giovedì 31 dicembre 2009

SOSPESA LA MISSIONE IN ALBANIA




Purtroppo per motivi tecnico burocratici abbiamo dovuto sospendere la missione in Albania.




La stessa è in programma per maggio 2010 con una diversa strutturazione.
Sarete informati in tempo utile.

Cristiana da Brindisi, con la quale ci siamo sentiti a telefono poco fà ringrazia tutti coloro che si sono dichiarati disponibili e che lo saranno ancora per il futuro.

Buon Anno a tutti.

Certo, è stato bello incontrarvi tutti e sarà ancora più bello rivederci l'anno prossimo, per altri appuntamenti "fuori dalle rotte abituali".

Nanos

ASINI & CLOWN nella storia

MITICO
asini&clown nella storia

grazie
CLOWN SCIMMIETTA
...è bellissimo questo video,

guardatelo tutti:


Un Pomeriggio Diverso in Allegria

MITICO EVENTO senza vento
lunedì 4 gennaio 2010
ore 15.20 - 18.20
Palazzetto dello Sport di Ariano Irpino

"Un Pomeriggio diverso in allegria"
insieme all'Associazione Raduno Nazionale Clown Dottori.

Nel corso dell'immaginifica manifestazione si presenterà il volume encicolpedico
"Biografia di un Sorriso"
di Costantino Lo Conte
detto Kosta in arte e scienziamento Clown Goccia
canti e recite dei ragazzi dei centri Socio Educativi del Territorio allieteranno la serata.

Che ci teniamo?
Mi hanno detto che teniamo un server ..pare che sia un dispensatore di bibite della gioia aggratis.... e c'è anche un microfono per parlarci dentro e figurati teniamo pure la musica.

E, poi non abbiamo certo bisogno di molto, anche i nostri clown faranno un intervento di plastica facciale e dell'anima, poi comunque sono invitate tutte le associazioni di volontariato della provincia di Avellino, vengono in tremiladuecentocinquantuno,1 .

E, si ci sarà spazio per tutti per questo abbiamo afflittato il pupazzetto dello sport di Ariano e inviteremo ognuno a fare qualcosina: una canzoncina, una poesia, una barzelletta, una storia fantastica, ..... di più non so!!!

Mi raccomando preparatevi che sarete interrogati tutti.

Kosta ... "spacciatore di felicità" ci somministrerà una biologiografia di un sorriso, un volume enciclopledico di buona salute di 10 pagine che ha scritto lui tutto da solo e stampato su pergamena ricamata a mano con parole dolci e gioiose.

Insomma una cosa breve quanto una parola giusta detta nel momento giusto e come la mela.... toglie il medico di torno.

Per saperne di più sull'immaginifica iniziativa potete farvi un giro nella rete: http://www.iohounsogno.it

Oppure scrivete direttamente a Kosta ...(l'isola che c'è) che vi da una dose massiccia di felicità, è tutto aggratis!!!

P.S. Ah.. Kostaaaa.. lo sai che non posso venì? Parto con il gommone per sbarcare in Albania. Abbiamo una missione sorriso a Valona, dobbiamo allestire un ambulatorio di coccole con gli amici di Brindisi. Ci vediamo alla prossima..speriamo che non facciamo naufragio? Cia Nanos

lunedì 28 dicembre 2009

LA NOSTRA E' PURA UTOPIA!


Carissimi/e,

nella prima discussione sui principi “costituenti” fatta il 27 dicembre 09 della nostra “nuova” associazione ci siamo consultati con alcuni dei soci fondatori dandoci appuntamento sia in rete che in cerchio per il 10 gennaio, per lavorare sul testo definitivo auspicando il contributo di tutti. Insomma le consultazioni sono aperte ufficialmente il testo base resta quello che ognuno può scaricare e leggere sulla HOME PAGE del sito http://www.radunonazionaleclowndottori.org/ a parte qualche aggiornamento che sarà apportato in questi giorni anche in relazione alla discussione emersa il 27 dicembre.

Voglio ringraziare tutti i partecipanti per i contributi dati alla discussione. In particolare però voglio ringraziare Squasapasa che oggi mi ha inviato una bellissima e mail nella quale secondo me sintetizza un po’ il percorso che abbiamo fatto fino ad oggi e che per me ha rappresentato un po’ l’anima del mio Clown e del percorso fatto insieme a voi fino ad oggi e quello che spero potrà essere nel prossimo futuro.

“ Caro Enzo, quando ci siamo conosciuti sono stata colpita da questo mondo magico, senza etichette, senza limiti e pregiudizi di amore e gioia, libertà , risate. Stasera mi sono accorto che in questo mondo ci possono essere conflitti di svariati tipi, questa cosa mi ha un po perplesso, perché il nostro mondo clown li può affrontare cioè vivere e trasformarli, se non ci riusciamo è inutile ………. le associazioni non reggono i principi…….”.

Qui cerco di rispondere alle preoccupazioni (legittime) di Saquasapasa. Ho sempre detto che l’immaginazione è più forte della volontà ed io immagino un’associazione che si propone non le solite cose, se vuoi un po’ anche scontate, ma un’associazione che voli alto che guarda al futuro e che attraverso una grammatica della fantasia scriva dei principi a cui, non adesso, ma fra cent’anni tutti potranno aderire.

Tutti noi possiamo vivere in un mondo fantastico, scoprendo la bellezza di questo mondo ogni giorno, a patto di non vivere in una società repressiva, in una famiglia repressiva, in una scuola repressiva questo significa sostanzialmente una cosa: vivere in una società “creativa”.

Insomma organizzare una società dove è possibile sviluppare i talenti fuori dalle logiche di potere, o peggio dei “micro poteri” (come sosteneva Foucault).

Per fare ciò c’è bisogno a mia opinione di essere impegnati e ben disposti ad eliminare ogni repressione alle potenzialità creative dell’essere umano. FRIEDRICH SCHILLER sosteneva che l’uomo gioca unicamente quando è uomo (essere umano) ed è pienamente uomo quando gioca. Fu il primo che parlò della necessità di costruire uno “stato estetico”, al quale riservava il compito di “dare la libertà attraverso la libertà”. In verità quella per molti fu idea sbagliata e così nacque lo “stato etico”: e sappiamo tutti quanto c’è costato in sangue e lacrime.

Quindi attraverso il clown, il “prendersi cura” (attraverso la creatività) assume un significato specifico: assumersi un compito di vita, dove non è predominante né l’esterno (aver cura di qualcuno) ne l’interno (curarsi qualcosa), bensì l’impegno che si prende è il senso ed il valore che si dà. In questo caso il valore che possiamo dare noi al “prendersi cura” è costituito dal senso della corresponsabilità. In questo principio che spero sia stato espresso in maniera chiara nella proposta dei principi, c’è un aspetto emancipante dell’educazione che come associazione ci dovremmo far carico: il “prendersi cura dell’altro” diventa un “prendersi cura di se stessi”.
Questo dovremmo intendere come “prendersi cura”. Lo stesso amare significa voler bene gli altri, e far loro del bene, vuol dire riconoscere come legittimo l’egoismo degli altri. Lo spirito e quello dell’ascolto. La stessa via del cerchio ci può venire in aiuto in alcune intenzioni.

Certo il rischio è fondato. Un associazione come la nostra non può reggere principi che stiamo dando, o meglio offrendo. E’ vero! Ma, ciò dipende da come la stessa disciplina del potere o semmai del micro potere si svilupperà al suo interno. Anche in questo caso abbiamo cercato di indicare una strada possibile che è quella che abbiamo detto prima. Ma non solo.

“Koinomia” è un termine (greco) che designava il concetto di comunità e venne poi assorbito dal latino attraverso la parola “communio” e cioè società/comunità.

Ora se è vero che molti di noi si sono persi la comunità e l’attuale società sembra più attenta ad educare i nostri figli alla competizione, alla matematica, alla scienza, ai diritti, all’ambiente ed alla geografia, chi si preoccuperà di far sentire meno soli tanti giovani che vivono ai margini di questo modello di società - non più comunità – ma fatta di non luoghi?
L’aggettivo latino “communis” a sua volta è alla base del verbo comunicare composto dalla proposizione “cum” e dall’aggettivo “munis”, il cui iniziale significato era quello di “condivisione di una carica”.

Figurati siamo arrivati al dunque. Le cariche sociali? Presidente, direttivo, ecc. Ma no scherzo...Io credo che il valore fondamentale che abbiamo inserito o che forse dovremmo meglio precisare nei nostri principi e scopi statutari deve essere proprio questo: “idea di reciprocità = bisogno di comunità” una condivisione vera di una carica, nella sostanza di un voler immaginare insieme.

Una comunità che utilizzi, mai come in questo momento della nostra storia: la storia, la letteratura, la geografia, i principi delle scienze, ma anche la geometria, come fa il mio amico Renato Palmieri con la sua “quadratura del cerchio” che ci ha svelato alcuni giorni fà a Napoli, per trattare una quantità di argomenti su cui la questione fondamentale è che deve operare non la nostra volontà ma solo la nostra immaginazione.

Questo è un altro dei fondamentali motivi per i quali all’interno dei principi e degli scopi della nostra associazione dovremmo tutelare non solo il “patrimonio immobiliare” quando ne avremo (ed è giusto che sia così) ma fondamentalmente il “patrimonio creativo dell’essere umano”.

Il conflitto pure legittimo in questo caso dovrà essere affidato, così come possiamo spero condividere, ad una "comunicazione fatta in cerchio”, non finalizzata al confronto come possibile conflitto tra diversità, ma, gelosa e rispettosa della ricchezza cognitiva ed esistenziale dell’individualità di ognuno e della libera scelta del proprio stile di vita e degli autonomi percorsi personali della propria esistenza, senza mai essere strumento o struttura di micro poteri tra gli associati. L a stessa funzione del direttivo diventa di fatto opera di facilitazione "burocratica" e anche strumento di rappresentanza ma non di rappresentatività , quest'ultima affidata ad ogni singolo socio.

E’ un utopia? Si, certamente!

Ma come accennavo prima è proprio l’utopia che rappresenta o meglio la dobbiamo immaginare oggi come unico strumento reale del cambiamento. Certo a partire da noi, da me!

Ecco spero che il 10 gennaio 2010 possiamo affrontare tutti insieme una discussione o meglio condividere “quell’idea di reciprocità” per costruire la nostra comunità di clown: “uomini interi”.

Nanos

sabato 26 dicembre 2009

LEGGETE CON IL CUORE........




Carissimi/e,





Tempo fa anch'io mi ero perso la comunità e mi sentivo solo. Adesso, certamente ,sono meno solo, ed in particolare oggi che è natale, con l'illuminazione celestiale, ho riflettuto a lungo sull'esperienza fatta fin qui.


Adesso ho un sacco di amici ed amiche con i quali spero di poter condividere ancora il mio viaggio iniziato sei anni fa e due anni fà con alcuni di voi, in buona compagnia.


I principi che abbiamo inserito nella bozza di statuto (la potete scaricare dall’HOME PAGE del nostro sito www.radunonazionaleclowndottori.org ) si rifanno come potete immaginare al percorso ed all'esperienza del mio "Clown Nanosecondo" ed al lavoro comune fatto in questi due anni insieme. In particolare con Angela Stanco, l'immaginifica Principessa Naiza, e presidente del nostro Comitato, con la quale (abbiamo) ho condiviso molti sogni.


Nanosecondo è un essere che tempo fa adottò una scelta, che era allo stesso tempo "fuga & lotta" da un modello di società che avrebbe rappresentato da li a poco il suo fallimento, sia nella crisi economica, che nell'incapacità dell'essere umano di navigare "fuori dalle rotte abituali", per riconquistarsi uno spazio di autenticità.


Una società fatte di deleghe e di poteri, democratica si ma fuori dalla democrazia, perché senza amore. La prima cosa che feci all'epoca fu lasciare il sindacato. La cosa mi costo molto sia in termini economici che “affettivi”, ma questa esperienza di vita la ritenevo ormai consumata. Lo stesso sindacato non era più "strumento " sociale per un possibile cambiamento. E, così mi costruii la mia moto del tempo. Ho incontrato cosi il mio Mago Gentile Mrs Lapo, la mia anima Tegolina, la principessa Naiza, e poi….e poi...


Nel corso di questi anni ho anche scritto un sacco di storie fantastiche e si come altri anch'io ...“ho visto cose che voi umani non avreste mai potuto immaginare ...." e forse troppe (si avete ragione) ma per me sono state significative del percorso che mi ha portato fin qui oggi 25 dicembre del 2009.


Sono grato ad un mio carissimo amico giornalista di Salerno che si chiama come Enzo (Greco) il quale mi spinse a raccontare e scrivere le mie storie immanifiche su GIRO DI VITE un giornale telematico (non profit) che nasceva in Sicilia alcuni anni fa sull’esperienza di Fava. Se vi và (e avete tempo) potete ripercorre il mio viaggio “catartico” su:

http://www.girodivite.it/_Enzo-Maddaloni_.html


Il 29 dicembre è il mio compleanno, ne compio 55 di anni, eppure mi sento come se fossi nato ieri (a parte qualche piccolo acciacchino) dovute al freddo siderale dei miei viaggi con la moto del tempo.


E, questo grazie al fatto che negli ultimi sei anni della mia vita ho iniziato ad "improvvisare", vivendo anche per un certo tempo in “comunità provvisorie”. In mondi fantastici ,o meglio in paesi e paseologi dove uomini, scrittori, poeti, architetti, contadini , idraulici e filosofi cercano di costruire castelli in aria. E, così ho incontrato il mio angelo custode Mercuzio.


Certo non è stato facile, ma sono, anzi siamo qui, non più da soli, ma con la gioia di aver condiviso un percorso, per alcuni impegnativo, per altri di curiosità, ma in ogni caso con tanti nuovi amici ed amiche.


Più che in forma mi sento "forma di comunanza" mi sento "forma di adesione" (si praticamente un adesivo) ad un futuro che avanza, ma che non vedrò nella sua "nuova forma". In questo senso come Clown non credo di appartemere a nessuna comunità se non quella che creo al momento.


Per questo più che aderire oggi a certi principi che per necessità (statutaria) abbiamo inserito in un “atto costituente” che spero potremmo condividere, e sottoscrivere, vi chiedo di guardare al futuro della nostra associazione con uno spirito un pò diverso dal solito.


Insomma, come ad una "macchina del tempo" o uno "strumento quantico" “un vuoto-vuoto” per stabilire una interconnessione con altri individui, liberati dalle loro prigioni e che nel caso, si potranno mettere in gioco per prendersi un pò in giro negli spazi intergalattici con il loro clown e diventare co-creatori di nuove comunità.


Nella sostanza "prendersi cura di se". Si avete capito bene: un "se" senza accento... nel senso dell'andare verso...nel senso di perderlo....si un "se" …."NEUTRO" che và al di la dei limiti imposti (dalle stesse regole) per rompere la "forma" di un "modello" di "struttura" che rischierebbe di imprigionarci ulteriormente.


Ma è un pò come firmare una cambiale in bianco? Mi direte! Ma lo stesso Clown per sua natura non sa di sapere quello che fa prima di farlo. Il clown è il simbolo dionisiaco della maschera o meglio delle nostre maschere e del teatro della vita che in molti casi ci obbliga a mettere.


Oggi tutto è legato al "saper fare" in accordo a certi canoni e regole ,ma in questo contesto rischiamo di morire ogni giorno. Viviamo però nel frattempo - in coscienza - che c'è un elemento di contatto e contagio, un contagio della spontaneità, della libertà e della fede nella vita, per superare ogni malessere attuale, attraverso la nostra “spontaneità creativa”.


Ebbene ognuno di noi si sente bloccato perché ha paura. Paura dello sconosciuto? Il rischio

che possiamo diventare eroi così e facciamo una brutta fine: moriamo! E, si tutti gli eroi muiono.


Eppure la strada è proprio questa: lasciarsi "morire prima per non morire". Per non diventare eroi, ma semmai “tradire” "fuggire" e così per poter rinascere.


Certo morire e rinascere non è facile. Questa capacità è data solo a uomini coraggiosi o figli di Dio. Lo stesso Gesù però ci ha insegnato a rinascere. Solo che il suo messaggio lo abbiamo travisato. Alzati e cammina. Aiutati che Dio ti aiuta. Ma forse il santo Graal non è nascosto al di fuori di noi ma è dentro di noi. La stessa educazione alla spiritualità dell'individuo che abbiamo sperimentato con il council "la biblioteca dell'anima ci ha insegnato che ognuno di noi può essere "maestro" dell'altro. "Un giorno voi sarete capaci di fare molti più miracoli di me".. disse Gesù una volta ai suoi discepoli. Ma come?


Certo che se dico ciò oggi che il è 25 dicembre rischio la scomunica e può rappresentare l'atto più profondamente pazzo, ma credo che ciò possa aiutarci a farci riflettere e servire a scoprire un immagine di "se", di noi stessi più reale e vera, perché ognuno di noi è parte del tutto. Ognuno di noi è unico e divino.


Il pensiero è illusione, il corpo è realtà. Il pensiero è freccia, il sentimento è cerchio. I valori vengono attraverso una trasformazione. Per comprendere bisogna creare una “nuova educazione” che riconosce la falsificazione. Noi dobbiamo tornare ad essere farfalla:

Metto qui un importante riflessione (a mia opinione) sui mali della nostra civiltà di Claudio Naranjo in occcasione della presentazione del suo libro (omonimo):


Prima Parte - LA CIVILTA’ UN MALE, CURABILE di Claudio Naranjo

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=10936


Seconda Parte - LA CIVILTA’ UN MALE, CURABILE di Claudio Naranjo

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=10937


Dionisio e Apollo? E, già così possiamo ritrovarci e riscoprirci il quel "se" senza accento. Un "se” unitario, che le culture, il sapere ed il potere hanno costretto a personificare nella scissione del nostro "sé" diviso non autentico e liberato. Metà ubriachezza e metà lucidità (?) E, si nel clown c'è questa componente unitaria che libera senza potere tutte le nostre energie creative.


Il clown come plastica dell'anima? Un "se" concepito quindi come il nuovo "creatore del mondo". Un "se" che mette in armonia il caos generato da un modello di società che per millenni ha diviso solo le "forme" del nostro essere "unici". In questo senso la figura del Clown è "essere umano intero".


La stessa interconnessione è data dal nostro proprio nome, dai nostri recapiti telefonici, dalle nostre e-mail per essere raggiunti ognuno per condividere pensieri e sogni, oggi nel qui ed ora. Lo stesso tempo è cambiato ed ogni momento ha il suo tempo.


Per questo immagino che ognuno di noi, pur facendo parte di un'associazione (domani), deve mantenere una totale autonomia e indipendenza creativa ed allo stesso tempo entrare a far parte di un cerchio solidale, fuori dalle logiche categoriali e di potere, multitematico e multietnico.


Questo potrà anche aiutare processi di unificazione, sulla base della condivisione dei valori di noi "esseri umani" e della pratica consapevole di azioni di tutela della nostra madre terra.


L'esperienza fatta ultimamente nell'evento "Asini & Clown" è stata meravigliosa per la sua importanza simbolica e sociale. L'asino è un po come il clown. Lo stesso San Francesco diceva ai suoi discepoli agite come l'asino. Ma l’asino è il diavolo? Si entrare nell’asino è metaforicamente parlando come riconoscere i propri sbagli il proprio inferno. La concentrazione nel silenzio che incontra tutte le cose. La stessa educazione oggi è intesa più come una fabbrica di informazione, e qui si trasforma in autorità del sapere, invece ci dovremmo preoccupare che la cosa più grande ed importante è il non sapere, per comprendere meglio a capire com’è.


Ecco come clown dottori dobbiamo prenderci cura di tutti i “nostri“ malesseri della nostra società e per svolgere questa missione dobbiamo condividere almeno l'intenzione di "essere uomini liberati" più che liberi. Nella sostanza dovremmo essere tutti più “sognatori pratici” perché l'unico strumento che può farci cambiare è l'utopia.


Dobbiamo essere solo più consapevoli che siamo persone "normali"...si ... "non eroi"... che non si rassegnano a vivere senza sorridere, senza essere felici, senza libertà e giustizia sociale.


Il nostro mondo, la nostra amata terra soffre di ferite profonde inferte da civiltà in declino che non riescono ad offrire più prospettive di vita serena a miliardi di esseri umani. Dovremmo sentirci tutti/e chiamati in causa e noi vogliamo provare a non sottrarci. La stessa crisi và vissuta come un opportunità e non negativamente.


Dobbiamo essere più convinti che stiamo cercando tutti un mondo diverso, anzitutto cercandolo in noi stessi. Perche dobbiamo essere consapevoli che per cambiare la realtà che ci circonda dobbiamo prima cambiare noi stessi.


Possiamo impegnarci in comune per superare la disgregazione umana, per affermare una pratica dell'incontro, dello scambio, della ricerca e della socialità, dello stare insieme diversamente, non in maniera coatta, ma consapevole.


A me piace definirmi “sognatore pratico” perché l'utopia del benessere per tutti, della pace universale, dell'amore fra umani e per la madre terra siano realizzabili qui ed ora, per chi lo scelga, ed io posso scegliere.


Ecco, la nostra associazione non la dobbiamo pensare solo come un ammasso di articoli o di principi e di scopi codificati appriore, che ripropongono il vecchio nelle sue logiche di potere, ma come un insieme di esseri umani che vogliono costruire una nuova comunità che non giochi più sulle polarità male e bene, sapere e potere, ma che sposi finalmente un nuovo principio che non è ne attivo ne passivo, ma lo "SPAZIO NEUTRO", il campo nel quale "l'INTERAZIONE" tra gli esseri uomini fa si che "ACCADE".


Una comunità in costruzione di donne e uomini liberati e dunque libertaria perché come Clown abbiamo compreso che è fondamentale liberarci da costrizioni e autoritarismi, (come dottori clown dovremmo prima di tutto prenderci cura delle nostre malattie per poi prenderci cura delle altre e degli altri), che vengono dalle ideologie e dai censori di ogni provenienza.


Lo "strumento di incontro" della nostra comunità (associazione) è il “cerchio”, spazio sacro di comunicazione intima nella forma del council, ma anche luogo di espressione libera e paritetica di ciascun partecipante, dove il sapere e il potere non si scontrano con le logiche fin'ora date ma con la capacità di ascolto vero.


Su questo piano le stesse norme del nostro statuto non devono interferire e o interviene per sovrapporsi. Allo stesso tempo nessuna organizzazione e struttura, a nessun livello, potrà appropriarsi della creatività del singolo che resta un patrimonio non solo individuale ma anche e fondamentalmente della stessa associazione.


L’associazione per assurdo non è luogo della rappresentanza e del potere, del collettivo dei soci, ma del reciproco scambio e del mutuo soccorso dei singoli individui, un concreto moltiplicatore delle coscienze basato sulla pratica consapevole di molteplici individualità, nei diversi ambiti di presenza e attività umane.


Per questo nella proposta dello statuto e dell’atto costitutivo nei principi generali c’è la difesa del patrimonio creativo del singolo socio.


Se riflettete è un’innovazione non di poco conto. Per la prima volta in un associazione non si tutela solo il “patrimonio immobiliare” ma anche quello “creativo dell’essere umano” liberato dagli stessi vincoli dei potere associativi, ma per giunta tutelato dagli stessi. Il tutto sempre nel rispetto dei principi generali condivisi.


Un patrimonio umano quindi (sotto tutela) come espressione di cooperazione fraterna, intercategorialità, trasversalità, che supera il concetto stesso di "sapere e potere"... “dato” ...per reinventarlo, rimandando il tutto alla capacità di aiuto e soccorso reciproci, liberi e consapevoli.


La nostra associazione non potrà cosi funzionare per “veti incrociati” ma per l’esistenza stessa della volontà di funzione su iniziative sottoscritte da singoli o da gruppi di soci che contribuiscono in maniera concreta di volta in volta, all’attività per il perseguimento degli scopi associativi.


Una “rete” di “essere umani” prima che soci attivi con vari snodi e nodi di “competenze” e di “proposte” affinché anche se si interrompe un nodo o uno snodo ce ne sono altri che si attivano in maniera interdipendente.


La stessa rete web ha testimoniato fino ad oggi i suoi punti critici ma anche le sue potenzialità di coinvolgimento e quindi l'intento è costruire un associazione che sfrutti e rispecchi i processi creativi neuronali e nel contempo rispecchi la capacità dei “saperi” della stessa “rete” senza vincoli di “potere” del non fare ma semmai privilegiando il “come fare”.

La rete web, le mailing list, i messaggi SMS in tempo reale, i notiziari flash, sono gli strumenti per far viaggiare la comunicazione velocemente e capillarmente. La stessa azione del clown all'apparenza “improvvisata” diventa “modello” per costruire la nostra associazione. Certo non ce ne sono in giro molte così, vi avverto che alcune hanno fallito i loro intenti, ma dove hanno fallito? E, si proprio sul problema del “potere” e delle “gerarchie” interne?


La nostra deve essere “diversa” ed in questo senso aperta, trasparente, autogestita, con solo un semplice direttivo che gestisce solo le funzioni di rappresentanza esterna ed interna ma che lascia alla vita di rete ed al cerchio degli associati lo sviluppo dell’attività creativa della stessa associazione.


Per questo più che “regole statutarie” (queste valgono per chi ci vede da fuori) valgono per noi ed hanno molto più valore le “buone intenzioni”.


Per questo, per quanto riguarda le modalità di discussione, tendenzialmente i soci adottano il metodo del “cerchio”, cioè del riunirsi stando seduti in cerchio, ognuno “pari” agli altri, senza presidenze e vertici autoritari.


Uno dopo l’altro i partecipanti (in senso orario o antiorario fa lo stesso …., a parte il coyote) prendono la parola. Ogni incontro, ogni “cerchio”, potrà avvalersi di una figura di “facilitatore”, scelto a rotazione fra i partecipanti.


Il facilitatore si preoccupa di introdurre il tema da trattare e di consentire che tutti parlino in base ai tempi disponibili per la discussione, senza essere interrotti e con interventi sintetici. Il facilitatore ha il compito, più importante degli altri, di creare un clima di fiducia tra i partecipanti.


Nelle decisioni del cerchio si adotta, preferibilmente, il metodo della condivisione.. vale a dire della sintesi condivisa, cioè non raggiunta attraverso un voto maggioranza/minoranza ma attraverso votazioni precedute dalle motivazioni di ogni singolo. Al termine di ogni votazione il facilitatore verifica l’andamento della votazione, sintetizza quanto espresso dai votanti e ripropone, se del caso, una seconda fase di voto motivato.


Così via fino ad una votazione ultima cosiddetta “condivisa”, dove si è cercato di esprimere un orientamento comune il più attento possibile alle esigenze di tutti.


Ecco spero che tutti voi possiate cogliere appieno lo spirito e le intenzioni che ci motivano a continuare questa bellissima esperienza.


Auguro a tutti un sereno e gioioso natale.

Nanos

mercoledì 23 dicembre 2009

I "desideri" dei Bambini a Natale


Per un sano
sorriso...

"Caro Gesù Bambino, i miei compagni di scuola scrivono tutti a Babbo Natale, ma io non mi fido di quello. Preferisco te"
Sara

"Caro Gesù, sei davvero invisibile o c'è solo un trucco?"Giovanni
"Caro Gesù, mi piace tanto il Padrenostro. Ti è venuta subito o l'hai dovuta fare tante volte? Io quello che scrivo lo devo rifare un sacco di volte"Andrea
"Caro Gesù, come mai non hai inventato nessun nuovo animale negli ultimi tempi? Abbiamo sempre i soliti" Laura

"Caro Gesù, per favore metti un altro po' di vacanza fra Natale e Pasqua. In mezzo adesso non c'è niente" Marco

"Caro Gesù Bambino, per piacere mandami un cucciolo.Non ho mai chiesto niente prima, puoi controllare" Bruno
"Caro Gesù, forse Caino e Abele non si ammazzavano tanto se avessero avuto una stanza per uno. Con mio fratello funziona" Lorenzo
"Caro Gesù, a carnevale mi travestirò da diavolo, ciai niente in contrario?" Michela
"Caro Gesù, abbiamo studiato che Tommaso Edison ha inventato la luce. Ma al catechismo dicono che sei stato tu. Per me lui ti ha rubato l'idea" Daria

"Caro Gesù Bambino, grazie per il fratellino. Ma io veramente avevo pregato per un cane" Gianluca
"Caro Gesù, non credo che ci possa essere un Dio meglio di te. Bè, volevo solo fartelo sapere, non è che te lo dico perché sei Dio" Valerio
"Caro Gesù, invece di far morire le persone e di farne di nuove, perché non tieni quelle che hai già?" Marcello

"Caro Gesù, se te non facevi estinguere i dinosauri noi non ci avevamo il posto, hai fatto proprio bene" Maurizio

"Caro Gesù Bambino, non comprare i regali nel negozio sotto casa, la mamma dice che sono dei ladri" Lucia

Comitato RNCD, Facciamo nostro l'augurio di
GIU' le MANI dai BAMBINI onlus
per un Sereno Natale a tutti voi....

Fonte:

martedì 22 dicembre 2009

I CLoWn dOtToRi SbArCaNo in AlbANiA...in gommone.

E, si il momento affatichico è arrivato

SBARCHIAMO in Albania
con il gommone....

La Naukleros, CHE NON è UN SOMMERGIBILE, assieme alla MuLtIeTnIcA di Volontariato Anelli Mancanti http://www.anellimancanti.it/ , seborga nel mondo ONLUS, in collaborazione con il Comitato RNCD hanno organizzato:

Missione ALBANIA: Ambulatori di Coccole
in quel di Valona dal 5 al 7 gennaio 2010.
Con il Patrocinio di:
ASSOCIAZIONE NAZIONALE VVFF DEL CORPO NAZIONALE DELLO STATO - SEZIONE DI BRINDISI
AZIONE CATTOLICA DIOCESANA
ASL Brindisi 1
Bollettino Nautico n. 0000000000000000000000000000000000001:

LO SBARCO in ALBANIA con il GOMMONE è PREVISTO, SALVO NAUFRAGIO, per il 6 gennaio ore 07.00. Nome in CODICE della Missione: "POLIPO ARRUFFATO".

LA PARTENZA DALLA SPIAGGIA DI BRINDISI
è prevista per il 5 GENNAIO 2010 alle ore 23.00
CI SARà ANCHE LA BANDA MUSICALE "suonatori per suonati" IN FORMA CLANDESTINA se no li arrestano in fragranza di arretrato. E, si.. pure loro fanno un sacco di puzzette come Favola.

La LISTA in ATTESA inpaziente:

PRATICAMENTE COMPLETA… A MENO CHE QUALCUNO NON VUOLE FARE LA TRAVERSATA A NUOTO O A RIMORCHIO SUL SALVAGENTE.

NOTA BENE: Ci sono squali a largo!

Partecipano alla mission, anche e un responsabile della Safety and Security (ma che significa sta cosa...boh!...Forse è per evitare le puzzette a bordo del gommone di Favola).

ALLO SBARCO SULLA SPIAGGIA DI VALONA in ALBANIA BRIFING CON COLAZIONE A SACCO DI CORNETTI CONGELATI, CAFFE E LATTE IN POLVERE. SI PROSEGUE IN MARCIA FORZATA PER VALONA CITTA':

TARGET MISSION "POLIPO ARRUFFATO":

mattina: "La casa di accoglienza/orfanotrofio" di Valona”

DOVE CI ASPETTANO UN SACCO DI BAMBINI;

pomeriggio: “U.O. di Pediatria Ospedale di Valona”;


la traversata per il ritorno è prevista sempre in gommone per il giorno 7 gennaio 2010 da Valona. Il gommone è dotato di tutti i confort.

Carico a seguito:
cancelleria per i bambini - coperte - giocattoli (no peluches o elettrici che se cadono in acqua si affogano i primi e gli altri possono procurare un corto circuito)- bolle di sapone (in confezioni sigillate se no se cadono a mare le facciamo prima le bolle di sapone) e palloncini tanti, tantissimi (ci possono servire anche in caso di naufragio).

LISTA D’IMBARCO (SENZA più ATTESA)

Clown: Angelo Cofano (Dott. Birimbao - Equipe Naukleros) Domenico Chirico (Dott. Panzetta - Equipe Naukleros) Andrea Rubino (Clown Dottore Peppolo) Rappresentante di SEBORGA NEL MONDO onlus; Davide Cafarella (Resp, Security); Enzo Maddaloni Clown Nanosecondo (Comitato RNCD – La Compagnia del Sorriso Campania); Paola Giordano De Nardo Dottofessa Favola (La Compagnia del Sorriso Campania); Anna Fiorillo D.ssa Muffin (La Compagnia del Sorriso Campania); Tiziana Iervolino D.ssa Tigrotta (Arcobaleno Marco Iagulli onlus); Matilde Campione D.ssa Briciola (Arcobaleno Marco Iagulli onlus ); Carmelina D’Antonio D.ssa Mecala (Comitato RNCD);

info documentazione necessaria per l'ingresso in Albania:
Passaporto/carta d'identità non “SCADUTO”. L’organizzazione clandestina non rilascia “permessi di soggiorno” allo sbarco a Valona .
Potete scaricare tutte le info per viaggiare sicuri sul gommone qui, quo, qua: www.viaggiaresicuri.it/index.php?albania

Coordinamento Generale Missione:
Dr.ssa Cristiana Zongoli - Clown Dottofessa Stellina
Website:
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Website naukleros nel sociale:
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Comitato RNCD
Enzo Maddaloni – Clown “Dottore” Nanosecondo
http://www.radunonazionaleclowndottori.org/
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giovedì 17 dicembre 2009

IL CERCHIO DI GUARIGIONE PER LA CITTA' DI NAPOLI SUL LAGO D'AVERNO

Riceviamo e pubblichiamo l'invito degli amici di Napoli

«Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo.»

(Gandhi)



Carissimi amici ed amiche,
Guardandoci intorno vediamo tante persone che sono già attive per la città di Napoli, da anni, sia a livello sociale che spirituale. E’ arrivato il momento di lavorare per l’unione di tutti i gruppi e di tutti i percorsi in un unico movimento, che periodicamente si ritrovi condividendo un forte intento...e allora .............


Vi aspettiamo numerosi con apertura di cuore il
Domenica 20 dicembre

sul Lago d’Averno
alle ore 11,00

Questo è il secondo anno di Cerimonie sul Lago d'Averno, tante cose sono cambiate dentro di noi e fuori di noi grazie al percorso fatto insieme fino ad ora, ma una cosa è rimasta costante: il senso di gratitudine verso tutti coloro che hanno voluto condividere il sogno di risanamento della nostra Terra e la fiducia nel percorso di crescita di questo meraviglioso Cerchio di Guarigione di cui ognuno di noi è parte.

Vi aspettiamo, di nuovo, Domenica 20 Dicembre alle ore 11,00 sulle sponde del Lago per celebrare il Solstizio d'Inverno, la Festa della Luce, così da dare vita tutti insieme ad una esplosione di Luce che possa inondare le acque del lago degli intenti di pace, amore e guarigione che ciascuno vorrà portare all'interno della Cerimonia.
(nella foto I cristalli d'acqua di Masaru Emoto)
Questa iniziativa è parte integrante del movimento di riscatto che è già in atto sul nostro territorio ed ha l’intento di essere uno stimolo al risveglio delle coscienze per tornare a sentirci attivi e non più impotenti. E’ venuto di nuovo il momento di dare spazio all’amore per la nostra terra, così abusata, tradita e devastata dai suoi stessi figli.

Con apertura di cuore
"Il Cerchio di Guarigione per la città di Napoli"

Come arrivare:
Uscita Tangenziale di Napoli Arco Felice, seguire indicazioni per Baia – Bacoli fino al Ristorante “La Ninfea” sul Lago di Lucrino lì imboccare la strada sulla dx e percorrerla fino in fondo fino al Ristorante “Caronte”, quindi girare sulla dx lungo il lago. 50 m. prima di arrivare al lago, sulla dx troverete una stradina, e subito a dx il cancello di un parcheggio. I posti sono limitati quindi vi raccomandiamo di arrivare in gruppi. In alternativa utilizzare la cumana fermata Lucrino-Lido Napoli.

Info e contatti:
info@centronuovaera.it

347 3556986 (Francesco)
347 4417673 ( Flavia)
338 4173351 (Loredana)

IL MEDICO

Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.
Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore.
E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l'uomo
e vennero in tanti e si chiamavano "gente"
ciliegi malati in ogni stagione.
E i colleghi d'accordo i colleghi contenti
nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare
mi spedirono il meglio dei loro clienti
con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale:
ammalato di fame incapace a pagare.
E allora capii fui costretto a capire
che fare il dottore è soltanto un mestiere
che la scienza non puoi regalarla alla gente
se non vuoi ammalarti dell'identico male,
se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.

E il sistema sicuro è pigliarti per fame
nei tuoi figli in tua moglie che ormai ti disprezza,
perciò chiusi in bottiglia quei fiori di neve,
l'etichetta diceva: elisir di giovinezza.
E un giudice, un giudice con la faccia da uomo
mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione
inutile al mondo ed alle mie dita
bollato per sempre truffatore imbroglione
dottor professor truffatore imbroglione.



di Fabbrizio De Andrè

mercoledì 16 dicembre 2009

"C'E' UNA CREPA IN OGNI COSA...."

Ieri mi è arrivato un sms “c’è una crepa in ogni cosa……. (tratto da "Anthem" una vecchia e bellissima canzone di uno dei miei cantautori preferiti Leonard Coehn) . E, mi sono chiesto subito come non rispondere alla polemica?

(strutture di un fotone sulla base degli studi di Renato Palmieri: due visioni)

E, si è una controversia accesa e prolungata vecchia quando il mondo. La polemica riguarda: ruoli, saperi e poteri e in contrasto alla possibilità di ricercare “nuove vie” che dovrebbe essere il compito di tutti gli uomini.



La stessa polemica si identifica in questo caso con una contestazione a mia opinione fine a sé stessa, fatta per puro spirito di difesa di un ruolo e/o di una forma di potere. Il potere diceva Fucault non è solo il “potere” ma “il micro potere” del quotidiano, che si consuma in tutte le nostre relazioni: famiglia, lavoro, ambienti sociali, ecc.



In questo caso anch’io scelgo tre osservazioni sull’apologia della polemica:
A. messaggi costruiti più per cercare e sottolineare eventuali errori o imperfezioni altrui per proporre una visione personale senza la possibilità alcuna di arricchire gli altri con un contributo originale e articolato (crepa);

B. rispondere a delle singole frasi, ma senza neppure aver letto o compreso il senso che esse hanno e il contesto (crepa);

C. cercare il singolo appiglio ove far leva; la piccola “crepa” che consenta di attaccare le idee altrui piuttosto che sovrastarne l'edificio con la superiore altezza del proprio (crepa).

A questo punto qualcuno di voi mi potrebbe dire ma si però che cosa vuoi dire adesso. Non si capisce ma so che me lo direste per mero spirito polemico e quindi non mi interessa in proposito nessun vostro parere.

In questo caso le frasi non sono mie, a dirla tutta, sono osservazioni di un’altra persona a cui ho raccontato l’episodio oggetto di polemica e credo pure che questa persona si sbagli, ma in questo caso mi fa gioco riportarle e prenderle come riferimento dell’apologia della polemica sulle “crepe” senza speranza.

Sappiamo tutti che la polemica è priva di ogni aspetto negativo o positiva è fine a se stessa, è sterile non è una vera è propria critica ma solo esercizio di puro potere. Un medico amico di cui non faccio nome mi disse che chi diceva di non fare il vaccino contro la “suina” era un criminale. Alla fine gli feci presenti che c’erano molti medici che sostengono questa tesi. E, lui mi disse: “anche tu sei un criminale!”. Ed io gli risposi ma io non sono medico, sono solo un clown. Alla fine mi chiese scusa.

A differenza della polemica, la critica richiede di essere costruttiva o distruttiva con l'intento di proporre, e non solo di rilevare. E' comunque basata su argomentazioni solide, ragionate e fortemente convinte. La polemica ha invece come unico scopo quello di "parlare sopra", tenere accesa una discussione senza necessariamente proporre alternative, nuove visioni, ma rilevando ed evidenziando quanto viene fatto emergere sul tema.

“Nuove visioni”?

Nel frattempo verifichiamo che cos’è questa “luce che entra”. Tutti sappiamo che la luce è un fotone. Il fotone, come tutte le cose in natura si muovono. Il movimento del fotone è alimentato da un meccanismo (se così lo possiamo chiamare) da un motore “perpetuo” che generandosi e proiettandosi nel buio di una crepa genera altro. La vita, ogni cosa. La luce ha bisogno del buio per generare, nel senso del vuoto dell’abbandono, nel senso di far spazio.

Datemi un punto di appoggio e vi sollevo il mondo. Ora cercare il singolo appiglio ove far leva; la piccola crepa che consenta di attaccare le idee altrui piuttosto che svuotarsi con la capacità della luce di riempieri i vuoti delle nostre crepe , polemicamente con me stesso devo dire che l'ultimo episodio oggetto di polemica va rimosso da tutti avendo coscienza che ognuno probabilmente resterà della sua opinione, ma è in questo che c’è bisogno di comprendere ora il ruolo di questo “fotone” (luce) che entra o esce dalla crepa.

Ora se per entrare o uscire dalla crepa il “fotone” dovesse disporre di una crepa ideale e superiore a quella degli altri sarebbero in ben pochi ad accettare che il “fotone” potesse uscire o entrare.

E qui bisognerebbe chiedersi a noi che vogliamo costruire Castelli in Aria ma può questo castello in aria restare da solo senza che a fianco ad esso sorgano nuove città , paesi e comunità proloco senza scrivanie e segretarie isteriche o stereofoniche?
La verità che il castello in aria da solo non avrebbe alcun senso.Ora il “fotone” non è al momento ne riuscito ad entrare ne tanto ad uscire. Eppure sappiamo che li c’è luce. E, luce fu? Ma!

Qui resta il tema della crepa, perché: c'è una crepa in ogni cosa, ma è così chiaro perché è facile attaccare le idee altrui o le cose che fanno gli altri facendo leva su qualche piccola fessura o crepa che si è creata con il rischio che ciò possa produrre molte “macerie nel cuore”.

Questa storia del “fotone” che non riesce a passare però è solo nella mente dell’uomo perché in natura , per fortuna , questo capita molto spesso. Forse è una proprietà insita nelle scienze umane, nel linguaggio stesso che non sembra proprio fatto per comunicare idee, esperienze, per aprire finestre oltre che crepe per far passar la luce.

Il problema è ma se è vero che ciò si verifica in natura perché al nostro cervello non ci appare? Ma è così chiaro non sappiamo osservare la natura. O meglio quelli che l’hanno cercata di osservare da un punto di vista diversa sono stati oggetto di polemica e di scherno, sempre è comunque per dinamiche di potere.

Eppure se stiamo alla legge unigravitazionale di Renato Palmieri (legge dell’attrazione, spiegata scientificamente parlando) il fotone (la luce) è “…la struttura e funzionamento della particella ultima dell'universo fisico che ha la propria ragione in se stesso, non essendo riconducibili per la stessa loro definizione di "extremum physicum" a niente altro che sia fisicamente analizzabile.”
Ecco perché forse non riusciamo a vedere la vera luce perché la dovremmo trovare solo in noi stessi e non nell’altro. D’altronde se l’universo è luce, anche noi siamo luce.

Sembra un gioco di parole, quando trasformiamo un'idea in parole e le comunichiamo ad altri, questi le ricevono e le interpretano riportandole allo stato di idee nel loro cervello. Il significato ne viene necessariamente stravolto. Così anche se, per assurdo, la “crepa” non esistesse nell'idea originale, si viene a formare nel corso di questo processo. E il polemista troverà terreno fertile per le sue dissertazioni. Ma la ricerca delle crepe è una colpa? E' un atteggiamento negativo? No, se una crepa c'è non è perché qualcuno la cerca. Se ne sta lì in attesa di allargarsi e far crollare l'intero edificio di idee quando meno te lo aspetti. Magari presa per tempo potrebbe essere richiusa, sanata, e la polemica può aiutare in questo senso. Ma ciò impone un interlocutore che abbia capacità di ripensare, rivedere, di abbandonarsi, e non di controllare le proprie idee, le proprie motivazioni e rafforzarle in fine solo con logiche di potere fine a se stesse argomentandole solo con l’obiettivo che diventino diventino più solide e stabili e non semmai farsi attraversare.

Mi diceva il mio scienziatissimo amico Renato Palmieri che lui per non essere preso per pazzo ha dovuto attendere i suoi 85 anni per divulgare (come ha fatto ieri sera a Napoli (il suo teorema della quadratura del cerchio sul V postulato di Euclide) tanto.

Quando come in questo caso una dimostrazione matematica viene sottoposta ad altri matematici questi la analizzano cercando il rigore logico di ogni passaggio. Se una sola “crepa” viene trovata l'intero costrutto crolla. La ricerca però non è fatta con lo spirito di (luce) aiutare a trovare una soluzione ma solo con quello di “verificare” quella proposta e/o di limitarne la sua azione.
Nella sostanza lo spirito usato è molto più simile a quello polemico che a quello critico e molte volte ciò nasce dai nostri cervelli più a volte pieni di rabbia e di tristezze.
Chi individua una crepa deve proporre un'alternativa.

Ci sono stati pensatori pieni di luce che hanno semplicemente osservato la natura ed hanno letto cose che altri non vedevano perché? Ma è semplice perché si ponevano difronte a questa esperienza con gli occhi di un bambino come Renato Palmieri.

Ecco riprendere in mano le nostre argomentazioni, per far entrare o uscire luce dai nostri cervelli significa abbandonarsi , rimettersi in discussione, ripulire il nostro cervello, mettere a posto le crepe e farsi attraversare da soli dai “fotoni”.
Se la crepa è stata trovata proviamo rimetterci in discussione “per non entrare nell'elenco di quelli che avevano fallito”.

In definitiva, la polemica sulla “crepa” e sulla “luce” sta nel “riconoscersi” e non ha necessità di proporre altre visioni, altre proposte, ma dovrebbe portare ognuno di noi a formularne delle migliori da soli.
Non sono più propenso a confrontarmi con persone che rinunciano a farsi attraversare dai propri “fotoni”:“…..ed è da lì che passa la luce.." ed è così che solo alla fine L. Cohen ci invita alla speranza.


Nota finale:

Purtroppo i due disegni dei fotoni di Renato Palmieri bisogna immaginarli in movimento ( se andate sul sito ("repalmei fotone" sotto) li vedrete in movimento e rendono di più quello che vi sto proponendo qui come riflessione.


Il primo con rotazione oraria ed il secondo antioraria. Dal centro della stella parte il primo cerchio che trasla su un raggio della stessa ed a seguire gli altri due in maniera a spirale.

- Dante nel canto XXXIII del Paradiso della divina Commedia osserva finalmente Dio (la luce), grazie all'intercessione di Maria alla quale San Bernardo (guida di Dante per l'ultima parte del viaggio) aveva chiesto aiuto perché Dante potesse vedere Dio e sostenere la visione del divino, penetrandola con lo sguardo fino a congiungersi con Lui, e vedendo così la perfetta unione di tutte le realtà, la spiegazione del tutto nella sua grandezza:


“……Ne la profonda e chiara sussistenza
de l'alto lume parvermi tre giri
di tre colori e d'una contenenza;
e l'un da l'altro come iri da iri
parea reflesso, e 'l terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiri…..”


“….O luce etterna che sola in te sidi,
sola t'intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi!...”

Nel punto più centrale di questa grande luce, Dante vede tre cerchi, le tre persone della Trinità, il secondo del quale ha immagine umana, segno della natura umana, e divina allo stesso tempo, di Cristo. Quando egli tenta di penetrare ancor più quel mistero il suo intelletto viene meno, ma in un "excessus mentis" la sua anima è presa da un'illuminazione e si placa, realizzata dall'armonia che gli dona la visione di Dio, dell'amor che move il sole e l'altre stelle.


"..Qual è 'l geomètra che tutto s'affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond' elli indige,
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova;
ma non eran da ciò le proprie penne:
se non che la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne.
A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'amor che move il sole e l'altre stelle."


Fonti:
http://xoomer.virgilio.it/repalmie/fotone.htm

http://xoomer.virgilio.it/repalmie/geomcomp.htm

http://xoomer.virgilio.it/repalmie/secondofronte.htm

http://gamblin--ramblin.blogspot.com/2008/07/linno-c-una-crepa-in-ogni-cosa.html