando ci si siede in cerchio, e si inzia a raccontare "la fiaba della propria vita", ma vi posso dire che tutto diventa magico nel cerchio. Non solo voi che la raccontate vi renderete conto di come sia benefica, ma chi vi siede difronte accoglie la vostra fiaba come la creazione di un campo "morfogentico" dove tutto si materializza. E, così possono giungervi all'orecchio consigli di come risolvere una certa questione. O, anche scoprire che difronte a voi è seduta una persona (altra, non quella che in quel momento racconta la fiaba per intenderci ) a noi cara che ci parla, ci interroga, ci consiglia, ci mette alla prova.

La stessa scienza è erede della mitologia greca e latina, che cambia la forma, ma appare uguale, come esperienza, a molti popoli, anche se lontani tra di loro, ma non si fa riconoscere al momento, che la metafora o l’esperienza si compie. Questo è quello che puo capitare a tutti quando si è seduti in un cerchio de "La Fiaba della Nostra Vita".

Qui bisogna rieducarsi però a scrivere le fiabe. Infatti, Ida Magli, ci spiega che: c’è una differenza sostanziale fra i nostri racconti e quelli dei Nativi d’America: “E’ il vissuto del Tempo”.

Nella sostanza, i miti greci li abbiamo fatti uscire fuori dalla storia dandogli il taglio “mitico-fantastico” perché troppo “incredibili e irrazionali”; nel mentre in questi racconti e storie, si avverte il fatto che: “... il presente... il creduto... l’agente” deve essere compreso con la stessa logica del due più due fa quattro e quindi è vero!

Un pò come in questo momento Ida Maglie è uscita dal libro, forse dal libro che è li sul vostro tavolo in cucina, e ci sta spiegando tutte queste cose.

Il tempo “c’è o non c’è” ci spiega Ida e non solo, ma ci invita a credere che il futuro e il passato indichino un tempo che non c’è.

Valle a capire ste donne e per giunta antropologa!

Per favore, Ida, ce la spieghi meglio questa cosa? Gli ho chiesto. E, Lei uscita dal libro si è seduta in cucina e mi ha chiesto di farle un bel te. Era stanca del viaggio che aveva fatto per venire a casa mia, ora mentre vi scrivo sta cosa. E, così riprendendo a leggere il suoi "saggi" appunti mi dice: "A Nanos e me lo chiedi proprio tu?...siamo consapevoli di esistere in un tempo, siamo in grado di distinguere delle fasi: passato, presente, futuro e questa consapevolezza nasce contemporaneamente alla consapevolezza dell’esistenza di ognuno di noi: nel gruppo, insieme al gruppo, ma separato dal gruppo."

“Il tempo... per gli Indiani d’America... è ripetizione... non nel senso che potremmo intendere noi però, ma nel senso naturale del termine, come lo scorrere dei giorni e delle stagioni, sempre uguali ed immutabile, e solo con questo equilibrio, di immutabilità che non significa evoluzione dell’uomo, che lo stesso... tempo... si compie e si manifesta nella sua... evoluzione”.

Questa riflessione propostami così magistralmente da Ida, mi ha fatto pensare di trasferirla nel tempo presente da cui siamo venuti e in cui vi trovate adesso che leggete questa mia riflessione. E, per questo sono tornato indietro con la mia moto del tempo ed ho iniziato a fare questi cerchi usando anche di più le metafore per facilitarli.

Per covenzione dirò: Oggi, adesso, anche se lo dico con un senso di comprensione e angoscia per il nostro futuro è lo stesso tempo, che non possiamo più non credere che non sia dipendente, dalle stesse nostre emozioni e da quello che succede oggi alla natura.

Lo stesso scorrere del tempo, incide sulle nostre emozioni, perchè ricostruisce vissuti. Lo stesso tempo naturale è biologicamente saltato nella produzione forzata dei frutti della terra ed ha prodotto malattie.

Ora quanti di questi vissuti del tempo in negativo (o in positivo) hanno un rapporto, con il nostro contesto ambientale, della nostra vita: casa, lavoro, strada, città, alimentazione, ambienti naturali di vita in genere? Con il nostro stato di salute?

In Spagna hanno fatto una ricerca ultimamente sull'accrescimento dei casi di tumori nella popolazione a causa dei fenomeni sociali di stress, per disoccupazione e per la paura e l'insicurezza nel futuro.

In Psicologia Biosistemica si studia l'incidenza delle emozioni negative sulle patologie e come costruire gli antidoti alle emozioni negative attraverso un processo di trasformazione dell'emozioni stesse. La fiaba?

Ecco oggi abbiamo bisogno di riflettere e quindi fermarci. Fermare la terra e farla rinascere. Lei è incinta. Fermarci noi ed aspettarla che gli vengano le doglie. Fermare la nostra corsa verso un “futuro migliore”, senza riuscire ancora, assolutamente a comprendere appieno, "come fare" per realizzarlo. Per questo c'è bisogno di “fermare il nostro tempo” per riflettere.

Abbiamo perso la capacità di "ascoltare". Ascoltare noi stessi e la terra, oltre che le altre persone che ci sono care, e per questo non riusciamo a fermare il nostro tempo e ritornare in risonanza con il tutto. Ci sentiamo sempre più sballottati tra passato e futuro senza vivere e comprendere il nostro presente.

Credo che le malattie del XXI secolo siano causate sostanzialmente dall'incapacità dell'uomo di trasformare nel tempo presente le sue emozioni negativi ed i suoi bisogni di sopravvivenza. Quindi "fermare il tempo" significa "ascoltarci”, ascoltarci significa guarire.

La fiaba si distingue dalla favola, in cui la componente fantastica è generalmente assente, dalla struttura della narrazione più appunto immaginifica mentre nella favola ha un intento allegorico e morale più esplicito.

Molti pensano che le fiabe sono tradizionalmente pensate per intrattenere i bambini, ma non è del tutto corretto: esse venivano narrate anche mentre si svolgevano lavori comuni, per esempio filatura, lavori fatti di gesti sapienti, ma in qualche modo automatici, che non impegnavano particolarmente la mente.

Quindi non è vero che "sforzarsi" a trasformare un evento negativo della propria vita, attraverso la fiaba e con il lieto fine, significa "andare sul mentale" e quindi uscire dalla logica del council che richiede di agire sul sentito del corpo e sull'emozione. Credo che sia vero il contrario.

Erano per lo più lavori femminili, ed è anche per questo che la maggior parte dei narratori è femminile (le donne hanno maggiori capacità e sensibilità) ; oltre al fatto che alle donne era attribuito il compito di cura- e intrattenimento- dei bambini esse raccontavano le fiabe prendendo spunto proprio dai fatti della vita della vita quotidiana.

Le fiabe tutto sommato erano un piacevole intrattenimento per chiunque, e "davanti il fuoco" erano gradite ad adulti e bambini di entrambi i sessi.

Nel cerchio nella sostanza ho ripreso questa tradizione antica di come forse anche in passato nascevano le fiabe. “Le fiabe sono state tramandate a voce di generazione in generazione per lunghi secoli e chi narrava le fiabe spesso le modificava o mescolava gli episodi di una fiaba con quelli di un'altra, o episodi della propria vita, dando a volte origine ad un'altra fiaba.”

Tutte le fiabe del mondo hanno caratteristiche analoghe e PROPP definì 31 funzioni narrative per la costruzione di una fiaba. In verità io ne do solo alcune fondamentali - per non complicarci la vita - :

1. trasformare un episodio negativo della vita che state vivendo adesso in questo momento presente in fiaba (qui spiego sempre la differenza tra favola e fiaba);
2. invito tutti i partecipanti ad utilizzaree la propria figura come protagonista e come eroe della fiaba;
3. invito a creare il momento magico di trasformazione ed il personaggio che arriva in aiuto del protagonista (voi);
4. individuare il passaggio della situazione dal negativo al positivo;
5. lieto fine.

Consiglio anche di mantenere indeterminato il tempo, nel senso che passato presente e futuro si confondono e si uniscono nel tempo presente (stesso in cui si racconta la fiaba). Gli stessi personaggi (voi stessi), vivono un epoca e in luoghi che devono si corrispondere all’episodio reale ma possono anche essere fantastici e diversi, nel senso che sono quasi sempre indefiniti (e remoti), mai descritti con precisione, e quasi mai nominati i nome dei luoghi. Tutte le fiabe devono iniziare in ogni caso con il "C'era una volta..." e/o "In un paese lontano..." senza dire ne dove ne quando e finire con "...è tutti vissero felici e contenti.".

I fatti devono essere rappresentati impossibili e i personaggi inverosimili o inesistenti nella realtà quotidiana (molti fatti narrati possono accadere solo per magia e molti personaggi esistono solo nella fantasia popolare o mitica, e non di rado sono personificazioni di concetti astratti: il bisogno, il male, il dolore, la speranza, la soluzione, il premio, il lieto fine, ecc.);

E' severamente vietato dare giudizi e inserire aspetti moralistici. E' vietato far vivere al protagonista sensi di colpa. I personaggi sono o buoni o cattivi, o furbi o stupidi e non esistono vie di mezzo, la ragione sta sempre da una sola parte;

Inserire con la fantasia frasi o formule magiche;

Apoteosi finale (come ho detto) c'è sempre un lieto fine i buoni, i coraggiosi e i saggi -- o stupidi -- vengono premiati, i cattivi muoiono o vengono allontanati da un incantesimo;

le ragazze povere diventano principesse;

i giovani umili ma coraggiosi salgono sul trono;

la virtù premiata, la bontà vince, sempre.

Lo scopo è evidente: utilizzare la parola, ed in aprticolare lo schema della fiaba come atto terapeutico, la storia che cura.

Lo stesso significato del nome Manitonquant (autore del libro "Ritorno alla Creazione") è Medicine Story. La storia che cura. "La fiaba della nostra vita" che cura (guarisce), questo è un libro che non ho ancora scritto e che non posso scrivere perchè è custodito come già vi dicevo, nella "Biblioteca dell'Anima".

Sull’argomento invece de "la fiaba che guarisce" sono stati scritti molti libri. Se si va su internet è possibile trovarne alcuni veramente interessanti.
Essi però, a mio modesto avviso, affrontano la questione solo da un punto di vista psicologico invece io credo, per l’esperienza che ho verificato personalmente nei cerchi e che ho realizzato attraverso la "Fiaba della nostra Vita", con diverse persone, si produce un “campo” piscomagico ( psicobiologico, psicotranspersonale) che Sheldrake chiama “campi morfogenetici” o Hellinger "costellazioni familiari" e "ordini dell'amore".

Nella sostanza in questi cerchi interaggiscono sempre più "sistemi di comunicazione" (ascolto). Interaggiscono contemporaneamente e quindi non c'è solo una parte cognitiva ma fondamentalmente traspersonale e biosistemica (emozionale) e quindi morfogenetica per me magica.

Così, sia la persona che racconta la propria fiaba, come le stesse persone che ascoltano - con le “intenzioni” del cerchio - ne hanno benefici.

Ne sono certo, per averlo vissuto direttamente, che la nostra stessa percezione subisce un cambiamento che va al di la di noi stessi e si congiunge a quella parte che possiamo chiamare "coscienza universale", quella coscienza che non ci appartiene e dove tutti possono attingere attraverso canali eterei. Coscienza a cui tutti siamo collegati, tanto che persone assenti al contesto e neppure richiamate direttamente dal racconto possono rivolgersi a noi che partecipiamo al cerchio, attraverso un vissuto della persona che racconta la fiaba ed a specchio interagire con noi o con altri. Persone a noi care che magicamente ci chiedono conto e ragione di quello che facciamo e quindi comprendere come è possibile cambiare in positivo la nostra situazione presente.

E, li comprendi che siamo tutti "collegati in rete" in maniera cosi magica che quando ti alzi dalle due ore del cerchio hai consapevolezza di cosa può significare parlare attraverso l’etere e come sia possibile guarire con la fiaba ma anche con quella che ci hanno raccontato le altre persone.

Per questo motivo ho proposto ad un mio amico Medico Oncologo dell'ospedale dove lavoro di realizzare un Cerchio del Clown Scemano che abbia come punti cardini tre aspetti: Il cerchio, La Fiaba, Il sorriso (gioia).

Molte volte mi sono trovato di fronte a persone che in due ore di cerchio hanno focalizzato la possibilità del loro cambiamento e come anche collegato a ciò si sono affievoliti i dolori fisici che avevano all'inizio. Se non scomparsi del tutto.

Questa a mia opinione è la conferma ulteriore di come l’approccio alla presa in cura delle persone deve contenere la comprensione di più sistemi in relazione tra di loro e non uno solo o ancora peggio separati tra essi.

Oggi la iper specializzazione in medicina ha fatto il paziente a pezzi. Lo stesso medico iper-specializzato resta incapace di accogliere la persona nel suo insieme. Credo che il clown dottore debba sviluppare meglio questi aspetti all’interno del proprio intervento.

Ora , ...in verità è prima di adesso, che per voi è passato, ma è già per tutti futuro... per tutelare meglio il "DIRITTO alla FIABA della NOSTRA VITA" ho convocato per domenica 26 LUGLIO a Flumeri (AV) l'Avvocatissimo Gianni Puca, nostro dilettante fiabista, per elaborare un progetto di tutela e presa in cura con "La fiaba della nostra Vita".

Nanos

martedì 21 luglio 2009

PROPOSTA DI COORDINAMENTO

E' in discussione in parlamento un D.lgs per il riconoscimento delle professioni. Quello che particolarmente ci interessa è l'art. 26 che qui pubblichiamo in maniera integrale.

"Tutti per uno uno per tutti!"


"ART. 26
(Piattaforma comune)
1. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie, al fine di elaborare proposte in materia di piattaforme comuni di cui all’articolo 4, comma 1, lettera n), da sottoporre alla Commissione Europea, convoca apposite conferenze di
servizi cui partecipano le autorità competenti di cui all’articolo 5. Sulla ipotesi di piattaforma elaborata dall’autorità competente di cui all’articolo 5 o, in mancanza, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie, vengono
sentiti, se si tratta di professioni regolamentate, gli ordini, i collegi o gli albi, ove esistenti, e, in mancanza, le associazioni rappresentative sul territorio nazionale, se si tratta di professioni non regolamentate in Italia, le associazioni rappresentative sul territorio nazionale e, se si tratta di
attività nell’area dei servizi non intellettuali e non regolamentate, le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale.
2. All’elaborazione di piattaforme comuni, proposte da altri Stati membri, partecipano le autorità competenti di cui all’articolo 5, sentiti, se si tratta di professioni regolamentate, gli ordini, i collegi o gli albi, ove esistenti, e, in mancanza, le associazioni rappresentative sul territorio nazionale, se si
tratta di professioni non regolamentate in Italia, le associazioni rappresentative sul territorio nazionale e, se si tratta di attività nell’area dei servizi non intellettuali e non regolamentate, le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale. Analogamente si procede in ogni altro
caso in cui a livello europeo deve essere espressa la posizione italiana in materia di piattaforma comune.
3. Al fine della valutazione in ordine alla rappresentatività a livello nazionale delle professioni non regolamentate si tiene conto:

a) della avvenuta costituzione per atto pubblico o per scrittura privata
autenticata o per scrittura privata registrata presso l’ufficio del registro, da almeno quattro anni;

b) della adozione di uno statuto che sancisca un ordinamento a base democratica, senza scopo di lucro, la precisa identificazione delle attività professionali cui l’associazione si riferisce e dei titoli
professionali o di studi necessari per farne parte, la rappresentatività elettiva delle cariche interne e l’assenza di situazioni di conflitto di interesse o di incompatibilità, la trasparenza degli assetti
organizzativi e l’attività dei relativi organi, la esistenza di una struttura organizzativa, e tecnicoscientifica adeguata all'effettivo raggiungimento delle finalità dell'associazione;

c) della tenuta di un elenco degli iscritti, aggiornato annualmente con l’indicazione delle quote versate direttamente all’associazione per gli scopi statutari;
d) di un sistema di deontologia professionale con possibilità
di sanzioni;

e) della previsione dell’obbligo della formazione permanente;
f) della diffusione su tutto il territorio nazionale;
g) della mancata pronunzia nei confronti dei suoi rappresentanti legali di
condanna, passata in giudicato, in relazione all’attività dell’associazione medesima.

4. Qualora le qualifiche professionali del richiedente rispondano ai criteri stabiliti nel provvedimento comunitario di adozione della piattaforma comune, il riconoscimento professionale non può prevedere l'applicazione dei provvedimenti di compensazione di cui all'articolo 22. Le
associazioni in possesso dei requisiti di cui al periodo precedente sono individuate, previo parere del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, con dec reto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro per le politiche europee e del Ministro competente per materia.

5. Se successivamente all’adozione da parte dell’Unione europea le autorità competenti di cui all’articolo 5 ritengono che i criteri stabiliti nel provvedimento comunitario di adozione della piattaforma comune non offrano più garanzie adeguate quanto alle qualifiche professionali, ne
informa il coordinatore di cui all’art. 6 che cura la trasmissione dell’informazione alla Commissione europea per le iniziative del caso."



Nell'appuntamento del 25 e 26 luglio a Flumeri (AV) sarebbe interessante valutare una proposta che già alcuni mesi fà avanzammo come Comitato RNCD.

Nella sostanza considerato che questa è un pò una norma quadro che impone una serie di requisiti in particolare sulla formazione anche per le associazioni di volontariato, spingendole verso un'aggregazione nazionale per tutelarsi, sarebbe opprtuno parlare anche di questo importante argomento.

Ora l'idea è molto semplice, a fronte della nostra esperienza sarebbe bello valutare se non fosse il caso di rilanciare a livello nazionale la proposta di costruzione in forma sempre staututaria non profit di un
COORDINAMENTO NAZIONALE DEI CLOWN DOTTORI E SOCIALI a cui possano aderire tutte le associazioni piccole locali che non hanno voce in capitolo su questi argomenti per tutelarsi difronte all'istituzionalizzazioni di questi percorsi e per effetto di tali obblighi legislativi.

Nella sostanza vi propongo di valutare la fattibilità di questa proposta per ogni vostra associazione e venire a Flumeri con idee più chiare in proposito un pò tutti noi.

Questi potrebbero essere alcuni principi e scopi fondamentali che lo statuto del
"COORDINAMENTO NAZIONALE CLOWN DOTTORI E SOCIALI" dovrebbe contenere :

A) costruire una rete "coordinamento" di associazioni minori locali che a livello di volontariato autoformando i propri associati rispondendo a quei requisiti standards minimi concordati sulla formazione, lasciando ad ognuno la libertà di sperimentare anche nuove materie formative da poi mettere in rete con le altre;

B) organizzare e coordinare manifestazioni, missione umanitarie, eventi e raduni e quanto altro utile e necessari agli scopi della costruzione di una rete nazionale di clown dottori e sociali;

C) Garantire a tutti gli associati uno standard di auto-formazione e scambi esperenziali attraverso l'istituzione di BANCA ETICA DEL TEMPO E DEL DONO DEI SAPERI;

D) garantire e tutelare l’identità di ogni singola associazioni, cooperativa, ecc. aderente al "coordinamento nazionale clown dottori e sociali" per sviluppare quelle azione di riconoscimento formativo che ogni singola associazione porta avanti in maniera volontaristica ma altamente professionale, con le controparti istituzionali, nel rispetto delle leggi di tutela in materia.

Nella sostanza un modello organizzativo non centralista ma semplicemente un associazione non profit che raccolga e coordina in rete e che sviluppi al suo interno la piena circolarità delle responsabilità e della comunicazione e quindi della stessa rappresentanza in maniera libertaria, democratica, nei confronti delle istituzioni, tutelando i diritti di ognuno, senza discriminazione alcuna di fede, di sesso, di razza e politica;

Inb virtù del punto C ogni associazione o cooperativa aderente, attraverso i singoli operatori, deve mettere a disposizione delle altre associazioni aderenti, al fine di garantire quei minimi standards di auto-formazione e di aggiornamento un minimo di "azioni gentili" per garantire la nascita della BANCA ETICA suddetta che diventa organismo organizzativo del coordinamento nazionale. Fatte salve le attività formative che potranno essere espletate nel rispetto delle singole norme statutari delle singole associazioni aderenti.

Ho messo un pò di carne a cuocere e per i vegetariani verdure in quantità...sempre alla brace. ci vediamo sabato e domenica prossima a Flumeri (AV).


Nanos

La Luna e Marte

Mi stanno arrivando un sacco di email sul prossimo evento del millennio.

Ora a parte le catastrofi che dovranno succedere nel 2012 - scherzo naturalmente, perchè l'unico cambiamento sarà.. anzi già sta avvenendo in ognuno di noi..la terra è semplicemente "incinta" e batte sempre più forte..e noi allunisono...una maggiore consapevolezza, poi vi svelo una chicca pare che anche i Maya si siano sbagliati di 5,5° e che il 2012 sia già passato nel 1998 - ed anche qui va fatta la giusta interpretazione dell'evento.

Vediamo un pò l'annuncio che gira. Il titolo è quasi sempre : “Il Pianeta Rosso sarà spettacolare”“La Terra e Marte saranno vicini come non sono mai stati nella storia”“Il 27 agosto…Marte sarà grande come la Luna piena”“Nessun uomo vivo oggi, potrà mai vedere nuovamente un evento del genere”

Alcuni giustamente dicono che è una bufala...
http://www.astronomia.com/2006/08/26/la-bufala-marziana

ma come sempre in tutte le cose c'è sempre una mezza verità...
In effetti Marte si troverà nel punto più vicino alla terra ed in linea con la Luna e questo potrebbe creare quell'effetto ottico che ci capita sempre di vedere quando sorge luna, molto più grande di quando sta alta nel cielo. Perchè? Ma perchè l'effetto ottico e distorto dal profilo vicino della terra.

La Luna appare più grande e rossa quando è bassa all'orizzonte.Sembra più grande perchè essendo bassa si hanno dei riferimenti visivi rispetto a quando è alta nel cielo ed in quest'ultimo caso risulta impossibile fare un confronto con qualsiasi altro oggetto vicino. Provate a fare una foto della Luna quando sorge (nei giorni di Luna piena questa sorge al tramontare del Sole) e una foto della stessa 3/4 ore dopo quando è alta nel cielo. Se le confronti vedrai che il disco è uguale.

In ogni caso qui potete approfondire le misure nel 2003 ... di Marte
http://www.corriere.it/Rubriche/Astronomia/marteagosto/index.shtml

...come sempre è solo una questione di punti vista.

Approposito di bufale, ho parlato con un amico allevatore e mi ha assicurato che saranno anche loro tranquille ed allineate per la notte nella stalla. Mi ha detto solo che potrò mangiare mozzarelle più grandi. Le metterò in fila come i pianeti del sistema solare.

lunedì 20 luglio 2009

IL CLOWN IN CORSIA DIVENTA PROFESSIONE IN LIGURIA

Clown di corsia, su iniziativa della Regione Liguria, diventa una professione.

Si chiamera' 'Tecnico qualificato nelle arti di clownerie' e avra' il compito di affiancare medici e infermieri in corsia, per migliorare la relazione delle persone con la struttura sanitaria e per aiutare i ricoverati a superare le emozioni negative legate alla malattia.

E' quanto stabilito da una delibera approvata dalla giunta della Regione Liguria, su proposta del vicepresidente Massimiliano Costa, in cui vengono definiti i contenuti e gli indirizzi minimi per l'attuazione di corsi di formazione per raggiungere la qualifica. La figura di 'Tecnico qualificato nelle arti di clownerie' e' inoltre inserita nel Repertorio regionale degli attestati di qualifica o specializzazioni'. 'Con questo provvedimento - spiega il vicepresidente della Regione Liguria Massimiliano Costa - definiamo il profilo professionale del cosiddetto clown in corsia, dopo questo primo atto finanzieremo corsi di formazione che verranno organizzati nelle province'.

Il tecnico nelle arti di clownerie lavorera' a stretto contatto con lo staff sanitario e in diretta collaborazione con i referenti dell'area educativa, mettendo in atto interventi preparati secondo le condizioni psico-fisiche del paziente.

Potra' lavorare come libero professionista, o come membro di organizzazioni, associazioni o societa' cooperative. I corsi avranno una durata di 620 ore, 300 delle quali si svolgeranno in stage, a diretto contatto con i pazienti.

Tra le materie di insegnamento ci saranno: elementi di patologia pediatrica, psicopedagogia dell'infanzia e psicologia dell'eta' evolutiva, pedagogia interculturale, igiene, normativa sulla privacy e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, principali tecniche artistiche teatrali e dell'arte circense del clown, tecniche di organizzazione di eventi di intrattenimento, marionette, elementi di magia, tecniche di gioco, elementi di musica. Per accedere ai corsi sara' necessario il titolo di istruzione del secondo ciclo (diploma).

(fonte AGI - http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio-news/genova-13:22/3682583 )

Facciamo volare l'aquilone?

C'era una volta una ragazza,
che si chiamava Melarianna.
Doveva guarire da un male gravissimo. Così andò da una maga che le disse: "Devi trovare la strada che ti porti fino a trovare il fiore magico. Basta che lo osservi e vedrai che guarirai. Melarianna si chiese: "ma dove trovo questo fiore magico per guarire?"

E, cercò ovunque, ma non lo trovò. Poi decise di guardare nel deserto. Era un deserto immenso ma si mise lo stesso in cammino. Era l'unica possibilità che gli era rimasta per trovare il suo fiore. Il fiore magico che certamente l'avrebbe aiutata a guarire. Ma, invece di trovare il fiore, trovava bambine. Erano piantate li come cavoli per terra. E, vedendola arrivare le chiedevano: "Vuoi essere la nostra mamma."

Ne raccolse prima una e poi un'altra ed un'altra ancora, sempre con la speranza che prima o poi avrebbe potuto trovare anche il fiore magico che cercava. E, così se le portò con se. Ne avrebbe raccolta anche altre, ma era gracile e debole e non c'è l'avrebbe fatta a camminare con quel peso sulle braccia. E, poi stava attraversando un deserto da giorni e non poteva che andare avanti con tutto quel peso. Camminando, camminando ad un tratto si trovò di fronte ad una montagna.

Aveva una parete ripidissima. Non ce l'avrebbe mai fatta a scalarla da sola e per giunta con due bambini in braccio. Pensò preoccupata. Ma non potendo più tornare indietro, non aveva altra scelta, e così iniziò a scalare la montagna. Che fatica, con dei bambini in braccio. Arrivata in cima, finalmente, vide con somma meraviglia, d'altra parte, una distesa immensa di acqua, ed una spiaggia bianca. Certamente deve essere il mare...non l'aveva mai visto prima, pensò contenta, e via giù a capofitto fino ad arrivare sulla spiaggia bellissima con giardini e frutti, uccelli, pesci e tant'altra roba buona da mangiare.

E, così si costrui una casa di legno. Le bambine crebbero fino ad arrivare un giorno, che erano grandi.

Un giorno un veliero approdò lì, e scesero tre bellissimi ragazzi, che si innamorarono delle sue ragazze ormai grandi. Cosi quando loro dovetto rupartire si portarono con se anche le tre bellissime figlie di Melarianna.

Quando il veliero scomparve all'orizzonte lei rimase sola sulla spiaggia. Si girò per tornare alla sua casa di legno. E, si rivide di nuovo davanti la montagna che sovrastava la spiaggia. Si girò indietro ma non c'era più il mare, ma solo un deserto di pietra e sterpaglia.

Davanti a se la radura verde con un bellissimo fiore mai visto prima. Che fosse il fiore magico che sempre aveva cercato e mai trovato? Si chiese. Corse lì e lo raccolse.

Da vicino era ancora più bello. I petali sembravano fatti di polvere di stelle. Quella polvere era così lucente che lei riusciva anche a specchiarsi dentro. E, così riuscì a vedere se stessa, quando era ancora una bambina e poi quando era là, dietro, davanti alla montagna che pensava di non riuscire mai a scalare. E, dietro di se ancora deserto. Si ricordò di quando aveva raccolto le sue bambine, li in quell'orto magico, dove più che cavoli si coltivavano bambini.

E, si rivide raccoglierli. E, si rivide ferma con tutte le sue paure davanti alla montagna. Ma, questa volta a differenza di prima si accorse che ai piedi della montagna sulla destra un pò nascosta dalla boscaglia c'era una casa tutta rotta, che non aveva vista prima. Vi entrò dentro.

C'era un uomo in compagnia di tre bambine. Prese in braccio le bambine per portarsele via. Uscì fuori per andare via. Ma ad un tratto si volse indietro a vedere la casa e fu a quel punto che decise di rimanere lì. E' così si fermò a ricostruire la casa. Un giorno che era seduta davanti alla porta nel giardino della sua casa, mettendo una mano in tasca, trovò una polverina strana tutta lucciante.

Un pò della polverina gli cadde a terra, e come per incanto sbucarono li dei fiori bellissimi.

Ne raccolse uno, e specchiandosi dentro, si ritrovò su una spiaggia bellissima in compagnia delle sue bambine e del suo uomo.

Mamma, mamma svegliati! Facciamo volare l'aquilone?

Nel giardino dei desideri

Nel giardino guardo:
un gatto caduto in un imbuto,

che si lecca le ferite,
donne e uomini che si abbracciano,

bimbi che litigano,
ma poi si danno un bacio,
fumo che si alza,
dal forno con le pizze,
la culla della sera,
già pronta,
nel silenzio del bosco,
il lamento,
di un uccello impaurito,
mentre nel cielo,
una stella cade,
all'improvviso
per esaudire,
tutti i nostri desideri.


Nanos

giovedì 16 luglio 2009

LA SCALETTA DEL 25 e 26 luglio a Flumeri






Oggi mi ha telefonato Delfino.






Lui che viene da molto lontano e per giunta sott'acqua. Mi ha detto: “a Nanos mi metti la scaletta per salire all’incontro di Flumeri del 25 e 26 Luglio p.v. ? Giusto per sapere che facciamo!"



E, così mi so messo a scrivervi questo "post-prima" (e, si i post si scrivono sempre dopo, ma considerata l'esigenza lo scrivo prima) di riflessione mettendo qui anche una scaletta ...........per far salire Delfino, e non solo lui spero, insieme a tanti altri Clown …subacquei a Flumeri (AV).

La costruzione del percorso fuor d'acqua che abbiamo proposto per il 1° Raduno Clown è, nel suo insieme, semplice ma anche un po’ complesso.

Con Paolo Lissoni e Jusy Messina ci siamo affacciati nelle nuove scienze mediche che parlano della malattia come metafora della nostra vita e quindi del rapporto che c’è tra: pensiero – emozioni – corpo e quindi l’armonia dell’anima e come la gioia ed il piacere possono essere coudiuvanti di processi di guarigione.

Le stesse Costellazioni Familiari (gli Ordini dell’Amore) ed il Focusing (la sensazione sentita nel corpo) ci hanno fatto vedere come siamo interconnessi e di come la stesse sensazioni, emozioni negative, possono incidere in maniera non solo psicologica ma addirittura trasfromando la chimica del nostro corpo e farci ammalare.

Abbiamo viaggiato nel nostro cervello e ci siamo resi conto che non distingue il vero dal falso e quindi abbiamo sperimentato di come attraverso lo Yoga della Risata (forzando la stessa risata) il nostro corpo può travare beneficio innalzando la stessa soglia del dolore producendo le beta-endorfine (oppioide endogeno) sostanza che ha anche capacità come quella di "natural killer" delle cellule tumorali.

Gli stessi disagi sociali, che oggi vivono molti giovani, si possono trasformare in malattie se non drammaticamente come sempre più spesso succede in suicidi, potrebbero essere affrontati attraverso lo stesso percorso del Clown che prova a trasformare le emozioni negative in saggezza, proprio rispetto a quel passato da cui molti non riescono a staccarsi a fronte della paura di affrontare un futuro sempre più incerto e precario.

Certo il clown non è la panacea di tutti i mali ma se riusciamo ad essere tutti un pò medici di noi stessi forse riusciremo anche a curare meglio le malattie nostre e del mondo.

Ecco sono solo piccoli esempi sui quali costruire una più approfondita riflessione che ci consenta di aggiornare la stessa formazione del Clown Dottore e/o Sociale sia per affrontare tutti gli aspetti di “prevenzione” che la stessa “presa in cura” di tutte le malattie del nostro secolo.


La terra batte sempre più forte e sioamo certi aiuta tutti noi a ritrovare coscienza e consapevolezza e ci consente di trovare anche nuovi “strumenti” per prenderci cura di noi e degli altri.



Un altra riflessione che vi invito a fare è anche sul futuro organizzativo del nostro comitato e per questo abbiamo istituito la BANCA ETICA del TEMPO e del DONO dei SAPERI mettendo sul “mercato” “AZIONI GENTILI”.

Il messaggio nella sostanza che abbiamo promosso, e che partiva da tre questioni centrali: IL CERCHIO, IL DONO ed il SORRISO, spero che possa prendere così sempre più forma.

E, questo per mantenere e rafforzare quelle sinergie che si sono costruite fino a dora e grazie alle quali siamo riusciti a realizzare AMBULATORI DI COCCOLE attraverso due missioni in Abruzzo di alto volare sociale e di grande esperienza di vita sia per chi vi ha partecipato direttamente che anche per chi ha collaborato nella realizzazione.

Infine, e questo forse riguarda più noi della Campania, serve consolidare l’esperienza qui a Flumeri e provare anche a proporsi per l’anno prossimo nella ricerca di sponsor eticamente compatibili creando già da ora una lettera da indirizzare ai possibili soggetti, cosi come programmare un percorso formativo a partire da ottobre/novembre del 2009 per rispondere a quelle richieste che molti giovani della zona ci hanno rivolto per fare anche loro l'esperienza del clown, cosi come coinvolgere meglio nelle attività di preparazione le scuole della zona.

Quindi questo incontro non è solo un “ritorno-in-formazione” ma è anche un momento di riflessione sull’esperienza fatta e di come poterla continuare insieme.
Nel mentre, per quanto riguarda l’aspetto delle esperienze di auto-formazione mi fa piacere proporvi il laboratorio “ALLA RICERCA DEL TUO CLOWN….ma, se trovi qualcos’altro va bene lo stesso!” che in ormai da circa un'anno in collaborazione con Sidney e Zipeppinella lo proponiamo in particolare come percorso di avvio dell'esperienza di persone per diventare clown. Al momento l'abbiamo messo a punto e proposto già in più occasioni ottenendo apprezzamenti da chi l'ha fatto. Credo e spero che possa servire a voi tutti. E’ chiaro che ogni suggerimento è ben accetto.

Ora sulla base di questa riflessione propongo l’articolazione della seguente scaletta:

  • SABATO 25 LUGLIO 2009
    Ore 10,00 Il Cerchio del Council;
    Ore 12.00 Riflessione sull’esperienza del raduno, prospettive, programmazione di massima delle iniziative, ecc;
    Ore 13,00 Pranzo
    Ore 15,00 Alla ricerca del Tuo Clown (proposta di un Lab. di Nanosecondo, coadiuvato da Favola)
    Ore 20.00 Cena
    Ore 21.00 Proiezione del Film -PRIVATA- “Che Caspita sappiamo Veramente”
    Ore 23.00 Disco-Bar

  • DOMENICA 26 LUGLIO 2009
    Ore 10,00 Ripresa Laboratorio Esperenziale “Alla ricerca del tuo clown……”; Ore 13,00 Pranzo
    Ore 15,00 Ripresa e conclusione del Laboratorio
    Ore 18.30 chiusura incontro

ABBRACCI LIBERI

Nota Organizzativa
Per chi viene da lontano chiaramente gli orari di inizio e chiusura potranno essere anticipati o postecipati. Ad esempio se qualcuno ha esigenze di arrivare il venerdi sera non ci sono problemi basta che ci avvisi che lasciamo la porta aperta. Ciò fatto salvo concludere in orario per chi rimane il percorso in scaletta. Per quanto riguarda l'ospitalità non ci sono problemi per dormire nella sede della protezione civile con sacchi a peli, ecc.. Per mangiare stiamo pensando di fare una convenzione con il ristorante che ci ha forniti i pasti per il raduno a 10 euro il pasto.