sabato 5 settembre 2009

Clown Sospiranda

caro nanos,

al termine del mio primo giorno da clown ho poi scritto alcune cose, che sono incapace di pubblicare su facebook o sul blog del radunonazionaleclowndottori, che ho visitato, perchè diciamo che l'uso delle tecnologie non mi viene naturale. ad ogni modo ho pensato, quindi, di mandare a te, mio "battezzatore clown", quel flusso di pensieri tradotti in scritto:


mi abbassai e mi alzai: il mio viso, arrivato dal basso, era lì riflesso; era il mio viso, ma era anche un' immagine. questa aveva un'anima, abbiamo incrociato gli sguardi, io e l'anima dell'immagine, e ci siamo sorrise. il sorriso che mi rivolgeva non era quello cordiale di chi è già contenuto dalla conoscenza della buona educazione; era quello di chi è corto, ma la sa lunga la canzone; era animato dallo sguardo di chi non conosce il male, ma neanche il bene, perchè tutto è nuovo, uno sguardo che esprimeva la vispa irrequietudine della scoperta e dell'immaginazione. a dire il vero il sorriso rammentava un pò quello di quando ero piccola. io, quando ero piccola, avevo i boccoli candidi e gli occhi azzurri,che rimandavano alla figura convenzionalmente riconosciuta della serena bontà,già rivoluzionata dallo sguardo di vispa irrequietudine,che rammentava un pò quello dell' l'immagine con l'anima.io, quando ero piccola,dall'interno delle mie inconsapevoli sembianze angeliche, da sempre termine di un vivace ossimoro, nascondevo le mani dietro la schiena, fisciettando passegiavo e...sorridevo, interrogando con uno sguardo pieno di certezze.

alla fine mi riappropriai del mio riflesso e presi a cancellare, almeno nell'apparenza + esteriore, il naso rosso che aveva dato inizio alla mia prima giornata da clown. la notte osservai lo zainetto, ai piedi del mio letto,e mi sembrava, dunque, una valigia da clown, la mia personale.

ed ero clown. lo ero mentre scrutavo le stelle dondolandomi e camminavo senza percepire l'avanti e l'indietro,alcuna direzione o meta,perchè senza rifletterci l'avevo imparato che l'importante è il viaggio, non raggiungere la meta. in quel momento il mio viaggio era fissare sopra di me e tutta me stessa viveva quegli attimi solo per ciò che aveva catturato la sua attenzione; esistevo per intero in quella meraviglia senza riserve.

ero clown mentre guardavo talmente in alto da rischiare di cadere in basso, ero clown in bilico tra cielo e terra, a morsicarmi il labbro, sgranando gli occhi.
ed ero io, quel clown che non ha saputo far altro che racchiudere tutto quanto in un sospiro.

grazie per avermi dedicato la tua attenzione, a presto,
Clown Sospiranda

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