martedì 31 agosto 2010

"IO SONO..."

Sussultano al tocco
glli alberi,
ridono concitati,
sussurrano risposte
di bambini,
osservano poesie.



Un crine, un vezzo,
un cielo:
tutto è clown.

Dipingi
l'emozione inquieta
e giochi con la lacrima
se l'iride t'ingombra;

il fremito d'un dito
o di un abbraccio goffo
tra i ripiani del mondo
meraviglia la tua danza
(di calzino).

Allora esci dal supermercato
e osservi attento.
Tutto è meraviglioso
e perfetto.

(Clown Zelilu, al secolo Lucrezia Stella)

venerdì 27 agosto 2010

LA COMUNITA' del SORRISO


“Io ho un sogno!”

Ne ho accennato spesso in passato con alcuni amici. E così, continuo a pensare di vacche! Me la sogno anche di notte “La Terra del Sorriso” e così, per realizzarlo cerco di farvelo anche condividere, perchè io lo sto praticando da un bel pezzo.

Per realizzare ci vogliono persone che possono fare a meno del condizionatore, che le formiche non le impressionano, che il silenzio non li angoscia, che le farfalle non gli sono indifferenti, che i reality tv non li appassionano se non li vivono direttamente….Ma, se proprio non puoi fare a meno delle tue comodità non ti preoccupare, ti voglio bene lo stesso!

“Lettere da Kirghisia” (Silvano Agosti). E, un paese straordinario “dove ognuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un’utopia, ma un bene reale e comune”, insomma è un luogo dove non ci sono ne guardie, ne sentinelle. Dove nessuno si fustiga più da solo.

Nella "COMUNITà' DEL SORRISO" (come nel paese di Kirghisia), carissimo Alessio, non c’è bisogno di scrivere o ri-scrivere l'antropologia o la storia e neppure la costituzione perché tutti la sanno a memoria, è composta di una sola frase:
“Al centro di ogni iniziativa, l’attenzione dello Stato e dei cittadini va innanzitutto all’essere umano”.

Ecco il progetto dovrebbe partire dalla “forma” e da un ”luogo”.

Ad Apice l'altra sera la sindacasse e l'assessore al ramo della pargoletta mana ci ha indicato il Castello ...oh che bel castello.....ma potrebbe essere anche un vecchio casale da ristrutturare con un pò di spazio intorno fatto appunto di cielo e terra con noi in mezzo....uaooo. Tutto intorno, a questo luogo immaginifico dove sarà possibile anche realizzare un minimo di residenzialità per le persone del gruppo comunitario propomotore ci potranno vivere e poi mano mano prevedere la possibilità di costruire case.

Certo con le balle di paglia (come mi ha suggerito Mario Festa un mio amichissimo architetto che sta cercando di unire tutti i fili del grano
http://www.ecoblog.it/galleria/case-di-paglia e così realizzare iniziative che potete leggere anche qui sotto nella proposta più generale del progetto.

Costruire la terra del sorriso con un’ottica di autosuffcienza. Un villaggio locale inserito nel futuro globale del mondo. Dove sarà possibile coltivare e mangiare prodotti genuini ed incontrarsi con le persone e prendersene cura.

Certo le difficoltà sono molte ed alcuni di questi progetti sono falliti. Lo so e ne sono cosciente. Lo dico subito: è un progetto che stavamo realizzando con alcuni amici in Umbria (Orvieto sul Monte Peglia) con altre persone. E’ fallito perchè non si era compreso il senso vero della ”comunità di umani” che si doveva “formare” per realizzare un progetto così impegnativo. Io credo che qui ci siano le basi per costruire questa realtà.

Ecco, anche molti carissimi amici "comunitari provvisori", mi avevano chiesto che ognuno di noi desse un contributo per realizzare una nuova prospettiva di vita? Ecco questa è l’utopia, il sogno che “provvisoriamente” sto praticando.

Sono cosciente che un Clown come me non può certo trasformare il mondo ma come ogni clown, comici, pagliacci, giullari e buffoni so però che posso lottare contro questa mancanza di reciproco rispetto, a partire da me e forse cosi non ci sarà più bisogno di penitenze.

Io sò, che un clown può esprime felicità, felicità che può aiutare ad interrompere, anche se per un’attimo, le sofferenze umane. Io sò, anche che il clown è l’unica creatura che ride dei propri sbagli e proprio per questo può affrontare la violenza ed i violenti. Io sò, che un clown può amplificare il sorriso della Terra ed ecco perché ……

”Noi, clown del mondo, abbiamo il dovere di dire agli uomini ed alle donne della nostra era, di ogni religione e di ogni nazione: coltiviamo la risata! Coltiviamo la risata contro le armi che distruggono la vita, coltiviamo la risata che si oppone all’odio, alla carestia ed alle ingiustizie del mondo. Non la risata che discrimina gli altri, per il loro colore, religione, razza, abitudini, gusti… ma la risata che celebra tutte queste differenze. Coltiviamo un sorriso che sia come la nostra vita: vario, diverso, armonioso e generoso…..(perchè) …. MENTRE RIDIAMO SIAMO PACE!
(Joao Pessoa Brazil 2 dicembre 2002 - "Manifesto del Clown").

Ecco questo è quello che vorrei fare da grande!

Linee guida per un progetto di realizzazione di una “Comunità di Cloen & Sognatori Pratici" (o isola che non c’è…o Paese delle Meraviglie….o cosa?

FONDO, FONDATORI & fondazione?


Gia ci siamo costituiti a Gennaio in Associazione e si potrebbe prevedere per la gestione la costituzione di una cooperativa sociale. La soluzione dell'associazione è più semplice e veloce e costa anche meno. Poi in seguito si può pensare anche ad altra struttura giuridica che affianchi per la gestione di attività specifiche. Non più di sei sette soci.

Se poi non ci interessa in concetto di proprietà si puo pensare ad uno strumento giuridico e se avessimo un pezzo di terra ad una fondazione (lo sapete che per fare una fondazione basta un "fondo"? In ogni caso le soluzioni di gestioni da punto di vista “giuridico e di tutela” potranno essere studiate in base alle esigenze che si prospetteranno.

Acquisizione di un casale con terreno agricolo con possibilità di realizzare un minimo insediamento abitativo anche per due tre famiglie; realizzare delle sale idonee per le attività dei laboratori, ed altro. In verità si potrebbe azzardare il recupero di un vecchio borgo o paesino abbandonato ...e perchè non di un bel castello. Ma per non complicarci la vita andrebbe bene anche la prima soluzione.

Natura sociale del progetto: “Fattoria Sociale”


Con tutte le attività sociali, agricole ed artigianali che si possono sviluppare. Oggi sono previsti anche dei finanziamenti per queste ultime tipologie di strutture.

Chi potrebbe aderire

Persone di diversa provenienza ed estrazione che hanno compreso finalmente quali sono i reali bisogni di vita. Suggerirei all’inizio non molte, bastano anche quattro o cinque ben affiatate. L’inizio mette sempre a dura prova le persone quindi preferibile che siano persone fortemente motivate sul progetto. Di fatto accomunate dall’appartenenza o contiguità al progetto della nostra “Comunità di Clown & Sognatori Pratici”. In seguito si possono aggregare anche altre associazioni in patnariato semmai.

Persone fondamentalmente che hanno deciso di unire i propri sforzi per dotarsi (e dotare in futuro i propri figli) di una possibilità diversa di vita, immaginando ed iniziando a praticare una comunità di intenti (economica, sociale, culturale, spirituale) fondamentalmente che pratichi la “comunicazione non violenta”; che abbia contemporaneamente carattere di estrema apertura all’esterno e si proponga come modello e punto di riferimento per quanti cercano strade diverse dall’alienazione dei modelli di vita contemporanea e da tutti i flagelli e flaggelamenti possibili ed immaginabili.

Una comunità che costruisca la sua democrazia interna unificando tra i componenti: dolori , pauri e amori. (Ueh! Non fate subito cattivi pensieri non intendo sesso selvaggio, ma anche questo e ammesso senza delega dell'assessore! ah ah ah ah!!!!)

Nella sostanza ispirati da alcuni valori condivisi che tentano di allargare la sfera dell’amore incondizionato, attraverso la contaminazione tra arte e scienza. Per contrastare: la paura o meglio la percezione di essa in rapporto alle nostre false credenze, i suoi corollari (violenza, odio, invidia, gelosia, avidità, menzogna, malattia), utilizzando strumenti come: l’esercizio delle emozioni positive, la discilina della serenità, tra le quali il ridere è una delle più potenti.

Dove potrebbe e dovrebbe agire questa esperienza. Ovunque, in particolare nei luoghi in cui si soffre, ma anche nelle strade e nelle piazze, nei paesi e nei borghi. E, questo lo stiamo già praticando.

Se ci chiederanno ma cosa è veramente importante per noi dovremmo rispondere: il servizio, l’umiltà, l’ascolto che non crea gerarchie. Quell’ascolto che ci rende liberi e non “prigionieri”. La qualità, la ricerca di noi stessi nei confronti con gli altri perché solo la collaborazione e non la competizione può farci evolvere.

Se ci chiederanno a chi ispiriamo la nostra azione possiamo certamente rispondere agli insegnamenti di vita di: Gesù, San Francesco d’Assisi, Ghandi, Michel Focault, Jiddu Krishnamurti, Donald Winnicot, Franco Basaglia, Ernest Rossi, Eric Berne, Francesco Bottaccioli, Victor Frankl, Michail Bacthin, Bruce Lipton, Roger, Rosemberg, Guendellin, Candace Pert, Joe Dispensa, Manitonquant, Fritjof Capra, Dario Fo, poeti, filosofi e scrittori, artisti di strada , saltimbanchi, contadini, calzolai, idraulici, librai, insomma tutti gli uomni di buona fede,.............solo per citarne alcuni.

Possiamo anche aprire una "Squola di Clown" , una Squola non di eroi ma di disertori, di non maestri, anche perchè anche noi come Jean Léon Jaurès siamo convinti che:
“Non si insegna quello che si vuole; dirò addirittura che non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è.”.

In ogni caso, al di la dei libri che possiamo leggere, e qui la libreria Masone è ben fornità, sarà il nostro “modo d’essere” che ci potrà insegnare vera saggezza nel mentre (esso) si rispecchia negli altri.

Ecco perchè pensiamo che dovremmo studiare oggi non solo per essere meno “stupidi” ma fondalmente per essere più “stupiTi!”.

Se poi ci chiedarro qual'è il mezzo per percorre un sentiero tanto difficile, dovremmo rispondere: diventa anche tu Volontario del Sorriso o Clown Dottore, o Clown Scemano, .....Clown creatore di una nuova “Comunità” e proprio perché umana fondamentalmente anche "provvisoria", ma non per questo poco stabile o peggio precaria. Certo avendo coscienza che chi pianta quest'albero non mangerà i suoi frutti.

Per realizzare questo progetto ci vogliono persone che possono fare a meno del condizionatore, che le formiche non le impressionano, che il silenzio non li angoscia, che le farfalle non gli sono indifferenti, che i reality tv non li appassionano se non li vivono direttamente…allora quanto segue fa per te. Ma non ti preoccupare, ti voglio bene lo stesso !

COS’È la “COMUNITA' DEL SORRISO”

Un luogo fisico, un luogo emotivo, un luogo mentale, un luogo spirituale, un luogo olistico. Un’entità giuridica.Fisicamente potrebbe essere posta
nelle vicinanze di un raccordo autostradale tipo NAPOLI - BARI - TELESINA paesi della provincia di Benevento o Avellino ciò per facilitare l’accesso e la mobilità degli ospiti. Quindi un terreno in un paesino vicino a questi assi viari.


La struttura abitativa all’inizio dovrebbe dare la possibilità almeno al primo nucleo (4/5 persone di abitarci ed avviare un minimo di attività). Con possibilità sviluppare altre unità abitative. Estensione del terreno idoneo alla progettualità della fattoria sociale.



Quindi luogo di produzione di cibo sano, erbe medicamentose, animali da non sacrificare. Produzioni e residenzialità che non devono alterare l’equilibrio naturale.


Emotivamente è un luogo dei sogni da realizzare, il luogo del buono, del bello, della pace, dell’aiuto, della risata di gioia.

Mentalmente è il luogo della formazione, della comprensione, della sperimentazione di pratiche decisionali, economiche, terapeutiche, riabilitative nuove e diverse da quelle del mondo normale (che è in realtà il mondo alla rovescia).


Spiritualmente è uno dei luoghi di ancoraggio della luce nel passaggio epocale che stiamo attraversando. Il XXI secolo o sarà spirituale o non sarà (per spirituale intendo che ognuno possa liberamente pregare il suo dio.)
Olisticamente è il mondo (in piccolo), semplicemente come dovrebbe essere, cioè al dritto.

Giuridicamente è un’associazione, una comunità di persone del tutto “provvisoria” e dove chiunque può sostare e chiedere asilo senza discriminazione alcuna.


COSA NON E’:
Un’utopia, anche se pensiamo in grande e per questo vogliamo così praticare l’utopia; Non è un agriturismo, anche se ci sarà ospitalità con vitto e alloggio; Una comunità confessionale: tra noi ci sono già cattolici, miscredenti, gnostici, panteisti, animalisti, ufologi, sindacalisti e falegnami, ex comunisti, comunisti di destra e di sinistra persi e dispersi paesani e spaesati e così ognuno potrà pregare liberamente il proprio Dio, senza fare torti agli altri.

Un buen retiro (?):
Certo ci sarà tempo per riflettere per divertirci e per ridere per fare e per pensare, tempo da dedicare a se stessi ma, anche per donarlo agli altri. Tempo non per affrettarci(ti) e correre ma, tempo per essere contento. Tempo non soltanto per trascorrerlo ma, tempo perché te (ce) ne resti, tempo per stupirci(ti) e tempo per fidarci(ti), tempo per toccare le stelle e per ascoltare il vento. Tempo per crescere, per maturare. Tempo per sperare nuovamente e per amare. Tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno ogni tua ora come dono. Tempo anche per perdonare. Altro che ritirarsi, sarà sempre pieno di gente e di cavoli da fare. Un modo per perdere denaro: neanche: di guadagnarne…diciamo che ci accontentiamo dei pareggi. Ecco perché non dico che ha più senso rimandare.


FINALITA’ GENERALI

La COMUNITA' DEL SORRISO è una comunità ospitale ed ha le seguenti finalità di fondo:

Contribuire alla costruzione di un’alternativa credibile al modello di sviluppo presente. Decrescita!

Dotarsi della possibilità di creare uno spazio vitale autonomo, dal punto di vista economico, sociale e spirituale, dove ogni partecipante (ed ogni ospite) tendenzialmente viva in completo equilibrio con le leggi naturali, nella solidarietà e nell’amore reciproco.

Realizzare un punto di riferimento concreto, un modello di nuove relazione e di approccio alle modalità di presa in cura di tutte le malattie, formazione, interculturalità, approcci basati tutti sul rispetto e la valorizzazione della persona umana. Prendersi cura della persona più che curare la malattia.

Dare la possibilità a quanti ci vorranno aiutare di pensare che nella "Comunità del Sorriso.... ”...c’è sempre un posticino anche per me?……”

QUALI ATTIVITÀ VI SONO/SARANNO ATTIVATE

Residenzialità

I componenti del gruppo promotore gradualmente dovrebbero dotarsi di infrastrutture abitative realizzate ex novo oppure ristrutturate secondo i modelli della progettazione bioedile, ( anche con l’uso di materiali innovativi e competitivamente economici ) nelle quali risiedere permanentemente (case con le balle di paglie). Insomma piu che una testimonianza sarà un progetto altamente tecnologico;

Produzioni agricole, allevamento, trasformazione prodotti agricoli. La fattoria Sociale tenderà all’autosufficienza alimentare: Saranno implementate colture tipiche della zona, ortaggi, allevamento di animali da cortile, apicoltura ecc…
Verranno usate le metodiche della permacoltura, nonché dell’agricoltura biologica. Verranno confezionate conserve, marmellate, liquori con uno specifico marchio di commercializzazione.

Presa in Cura delle persone:

La Fattoria Sociale Comunità del Sorriso racchiude anche (chiaramente) una funzione di terapia e riabilitazione, nonché di promozione delle medicine olistiche (comico terapia, ecc).


Obiettivo e quello di realizzare uan capacità recettiva per ospitare, oltre i residenti, almeno fino a sei-sette persone in difficoltà psicofisica o disagio sociale.


La comunità del sorriso dovrà essere in grado di offrire loro cura e riabilitazione secondo le metodiche delle medicine cosiddette dolci, “medicine integrate” comico terapia utilizzando la vita sociale, animale, vegetale del luogo, come momento terapeutico.

Ospitalità turistico/ricreativa:

La Fattoria Sociale si caratterizzerà anche come struttura aperta all’ospitalità turistico/ricreativa. Con visite guidate ai borghi ed ai sapori della zona. Attraverso la riqualificazione anche su siti archeologici ed altro dal punto di vista paesaggistico. Saranno quindi in funzione un punto di ristorazione ed alcune camere per ricettività agrituristica, nonché di bungalows, roulottes e piazzole da campeggio. Sarà quindi possibile organizzarvi anche soggiorni in collaborazione con strutture pubbliche (ASL, Comuni, CRAL aziendali ecc…)

Centro nazionale di formazione:
Un’altra attività importante per la comunità sarà la possibilità di offrire formazione a gruppi di persone o gruppi professionali.
Oggetto della formazione: la gelotologia attraverso laboratori esperenziali di comicità e salute, lo studio delle medicine olistiche e dolci, la comunicazione non violenta, biodanza, ecc…

Centro di produzioni artistiche:
La “Comunità del Sorriso” status fattoria sociale dovrà caratterizzarsi come luogo di produzioni artistiche ed artigianali. Saranno riservati spazi per la produzione teatrale, pittorica, dell’arte ceramistica, musicale, video.

Parziale autosufficienza energetica:
Saranno messi in opera accorgimenti tecnici per il risparmio energetico e la produzione autonoma di energia: riscaldamento delle strutture, produzione di acqua calda e di energia elettrica (diversificazione delle fonti energetiche). Un fitodepurazione delle acque con la realizzazione di un laghetto artificiale di recupero delle acque reflue e piovane e tutto quanto utile e necessario a limitare l’impatto ambientale.

In occasione del 1° Incontro della nostra Comunità sarebbe bello discutere un pò anche di questo sogno, nel frattempo scrivetemi e fatemi sapere che ne pensate.




a cura di Nanosecondo
al secolo Enzo Maddaloni
Presidente Associazione
RNCD Comunità di Clown & Sognatori Pratici
http://www.radunonazionaleclowndottori.org/
info@radunonazionaleclowndottori.org

mercoledì 25 agosto 2010

1° INCONTRO NAZIONALE CLOWN COMUNITA' RNCD




"STIM ARR'VENN PR'PARAT'ù"
........ 1° INCONTRO CLOWN DOTTORI & SOCIALI

della Comunità RNCD












"… nelle pietre del selciato dell’antico borgo di antico...











...in compagnia dei Dinosauri ...vi sarò svelato il segreto dei segreti…





dal (2) - 3-4-5 settembre 2010
vi aspettiamo
nel BORGO
antico di
SAN LORENZELLO (BN)


a partire dal pomeriggio del 3 settembre
ma se ti va di arrivare il 2 faccelo sapè...in tempo!

Programma dei tre giorni + mezzo :

Giovedì 02/09/2010
ore 17.00/20.00
ASPETTANDO i CLOWN
• laboratorio creativo con i bambini e cittadini di San Lorenzello presso i locali ex convento carmelitani in collaborazione con gli artisti di CREAART34 di Formello - Roma
• Coordinamento evento Clown Squasapasa

ARRIVO PARTECIPANTI L'INCONTRO

Venerdì 03/09/2010
ore 15,00
arrivo degli clown ospiti;
ore 19.00 affidamento temporaneo di un clown alle famiglie attraverso asta pubblica
ore 20.00 presentazione dell’associazione
ore 20.30 cena comunitaria (purtat ‘na cosa )

Sabato 04/09/2010
ore 9.oo
cerchio clown in piazza padre pio “uota e gira” (facim’ ammuina) giro del paese e reclutamento cittadini per orchestrare in banda Clown;
ore 10.30/13.00 laboratorio “ una nuova strategia d’amore” rivolto ad adolescenti ed adulti presso largo san lorenzo;
ore 10.30/13.00 laboratorio “la costruzione della macchina” rivolto ai bambini ex convento dei carmelitani;
ORE 13.15-15.15 PAUSA PRANZO
ore 15,30/17.30 laboratorio musicoterapia RISERVATO a CLOWN e ADULTI tenuto dai Maestri della Scuola di Musicoterapia di San Gesualdo (AV) - presso la Scuola Media di San Lorenzello;
ore 17.30/19.30
CERCHIO DEI TAMBURI APERTO TUTTI



tenuto dai maetri di musicoterapia della Scuola San Gesualdo (AV) - Largo San lorenzo
ore 21.00
CONCERTO MUSICALE
DELLA SPERANZA
Largo San Lorenzo
"processione d'ammore" ...con clown al seguito....
( e fatemelo di..so veramente contento che vengono pure loro...)




a seguire palco clown libero com cena in AGROTURISMO

Domenica 05/09/2010
ore 9.30 raduno piazza padre pio “’uota e gira 2”
ore 10.00 incontri clown creativi… e ricreativi
ore 11.30 pausa messa e benedizione dei clown da parte di don Michele Volpe
ore 13,00 pranzo domenicale clown
ore 17.30 abbracci liberi

Organizzazione
L’evento è promosso ed organizzato
dall’Associazione Comunità RNCD
www.radunonazionaleclowndottori.org

e dalla Pro Loco di San Lorenzello (BN)
http://www.prolocosanlorenzello.it/

Nel bellissimo borgo antico dell’immaginifico paese di pietra e polevere di stelle.

La formula è quella del DONO:

I clown che aderiscono all'immaginifico evento della “Comunità RNCD” si accrediteranno direttamente presso la sede della Pro Loco e saranno ospitati AGGRATIS dalle famiglie che avranno messo a disposizione per le DUE notti (dA VENERDI/ SABATO - SABATO/DOMENICA le proprie case e/o il Comune, la Pro Loco e la Parrocchia ambienti comunitari PROVVISORI.

Per ospiti extra comunitari chiedere SEMPRE "permesso di soggiorno"
direttamente alla PRO LOCO DI SAN LORENZELLO

Sponsor ufficiale i CITTADINI di SAN LORENZELLO (BN)

Obbligo di prenotazione entro e non oltre il 23 agosto 2010
da inviare in paranza ai due indirizzi email:

Coordinamento Organizzativo :

PRO LOCO San Lorenzello (BN)
"http://www.prolocosanlorenzello.it/">http://www.prolocosanlorenzello.it/
prolocolaurentina@hotmail.it
contessacinzia@virgilio.it
Presidente Cinzia Conte
+39 3470107598

Comunità RNCD
"http://www.radunonazionaleclowndottori.org/">http://www.radunonazionaleclowndottori.org/
info@radunonazionaleclowndottori.org
Clown Squasapasa
+39 334 2306480

Con il Patrocinio del Comune

di San Lorenzello (BN)

Come raggiungerci a SAN LORENZELLO (BN):

DA NORD
AUTOSTRADA NAPOLI - ROMA
USCITA CAINIELLO Proseguire direzione Benevento sulla SS Telesina
Uscita CERRETO SANNITA – SAN LORENZELLO

DA OVEST
Autostrada SALERNO CASERTA ROMA
Uscita Caserta Sud proseguire direzione Maddaloni
SS TELESINA DIREZIONE BENEVENTO
Uscita CERRETO SANNITA – SAN LORENZELLO

DA SUD
Autostrada NAPOLI - BARI USCITA BENEVENTO
SS TELESINA DIREZIONE CAINIELLO
Uscita CERRETO SANNITA – SAN LORENZELLO

DA EST
SS TELESINA DIREZIONE CAINIELLO
Uscita CERRETO SANNITA – SAN LORENZELLO

In treno
Meta più vicina STAZIONE FERROVIARIA di TELESE TERME (BN)

Autobus:
meta più vicina TELESE TERME (BN)
diverse autolinee vedasi internet

in aereo:
AEROPORTO DI CAPODICHINO 1h e 15 min. in auto da San lorenzello
per fare prima potete venire in mongolfiera o vi fate PARACADUTARE!!.


Noi da dove veniamo? .... da molto lontano



martedì 24 agosto 2010

LA VOGLIA DI GUARIRE(*): perchè ridere fà bene alla salute


Come Clown Dottori ci conforta sempre più che la stessa ricerca scientifica stia dando ragione, motivazione e sostegno alla nostra azione.


Attraverso queste ricerche comprendiamo meglio perché ridere fa bene alla salute e perché alla base della comico terapia ci sono queste due componenti essenziali di tutte le medicine: l’ARTE & la SCIENZA.

Descrivo qui in sintesi la sperimentazione effettuata al Loma Linda University in California dove hanno optato per un metodo più scientifico, arruolando una ventina di volontari e - anziché sottoporli a trattamenti e farmaci sperimentali come capita sempre a chi accetta di farsi arruolare in un trial clinici di sperimentazione da parte delle case farmaceutiche - li hanno messi a guardare un film o vari sketch comici, scelti da loro stessi (insomma, quello che ha fatto molti anni fa e che racconta nel suo libro Norman Cousins: "LA VOGLIA DI GUARIRE").

L'esperimento è durato tre settimane, con frammenti di commedie da venti minuti ciascuno "somministrati" tutti i giorni. Prima e dopo il controllo, i medici effettuavano gli esami del sangue, confrontandoli con quelli eseguiti dopo aver visto film ansiogeni o tristi come "Salvate il soldato Ryan".

Che cosa hanno osservato e verificato con questo studio?


1. Nei pazienti "trattati" con risate sonore e prolungate - tutte persone a rischio diabete e con un livello eccessivo di grassi nel sangue - un miglioramento dell'equilibrio ormonale;


2. Cortisolo ed epinefrina (due sostanze che aumentano nei periodi di stress) si erano abbassate.

3. Una risata al giorno ha fatto anche diminuire il livello della leptina e crescere quello della grelina, con l'effetto di un miglioramento dell'appetito. Se questo effetto secondario del ridere può essere sconsigliato agli obesi, ha sottolineato Berk, l'ilarità diventa un alleato importante per le persone sottoposte a chemioterapia, ricoverate per lunghi periodi o depresse dopo un lutto;

4. L'effetto dei film comici sugli esami del sangue si apprezza anche nel livello di colesterolo: l'équipe californiana ha notato una riduzione di quello cattivo. Si abbassano anche i livelli di tutte quelle proteine che indicano uno stato di infiammazione del sistema cardiovascolare e sono associate al rischio di arteriosclerosi.

5. Tutti questi effetti benefici, insieme alla regolarizzazione della pressione sanguigna e al miglioramento del tono generale dell'umore, hanno fatto concludere ai medici americani che una risata prolungata e sonora equivale a una sessione di sport.

6. "Ridere - ha spiegato Berk nella sua presentazione - ha l'effetto di modulare molti aspetti della salute umana e la risposta dell'organismo a un riso prolungato è analoga alla risposta che si ha dopo un'attività fisica moderata, aumento di appetito incluso". Ma se ormai nessuno dubita più del fatto che il riso sia un'ottima medicina, lo specialista californiano ora vuole estendere i suoi studi anche agli effetti benefici dell'ascoltare musica o del cantare.

Qui suggeriamo questi medici e ricercatori di mettersi in contatto con: Masaru Emoto, Tian Xu, Bruce Lipton , Candace Pert, Joe Dispensa, ecc
Riprendendo ed invitandovi a leggere alcuni articoli che scrissi tempo fà su girodivite.it un giornale non profit:

(*) LINK per scaricare il libro “LA VOGLIA DI GUARIRE” di Norman Cousins
http://www.sandroaiello.it/libro/la%20volont%E0%20di%20guarire.pdf


Di seguito una sintesi della ricerca del Dr. Berk , tratte da un'intervista pubblicata nel numero di Settembre/ Ottobre 1996 questione della Umore e Sanità Journal.

http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.holisticonline.com/humor_therapy/humor_therapy_benefits.htm&ei=S-J0TNzrBoPKswaEjqSUBg&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CBsQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3DLee%2BBerk%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rls%3Dig%26prmd%3Do

QUI UN'ALTRO ARTICOLO interessate che potete leggere:
"Un clown è come l'aspirina, solo lui lavora due volte più veloce." (Groucho Marx)

venerdì 20 agosto 2010

MUSEO dell'ARIA di Cairano (AV)

La prima realizzazione di Cairano 7x è il museo dell'aria.

Ha sede sulla rupe, sulla nuca del meteorite che spunta nella valle dell'Ofanto, tra il Formicoso e la sella di Conza.

Il museo non ha arredi, ha solo custode (un fornaio) e una direttrice. Per istituirlo ci siamo avvalsi unicamente della nostra immaginazione.


Ci sono tanti musei in giro, spesso sono inutili. Non esisteva un museo dell'aria, un luogo cioè dove le persone possono andare non per vedere qualcosa ma semplicemente per sentire che la nostra vita si svolge nell'aria e che non c'è niente al mondo che sia più importante dell'aria. L'aria è come il mare, non è mai ferma.




(opera esposta nel museo dell'aria di Cairano
Titolo : "INCANTO")
L'aria non è mai nostra, viene sempre da qualche parte. Certe volte quando d'estate soffia il vento da nord est io sento in un quel filo di freddo il respiro di una coppia che si è baciata poche ore prima a Sarajevo, vedo gli occhi di un'anziana donna affacciata alla finestra a Fiume. L'aria è un dono che contiene tanti altri doni.

Dovremmo ricordarcelo ad ogni respiro, ogni volta che ci entra nei polmoni il giro del sangue è più lieto, i pensieri si fanno appena più chiari. Il mondo vive perché è circondato da un filo d'aria, ma noi ce lo scordiamo, perché l'aria non l'abbiamo fatta noi, non è una macchina, un telefono, un cuscino.

Il museo dell'aria a Cairano non dispone neppure di un cartello segnaletico o di guide. È un museo virtuale, nasce nella testa di chi sale alla rupe, non ha orari di apertura e di chiusura. Non appartiene allo Stato e neppure ai privati. Appartiene a chi sa stare all'aperto, a chi sa di essere una piccola parte di questo vorticare perenne a cui stanno appese le piccole scene della nostra vita e di quella degli altri.

L'aria è una bestia colossale e generosa, dà la vita a noi e alle formiche, ai cani e alle piante. Il museo di Cairano è la nostra forma di devozione a questa bestia invisibile e senza forma. Forse quello che chiamiamo Dio è semplicemente l'aria ed è un Dio a cui ci piace credere, è un Dio che ha tanti fedeli inconsapevoli e tante chiese, una per ogni polmone, per ogni acquasantiera del respiro.

(opera esposta nel museo dell'Aria di Cairano (AV)
Titolo : "RUPE IMMAGINIFICA")
(Testo di Franco Arminio)

“Potessimo vedere oltre il nostro sapere, ed anche un poco oltre il baluardo del nostro presagire, forse allora sopporteremmo le nostre tristezze con più fiducia delle nostre gioie : Poiché esse sono i momenti in cui qualcosa di nuovo è subentrato in noi, qualcosa di ignoto ; i nostri sentimenti ammutoliscono in timido imbarazzo, tutto in noi arretra, si fa silenzio, e il nuovo inconoscibile, vi sta nel mezzo e tace” (Rilke)
La nostra identità è sì una seconda pelle e la cultura è sì l’orizzonte di senso in cui fiduciosamente ci muoviamo senza farci fin troppe domande, ma anche che essa è un vestito che può essere cambiato e la nostra cultura è un orizzonte che può mutare. Quello che conta è non perdere il centro in se stessi.
Il senso del “viaggio” ci permette di continuare a vivere o sopravvivere nel deserto della storia cercando di scoprire “i difficili segnavie” tra le precarie e mutabili rotte dei carovanieri viandanti nella storia o nelle storie. In una realtà che non ha strade segnate,definitive e sicure ( se ne vedi una è sicuramente o possibilmente un “miraggio”,l’uomo è sempre più un nomade o un viandante che è sicuro solo di stare in quel posto in quel preciso momento.
Il suo è movimento puntuale , da un punto a quello immediatamente successivo .Il problema è non farsi prendere dalle vertigini dello spazio liscio o dalla paura della solitudine.

Il “viaggio” è anche educarsi a vivere senza mappe dal momento che il contesto sociale non è più in grado di dare senso alle nostre azioni.

Siamo come carovane nomadi che si muovono su un terreno liscio, e non dobbiamo lasciarci ingannare dagli orizzonti in movimento, senza enfatizzare il vestito che indossiamo, non lasciarci sopraffare dalla disperazione,quando manca l’acqua o l’oasi non corrisponde alle indicazione della mappa o delle speranze.
Vivere senza mappe è alienante solo per chi è educato a vivere di mappe e finalismi o verità eteronome. Sicuramente è un vivere con un senso di povertà antropologica e può essere faticoso ma è sicuramente meglio dell’iperattivismo dei nuovi mutanti o delle pigrizie immobilizzanti dei sopravvissuti alle mitologie ,alle metafisiche o peggio alle teologie astratte ed autoritarie.
(dell'Angelo Mercuzio - al secolo Mauro Orlando)
Il MUSEO dell'ARIA da un'Idea di Elda Martino,
DIRETTRICE del MUSEO dell'ARIA di Cairano (AV)
Dottoressa Elda Martino (archeologa)
Custode:
Antonio Perego Luongo, il mio amico fornaio di Cairano. Lui ogni tanto sbriciola molliche di pane per far mangiare gli uccelli che riempiono le sale del Museo dell'Aria di Cairano.

Mi ha chiesto se ci sono amici e/o amiche che gli possono dare una mano per custodire il museo.
Andate a visitarlo è il primo museo realizzato dalla Comunità Provvisoria:
http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2010/08/19/ripropongo-il-museo-dellaria/

Orario di apertura

dalle ore 00,01 alle ore 00.00 di ogni giorno
ingresso libero

mercoledì 18 agosto 2010

La patologia della collettività preferisce che si incolpi il singolo

La patologia della cultura, ciò di cui non si parla: meglio incolpare il singolo.

La presenza di una certa quota di disagio, conflittualità, sofferenza è insita nella nostra stessa condizione di esseri umani e costituisce il nostro fardello esistenziale di dolore.


È esperienza comune che talvolta, anche grazie a ciò (e non necessariamente ciò nonostante), si possa condurre una vita il più possibile aperta alla possibilità di: Essere, autostima, sicurezza, sfera fisica, psicologica, sociale, spiritua-le.

Divenire, capacità di raggiungere scopi ed obiettivi autonomamente prefissati, appagamento,
aspirazioni.

Appartenere, il modo e la possibilità che l’individuo e l’ambiente si integrino e si nutrano vicendevolmente.

Per usare le parole della famosa scienziata americana, Candace Pert, che nei suoi studi ha saputo inscrivere le brillanti ricerche sui recettori degli oppiacei nel più ampio quadro dell’unità corpo-mente, «la salute è molto più che l’assenza di malattie; significa vivere in modo non egoistico, che mira a pro-muovere una sensazione di comunione, amorevole cortesia e perdono.
Vivere in questo modo crea una sensazione di felicità spirituale che aiuta realmente a prevenire le malattie. Benessere significa confidare nella capacità e nel desiderio del corpo/mente di guarire e migliorare, se appena esiste la possibilità di farlo».

Il terreno più che mai attuale, sul quale muoversi, può dunque venire individuato dal modo in cui influiscono reciprocamente le anomalie della neuro-chimica, le eventuali predisposizioni al piacere, le esperienze relazionali, ambientali e simboliche.

Compito ultimo della scienza, a seconda delle varie discipline nelle quali essa si esplica, dovrebbe sempre essere quello di portare l’Uomo ad un maggiore e più integrato livello di consapevolezza verso se stesso, verso gli altri, verso le creature animate e inanimate con le quali ci troviamo a condividere la nostra esistenza sulla Terra.

L’andamento dissociato e folle dell’individuo contemporaneo è l’inevitabile esito della grossa difficoltà e talora incapacità di esprimere se stessi.

La distanza dall’autenticità delle emozioni e la non consapevolezza conduce a, e allo stesso tempo è alimentata da, una visione meccanicistica, all’interno della quale parole come sentimenti, solidarietà, amicizia e amore sono quasi diventate tabù.

Lavorare nelle tossicodipendenze implica necessariamente riflettere su quella che può essere considerata, per usare le parole di Hillman (2002), una patologia della cultura, che spesso crea, o perlomeno supporta, la patologia dell’individuo.

di Carmela Longo

(psicologa - psicoterapeuta)
Clown Caramella

(Da Montanari C., Longo C., L’integrazione pluralistica nelle tossicodipendenze, percorsi formativi e terapeutici, F.Angeli ed. 2005)

sabato 14 agosto 2010

LA NOSTRA è LA VIA DEL CUORE

La domanda infinita: qual è il significato della mia vita?


Com’è immaginabile non ci può essere una risposta univoca a questa domanda.


Il mondo è bello perché avariato, direbbe qualcuno. Dico anche che ognuno di noi è una parte di D’io sono. Quindi il significato della vita sta nel “verbo” nella “parola” direbbe qualcun'altro.




Logos?

Personalmente ho letto molti libri ma alla fine mi sono reso conto che non avrei mai potuto imparare quello che io non sono, per il semplice fatto che lo contenevo già. Ma è anche vero il contrario che ognuno di noi è tutto e quindi è solo una questione di comprensione e di saper leggere la propria esistenza nel verso giusto.


Ma qual'è il verso giusto?


Una partecipante ad un mio laboratorio clown che prima mi aveva chiesto che tecnica usi al termine dello stesso mi disse “sei autentico”! Ecco cos' vi svelo la mia tecnica: l'autenticità fuori da ogni maschera. In questo senso il clown rappresenta una vera è propria pedagogia.

Questa cosa mi fece riflettere e ritornare ad una considerazione che avevo letto poco tempo prima in un libro di Dario Fo “Manuale Minimo dell’Attore” (nuova edizione a cura di Franca Rama -Ed Enaudi Tascabili pag 140 "il presupposto di una Morale" e "Un eccezionale maestro con il quale non sono d'accordo" pag 141).



Insomma quando il Dario Fo in questa "discussione" con Jacques Lecoq sosteneva: “ Come si può imparare una pratica reale, che è quella di riferirsi ad una platea, senza il pubblico?” . Lo diceva in proposito del fatto che Lecoq gli aveva detto: “Nella mia scuola offro agli allievi tutto il bagaglio necessario a una buona educazione corporea e gestuaria …. poi ognuno è padrone di applicarla come e dove gli pare”.


“No!….” – rispose Dario Fo – “… questo distinguere la tecnica dal contesto ideologico, morale, drammaturgico, è un grave errore …” ..e continuando….” ..ed è talmente vero che i mimi di Lecoq si assomigliano tutti, che siano giapponesi o americani del Massachusetts o filippini o bergamaschi.” ........“E questo significa che alla base di certe scuole artistiche di teatro, di mimo, di clown, si privilegia il discorso tecnico a qualsiasi problema. Si impara nella sostanza come respirare, come sviluppare emotivamente il linguaggio del corpo…ma ci si dimentica della parola”.



Logos, qui nel senso più largo del termine di significato del suono, e del suo effetto sull’anima del personaggio attore, mimo o clown, avendo coscienza che il clown è attore , regista , scenografo di se stesso e che non finisce mai d'imparare.


Ora veniamo alla nostra "morale". Quello che noi facciamo come Clown “Dottori” e/o “Sociali” (Volontari) non può essere per me avulso da questa brevissima premessa che mi da modo di spiegare la pedagogia della nostra via, la via del clown, la via del cuore.


Nel laboratorio “clown” che propongo e che ha per titolo: “Alla Ricerca del Tuo Clown…ma, se trovi qualcos’altro va bene lo stesso” (non a caso), c'è un rischio bruciare le tappe di questo viaggio che resta lunghissimo, e mio padre che faceva l’autista di camion mi diceva sempre: “quando inizi un lungo viaggio mettiti comodo.”


D’altronde vè l’ho già rappresentato, che questo laboratorio semplicemente è solo l’inizio di un percorso che richiede una lunga “palestra clown”. Per "palestra clown" intendo proprio quel contatto con il pubblico, la strada, i diversi ambiti dove è possibile mettere ognuno in gioco il proprio clown, nella relazione con gli altri. La nostra è una "Università del Marciappiede", e che nessuna me ne voglia quando dico scherzando nel paradosso dell'azione che "i nostri clown vanno a battere".

E’ proprio da questo contatto con il “pubblico”, con la strada, nei diversi ambiti e contesti dove all’inizio propongono che devono agire i nostri clown, risponde proprio a quella esigenza rappresentata da Dario Fo, di trovare una morale del proprio essere Clown, quel “grande ideale” del proprio Clown che altrimenti gli Dei ucciderebbero.


Così è successo in alcuni casi (metaforicamente parlando) quando si crede di poter fare il clown solo grazie a fatto di aver imparato qualche tecnica: camminare, muovere gli occhi, o tenerli fissi, senza che dietro questa scelta dell’uso stessa della tecnica (come fare un palloncino o altro gioco…) non ci sia assolutamente un forte ideale, una forte morale,ed aggiungo nel senso più nobile del termine un valore “alto politico” che trascende ogni aspettative di un “sé” per affermare un “se” senza nessun accento senza nessuna aspettativa del fare, senza nessun potere del proprio ego credo che il clown muoia.


Continua Dario Fo nel suo libro: “E’ pericoloso imparare pedissequamente le tecniche , se ancor prima non si decide il contesto “morale” in cui collocarle”.


Sulla base di questa premessa faccio riflettere che la “casa comune” che stiamo costruendo, non è solo il frutto di una somma di “tecniche ingegneristiche” o di un aspetto individuale del nostro essere e del significato che diamo oggi alla nostra vita in una comunità fatta di non luoghi, dove non ci possiamo rivolgere ad una singola patologia perché è tutta la società che rischiamo di scoprire malata e non noi con la nostra sana follia, ma quindi come altre volte ho detto è proprio il trascendere il nostro corpo attraverso la "nostra intenzione paradossa" che essa stessa diventa la nostra nuova morale con la quale confrontarci per provare a costruire la "nostra casa" nella palude.



E, già. Il “terreno” nel quale dobbiamo costruire la "nostra casa" è una “palude” e quindi prima di costruirla dobbiamo capire che forza abbiamo noi per avventurarci in questa palude e valutare bene, anche quale tecnica "costruttrice" imparare, anche perché è probabile che non ci sia allo stato una tecnica adeguata in assoluto partendo dal fatto che stiamo sperimentandoci tutti ad affrontare questo terreno (nuovo) e paludoso della relazione con se stessi e con gli altri attraverso il nostro clown.


Quindi per costruirla su questo terreno dobbiamo comprendere che c’è necessità di umiltà, di senso della misura, di autentica sensibilità, di non entrare in competizione con se stessi e con gli altri, di ascolto (verso se stessi e verso gli altri) e quindi sostegno reciproco, avendo coscienza che questo viaggio che abbiamo intrapreso, prima che ci possiamo prendere cura degli altri, ci dobbiamo prendere cura di noi stessi.


Nessuno può scimmiottare un altro, ognuno dopo aver studiato la propria “morale" la propria forma" si deve preoccupare di preservare la proprio autenticità e personalità.


Il lavoro sul clown che stiamo cercando di fare insieme sulla base di questa nostra esperienza vorrei credo che sia un diversa dalle solite. Qui testimono semplicemente un valore frutto di un esperienze e di riscontri avuti sul campo in questa esperienza ed in particolare rispetto non al fine, ma all’ideale del nostro clown, fare comico terapia che potremmo riconiugare in "LOGOSCOMICOPIA".


La parola da sola non basta, il senso dell'essere se stessi non basta, bisogna invece riuscire a ridere di "se", in maniera più pia.


Per questo il bagaglio STANDARDS che vi invito a portare sempre dietro è: la consapevolezza dei vostri limiti, e la vostra autenticità.


Bisogna avere coscienza che l’esperienza del clown è spesso contraddittoria. Il clown è multiforme. Si deforma, e questo può far paura, o può essere utilizzato negativamente, come una forma di potere (dei più buoni) o soddisfando solo ed esclusivamente il proprio ego, che poi quando non riesce a confrontarsi in maniera sincera con gli altri rischia di rimanerne frustrato.

E, qui gli dei uccidono il clown!


Il clown è “uomo intero”. Il Clown ha la capacità di raccogliere e riciclare tutto e ricominciare d’accapo. Questo è il suo "valore politico”, questo è il suo “alto ideale”, questo è il suo senso “sociale” di libertà nei confronti degli stereotipi delle “maschere”, avendo coscienza che il clown è la maschera (nel senso di autenticità del significato della vita per ognuno di noi) , nel suo significato del tutto.

Ecco per questo dico che i Clown sono raggi di luce verso il cielo, e quando vanno su a sinistra incontrano la luna, mentre a destra il sole perché solo cosi sono capaci di ascoltare il fruscio delle stelle e fare magie gentili.


Ora ve ne svelo una: provate a spostare l'orologio e mettetelo sul polso opposto dove lo tenete di solito, da oggi e per un'anno. Perchè? Lo scoprirete da soli e nel tempo. Vi potrà capitare di farvi un sacco di risate ma questo non ha nessun effetto collaterale, come sapete. Male che vada mettetevi il pannolino.



State nella bellezza,

Nanos


P.S.
ops...dimenticavo ... noi non ci poniamo il problema di prenderci cura "solo" degli altri come clown "dottori" perchè daremmo per scontato che le "malattie" non sono anche le nostre. Le nostre come causa effetto di un modello sociale realizzato sulla "competizione" , "sull'invidia" .."sulla paura" e non sulla "amore". In questo senso la nostra associazione è "comunità libertaria di clown dottori e sociali e sognatori pratici". Solo partendo dalla realizzazione del significato vero della nostra vita possiamo prenderci cura dell'altro altrimenti è solo finzione.... spettacolo appunto senza nessun valore. Però, quando ci si prende cura dell'individuo nel contesto sociale ci si prende cura dell'intera società, famiglia luoghi.

Questa è solo la mia personale esperienza di clown. E' cosi che ho ridato un significato alla mia vita: ridere di me! Nanos

(L'autore del logo di questo post è il nostro carissimo amico e poeta irpino Gaetano Calabrese)





APICE (BN) 22 AGOSTO Clown "Dottori" & Miedici a Consulto

Domenica
22 Agosto 2010

ore 20,30

CLOWN "Dottori" & Miedici a consulto
Piazzale
Papa Giovanni XXIII
APICE (BN)

Incontro "comunitario" con:

Prof. Mauro Orlando
Presidente Onorario Comunità RNCD

D.ssa Ida Albanese
Sindaco di Apice (BN)


Clown "Dottore" Nanosecondo
Presidente Comunità RNCD

Clown Dottoressa Caramella
Consigliera Comunità RNCD

Dott. Enrico De Fortuna
Medico Specialista In Urologia

Dottor Pietro Carbone
Assesore Istruzione, Cultura e Politiche Sociali Comune di Apice (BN)





http://beneventoecosolidale.wordpress.com/2010/08/24/fotomosaico-di-clown-dottori-miedici-a-consulto-apice-22-08-10/


Modera l'incontro
Clown Dottofessa Mecala
Vice-Presidente Comunità RNCD







....se partecipate rischiate di divertirvi....

..per i casi più gravi sarà allestito un
"AMBULATORIO DI COCCOLE"
a cura dei "dottori": Clown Trombele, Clown Bette , Clown Supply, Clown Split, ed il mitico ed autoctono Clown N'Druccio


"se non siamo tutti uomini di medicina siamo già malattia"

(L. e M. Cowan)


lE IMMAGINI SI RIFERISCONO AD ALCUNI MOMENTI DELL'IMMAGINIFCIO INCONTRO,

GRAZIE APICE.....


...oh che bel castello......!!!!?????



giovedì 12 agosto 2010

ALCOOL LO CONOSCI VERAMENTE?

Oggi si parla molto di droghe ma pochi parlano dei rischi derivanti dall’abuso delle sostanze alcooliche, l’alcool è una droga a tutti gli effetti. IL PROBLEMA PURTROPPO VIENE SOTTOVALUTATO.


In Campania la popolazione che fa uso eccessivo di alcool e’ in aumento. Negli ultimi anni ed in particolare tra i giovani (anche minori) c’è un uso eccessivo di questa sostanza.

L’abuso di alcool comporta un impatto negativo sull’intera persona, non solo sul suo corpo, ma sulla personalita’, ed ha un risvolto negativo anche sulle relazioni con gli altri.

L’alcool viene assorbito dal sangue molto velocemente. Gran parte dell’acool ingerito (circa il 90% subisce una trasformazione per mezzo dell’attività del fegato , dando vita a composti dannosi per l’organismo. La quantità di alcool non metabolizzata (indicativamente fra il 2 ed il 10%) viene eliminata principalmente grazie all’attività di reni e polmoni.

Gli organi danneggiati dall’abuso di alcool sono numerosi: cuore e vasi, fegato (epatite, cirrosi epatica), apparato riproduttivo (ridotta fertilità) , esofago (tumore), stomaco (tumore) , intestino, pancreas, sistema nervoso centrale (delirium tremens, epilessia, allucinosi, atrofia celebrale). Inoltre, i metaboliti prodotti dal consumo di alcool provocano lesioni cellulari (reversibili se affrontate tempestivamente, irreparabili se l’abuso di alcool continua nel tempo).
La persona che abusa di alcol nega di non essere piu’ in grado di controllare la situazione, e questo crea molti dissidi con chi gli sta intorno E TANTA SOFFERENZA.

Non bisogna infine dimenticare gli effetti che potremmo definire “indiretti”, derivanti dall’abuso di sostanze alcoliche , quali i numerosi incidenti causati da chi guida o svolge altre attività delicate o pericolose in stato di ebbrezza.
L’importante e’ dunque, per un adulto di sana costituzione, bere con moderazione, e soprattutto imparare a godere della compagnia degli amici e delle persone CHE GLI VOGLIONO BENE.
LE DONNE INCINTE E GLI ADOLESCENTI DEVONO ASTENERSI DALL’USO, ANCHE MODERATO, DI ALCOOL.

Come Clown dottori cerchiamo, nei vari contesti sociali, di far provare una gioia senza nessuna dipendenza, con la sola tenerezza che ci vibra nel cuore: noi stessi creando stati di “sana follia”.
ENERGICAMENTE…CLOWN cerchiamo di “mettere in moto” le abilità, attraverso IL CONTATTO CON IL NOSTRO BAMBINO DI DENTRO, che si apre dinanzi a tutti e che diviene liberO di esprimere ogni nostra “maestria”, per ri-creare la nostra vita.

Quando la vita è più dura, quando ci vengono poste delle sfide più alte nel campo della salute, dei rapporti umani o della sopravvivenza è perché noi stessi ci siamo creati quelle situazioni per comprendere e solo dopo aver accumulato tutti questi “strumenti necessari” possiamo tirarcene fuori con grazia. Qualunque madre lo sa. Non ve l'ha mai detto vostra madre che il vostro Dio non vi da mai più problemi di quanti non riusciate a sopportarne?

Certo oggi la società ci pone un sacco di problemi. E, se il problema siamo noi? Non riusciamo più a “reggere”: questioni economiche, di salute, bisogni insoddisfatti e implosioni emotive che ci fanno perdere gli equilibri .eppure siamo certi che nella vita noi tendiamo verso
UN EQUILIBRIO GIUSTO E IN ARMONIA CON NOI STESSI, CON GLI ALTRI E CON LA TERRA.

Ecco come Clown Dottori vogliamo solo offrire un'opportunità .

Come clown dottori siamo consapevoli che c’è bisogno di uno slancio che ci può aiutare a vivere pienamente, riscoprire i sogni nel cassetto e ritrovare l’originaria passione rispetto alla quale non abbiamo nessun punto di riferimento, nessuno a cui chiedere o da cui andare perché non avendo mai avuto prima questa esperienza, tutto ciò su cui possiamo contare è la nostra capacità ed è a quel punto che ci viene chiesto di rivolgerci verso i livelli più profondi del nostro essere per comprendere i nostri veri bisogni di vita: accettazione, gioia , amore
E' CONDIVISIONE.

Comunicazione sociale a cura dell’associazione
Comunità RNCD

martedì 10 agosto 2010

Per "UNA NUOVA STRATEGIA D'AMORE"

“È chiaro che la via per guarire la società dalla sua violenza e dalla mancanza di amore è quella di sostituire la piramide di dominio con il cerchio dell’eguaglianza e del rispetto”.

A pronunciare queste parole è stato Manitonquat durante il suo intervento alle Nazioni Unite nel 1998, in occasione del 50° anniversario della morte di Gandhi. La via del cerchio è una via ambiziosa, che punta a cambiare non soltanto noi stessi, ma il mondo in cui viviamo. Che punta a guarire noi stessi, le nostre famiglie, le nostre comunità, la nostra Terra.

La via del cerchio è la via del cuore. Noi siamo energia e l’energia è movimento. Lo stesso significato del sé andrebbe riconsiderato. A me piace definirlo “se” (senza accento) congiunzione. Lo spirito mette alla prova il nostro corpo nelle forme esperienziali duali. Bene e male . Ma lo stesso bene e male non esistono. La stessa parabola del grano e della zizzania insegnano: solo il male può sorreggere il bene. Non è il “profondo” del nostro corpo che dobbiamo analizzare ma è “l’alto” e trascenderlo. Scoprire il significato ed il senso della nostra vita. Oggi abbiamo sempre più maggiori conferme sia dalle ultime ricerche nel campo delle neuroscienze che della biologia genetica e molecolare che dalla fisica quantica che il cuore è coinvolto direttamente in questo processo. In verità le filosofie orientali da tempo ci indicano questa strada. Il cuore, regola i flussi energetici vitali del nostro benessere e della nostra salute. Esserne pienamente consapevoli rende possibile creare un’armonia tra il battito del nostro cuore, il nostro cervello ed il ritmo vitale della Terra che oggi sono sempre più all’usino e ciò i aiuta: la terra è incinta! Il XXI secolo sarà caratterizzato da questo significativo cambiamento di paradigma: un uomo nuovo sarà l’erede di quello vecchio, in grado di costruire nuove comunità nel segno dell’amore e non della paura. Comunità di sognatori pratici: i clown? Credo di si nel senso di “uomini interi” perché il clown utilizza nuove vie di relazione che in alcuni casi come quella del cerchio è antica quando il mondo, sia per la propria formazione ma fondamentalmente per comunicare non ad un livello più “profondo” ma più “alto”.




Il termine Clown deriva da “colonus”: contadino, lo zotico , l’inurbano colui che batte le strade, arriva ad esibirsi nei circhi, per poi approdare alla corte dei Re, dove diventa il giullare, il folle che può permettersi di dire tutto quello che agli altri è vietato. Ai nostri giorni il clown è arrivato negli ospedali, dove diventa “uomo di medicina”, nella sostanza egli ri-prendendosi cura di “se” riesce a prendersi cura degli altri. Un percorso che non dimentica quindi il forte legame del clown con la terra.
Gli Dei nascosero la poesia nel cuore degli uomini , perché li nessuno l’avrebbe cercata. La trovarono solo i bambini, i poeti e i clown.
Come gruppi di clown è dal 2004 che ci riuniamo nel cerchio in occasione dei raduni ed incontri di diversa natura, anche nella nostra comunità di clown e sognatori pratici abbiamo “adottato” questa modalità d’incontro.

Inizialmente era un bel modo per stare insieme, per confrontarci tra di noi, con una modalità al di fuori dalle rotte abituali, ma presto ci siamo resi conto che il cerchio poteva entrare a far parte del percorso di formazione dei clown dottori. L’esperienza di questi anni mi ha confermato le aspettative ed il cerchio (il council comunemente detto) è stato inserito a pieno titolo nei principi dello statuto e dell’atto costitutivo della nostra Associazione Raduno Nazionale dei Clown Dottori in breve “Comunità RNCD”, definendoci “sognatori pratici” e come “uomini e donne di medicina”.

Dovremmo chiederci a questo punto quali possono essere “le nuove strategie di cura” del XXI secolo alla luce anche delle nuove ed importanti osservazioni scientifiche che ci vengono proposte dalla PNEI e dalle ricerche nel campo dei conflitti biologici e della natura stessa della malattia nel rapporto tra pensiero, emozioni ed organo. Per questo “curare” oggi significa, fare un percorso all’interno di un nuovo approccio verso un senso nuovo di “presa in cura” che è radicata nella “esistenza” considerando la malattia “una metafora della vita” e di per se un processo di guarigione come ogni processo di crisi ci impone di confrontarci con noi stessi e con gli altri in maniera diversa comprendendo meglio quali sono i nostri reali bisogni. E’ radicata anche nell’esistenza, di percorsi professionali che hanno dato al senso di cura “uno stare tra limiti e confini ben definiti”; nel mentre oggi ci si affaccia sempre più ad osservare la necessità di “integrazione dei diversi sistemi terapeutici” e che molti di questi, antichi come il mondo, andrebbero riscoperti ed osservati da un altro punto di vista. E quindi c’è necessita di uscire fuori dai confini. Affidarsi di più agli specchi dell’immaginazione e no solo dei saperi e gli stessi interventi realizzati con modalità scientificamente provate e quindi con “l’approccio del dubbio”. Quindi, il senso del prendersi cura può assumere significati diversi da chi lo uso o da chi lo legge. Un giorno mi chiamò a telefono un amico medico e mi disse che nell’ospedale dove lui lavorava era entrato un esorcista per curare un malato. Era scandalizzato. Io gli risposi e perché no?

Il termine anglosassone “to cure” e “to care” dove il primo significa “curare” (guarire una malattia) ed il secondo (therapeiuen) che significa “prendersi cura” della persona nella sua interezza, si concentra e valorizza le capacità attive della persona (effetto placebo). Lo stesso approccio “terapeutico” dell’attività del Clown “Dottore” che per un dato momento si “prende cura” della persona in una corsia i ospedale, si pone di fronte a lei non come se essa fosse una persona malata ma come una è persona e basta, nella “pratica” si rivolge alla sua parte sana, ovvero privilegia ciò che uno ha e non ciò che manca. La stessa epigenetica (scienza che studia il DNA) è paragonabile al testo che sto scrivendo e sul quale si faranno delle copie tipografiche uguali, eppure chi leggerà il testo lo potrà interpretare in maniera diversa e diametralmente opposta. La scienza è di per se uno sguardo “..oltre siepe” dove infiniti spazi ed universi si aprono alla nostra vista per una nuova e diversa presa di coscienza di “se” e della cura migliore possibile. In questo caso bisogna stare attenti però ed essere coscienti che la stessa ricerca di salute intesa come piacere, felicità non possono essere "perseguite" ma, devono solo "risultare". Nella sostanza più si mira ad esse più si mancherà il bersaglio. Ciò vale ancora di più se parliamo d'amore o di piacere sessuale (eros inteso nella sua più completa eccezione del termine) perché noi siamo incapaci a provare "orgasmi" di pura felicità. I nostri sono solo surrogati, perché contengono un elemento che è fuorviante: “l'attaccamento”. Ecco il problema è non chiedersi più (adesso) "io sono?" ma, "dove sono?".

Qui ricorro alla filosofia di Heidegger, per intendere la cura come “apertura verso se stessi” e gli altri, verso il mondo, avendo cura del mondo e degli altri. Lo stesso Heidegger suggeriva la differenza tra “cura autentica” e “cura in autentica”, dove nella “cura autentica” il soggetto si assume direttamente la “propria cura” e per quanto possibile non la delega agli operatori, se non per capacità o funzioni totalmente compromesse (casi di emergenza-urgenza). Per “cura inautentica” invece Heidegger considerava il totale abbandono dell’autonomia della cura e la delega ad operatori e professionisti della cura. Ecco spero che tutti noi siamo d’accordo sul “prenderci cura” e curare nella visione più corretta e in questo senso sperimentare anche nuove vie. In questo contesto di riflessione ripropongo il concetto “dell’abbandono della delega” senza che ciò significhi far da soli, anzi il contrario. La via del cerchio resta la via della relazione, del rispetto e della “non delega”.

Le leggi naturali che Darwin ha scoperto non erano e non sono giustificative e avrebbero fatto inorridire lo stesso Darwin, per come le stesse sono state interpretate in malo modo: autorealizzazione individuale per soddisfare aspetti meramente economici e materialistici e la stessa competizione dei mercati ha causato una riduzione progressiva delle spese sociali (scuola e salute). La lotta di sopravvivenza incentrata sulla competizione senza limiti alcuno tra gli individui, resta un aberrazione. Il paradosso in questa nostra epoca di vero oscurantismo individualistico (altra cosa è l’individuo nella sua unicità e quindi l’individualità), e solo a giustificazione strumentale delle leggi Darwiniani della selezione umana (competizione e delega, vanno di pari passi) che ci sta facendo allontanare sia dal contesto scientifico che naturale e per esso spirituale vero.

Quindi lo stesso concetto di prendersi cura degli altri passa necessariamente attraverso la necessità di prendersi cura innanzi tutto di se stessi, anche attraverso “strumenti” come la realizzazione di “una nuova strategia d’amore” (eros: nella sua più completa espressione, che non sia solo l’immagine utile agli scopi consumistici dello stesso sesso). La via del cerchio ci impone una “ricerca alta” del nostro “se” nel confronto ed il “congiunzione” con gli altri e con noi stessi nel segno qui del più “profondo” rispetto reciproco, basando il nostro impegno verso la disciplina della serenità, consapevolezza ed equilibrio.

La nostra comunità, che si raccoglie nel cerchio, è fondamentalmente una comunità di diversi tra uguali, dove non ci sono maestri né allievi, dove non c’è spazio per le gerarchie, ma soltanto un reciproco e profondo rispetto. Nel cerchio non c’è spazio per un unica verità, ma si creano le condizioni per parlare ed ascoltare con il cuore, perché emergano le verità di ciascuno, ed è una condizione perfetta perché il clown che si “nasconde” dentro ogni essere umano possa gioire, coltivare se stesso ed entrare in comunicazione “alta” con gli altri. Il clown è il nostro bambino interiore, quella parte autentica di noi stessi che abbiamo perso mettendoci le maschere di un quotidiano fatto di “non luoghi”.

Il clown non è una maschera ma è la nostra maschera. Il clown così attraverso il cerchio si esprime, parlando con il cuore, uscendo così da qualsiasi dinamica di potere. Nel viaggio (laboratorio) che proponiamo e che abbiamo chiamato: “Alla ricerca del tuo clown …ma se trovi qualcos’altro va bene lo stesso!”… invitiamo le persone a dedicare un proprio tempo alla ricerca del proprio clown interiore attraverso un cerchio della conoscenza: in questo modo le persone sono in qualche modo “obbligate” a parlare con il cuore, ad essere sincere, a mettere a nudo le proprie luci ma anche le proprie ombre. La stessa cosa si verifica nel laboratorio “una nuova strategia d’amore” in forma più leggera chiaramente perché rivolto a più persone. Così un gruppo di persone che si incontrano per la prima volta e si siedono o nella riservatezza del cerchio per la prima volta o stanno nel secondo caso una di fronte all’altra, quando si lasciano dopo qualche ora è come se si conoscessero da sempre. Un secondo o mille anni diventa la stessa cosa. E, quale modo migliore per iniziare a lavorare insieme? Il clown dottore è se stesso “bene e male”, solo prendendone coscienza che compie un’operazione di trasformazione della realtà, diventa un “essere umano intero”, non è più frammentato in un mosaico di luci ed ombre che non si riconoscono reciprocamente, ed è proprio attraverso questo processo arriva a riconoscere il divino che è in sé, che è in ognuno di noi, è per questo egli è “poesia fatta persona”.
In questi ultimi sette anni della mia vita come clown ho compreso molte cose di me e questa esperienza mi ha insegnato anche l’importanza dell’utilizzo della metafora quale chiave di ingresso al nostro cuore o l’intenzione paradossa che lo stesso clown utilizza per ri-decidere della sua esistenza.
Alcune delle più formidabili esempi di metafora dei “nativi d’America” ricorre al nome di animali e/o cose con l’aggiunta di una qualità. Questo linguaggio tratto dal mondo animale e dagli elementi della natura è utile per esprimere il proprio stato d’animo. Lo stesso clown è animale. La carcassa il corpo lo rende vero perché il pensiero è illusione il corpo realtà. “L’immaginazione è più potente della volontà” diceva Emile Coué (farmacista francese vissuto nel secolo, ed è proprio vero).
Praticando il council in questi sette anni abbiamo incontrato centinaia di persone, in un rito di riconoscimento reciproco, di comprensione della natura umana, rinnovando ogni volta questo rito con grande rispetto e comprensione della sua sacralità antichissima. Siamo sempre più convinti che il cerchio rappresenti un passaggio fondamentale nella formazione del clown dottore, sia per la conoscenza di se stesso e degli altri ma fondamentalmente per la gestione dei vissuti individuali e di gruppo. A volte abbiamo difficoltà a far comprendere le magie che ci accadono quando incontriamo in ospedale pazienti grandi e piccoli. Magie che sono difficili da raccontare, a meno che non le racconti ad un altro clown dottore. A volte non si trovano neppure le giuste lettere per comporre le parole per descrivere emozioni e vissuti. A volte raccontarle in pubblico sembra anche una forzatura, un’invasione di intimità profonda. Le cose che spesso si posso leggere in giro su molti libri in proposito, noi che viviamo direttamente l’esperienza comprendiamo che non rendono il giusto senso del vissuto. Dove quindi custodire questi vissuti se non in una “biblioteca dell’anima” ? E, cosi ne abbiamo aperta una nella nostra Comunità di Clown Dottori (RNCD).




Anche in questo senso la via del cerchio ci ha dato una mano per condividere tra i clown i vissuti rappresentandoci come questa via oggi sia riconosciuta anche dalla medicina (cosiddetta) ufficiale ed alcune facoltà di medicina hanno avviato percorsi di “medicina narrativa”. Logos, la parola come una proteina. Per questo ritengo che il cerchio ha una valenza specifica non solo nella parte iniziale della nostra formazione, ma anche nella vita stessa della comunità dei clown dottori, quale perfetta modalità di incontro e di riconoscimento reciproco. Ecco perché siamo grati a Manitonquat per questo insegnamento che speriamo di praticare sempre nel rispetto profondo del grande spirito.

Nanos