domenica 17 luglio 2011

LA RIPA dell'UTOPIA, "carbonaria" Aquilonia (AV) 2011

"LA RIPA DELL'UTOPIA"
dal 4 al 7 agosto - Aquilonia (AV)






è un evento delle "COMUNITA' PROVVISORIE" realizzato
nell'ambito della manifestazione

"CARBONARiA" di AQUILONIA
dal 4 al 30 settembre con diverse e bellissime iniziative. http://aquilonianews.it/aquiloniamusei/



come raggiungerci mappina:
http://maps.google.com/maps?hl=it&tab=ll&q=Aquilonia%2C+Italia

l'evento è patrocinato
dal Comune di Aquilonia
Assessorato alla Cultura
http://aquilonia.asmenet.it/

Nel dialetto di Aquilonia "RIPA" significa "FRANA"
(un pò forse anche a suggellare il momento, utopico!)

....ma, come Clown Dottori siamo sempre del parere che:

"Quando lasciamo che il vento accarezza i nostri sogni, la fantasia si addormenta accanto. E, così gli orizzonti mutano. E, le nuvole riprendono a danzare leggere, diventando messaggere d’amore."



.....ad Aquilonia soffia sempre questo vento ......

il programma del nostro incontro con i cittadini di AQUILONIA e "forestieri"

4 al 7 agosto 2011

PROVA IL TUO CLOWN

IL CORPO DEL CLOWN è UN ORCHESTRA....

METTITI UN PAIO DI SCARPE E VOLA SUL VENTO!!!!!

n.b. attività di strada possono partecipare tutti.

dal 11 agosto ore 17,00 al 15 agosto ore 19,00

"ALLA RICERCA DEL TUO CLOWN ... SE TROVI QUALCOS'ALTRO VA BENE LO STESSO"

Il laboratorio è a numero chiuso: minimo 6 max 10 partecipanti. Il Laboratorio in primis è rivolto a ragazzi e ragazze minimo 18 anni max 101, quest'ultimi se accompagnati dai genitori, residenti ad Aquilonia. In secundis a paesi vicinori. In caso di numero maggiore a max 10 partecipanti sarà fatto una selezione a cura del facilitatore il primo giorno del lab. giovedi ore 17,00 (appuntamento il primo fissato per tutti) sempre ad Aquilonia dvanti scuol elementare piazza principale del paese.

info e prenotazioni lab. clown:
info@radunonazionaleclowndottori.org

oppure
FORUM GIOVANI AQUILONIA
Presidente Michele Caputo
michele.caputo@gmail.com
3470791642

L'iniziativa è patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Aquilonia (AV)

http://aquilonia.asmenet.it/

Per chi viene da fuori deve considerare che il lab è aggratis ma deve garantirsi una soluzione di soggiorno. Stiamo verificando alcune a basso costo.

info@radunonazionaleclowndottori.org

+39 338 4122630 Nanosecondo

IL VIAGGIO

Mettersi in viaggio verso l'Irpinia di Oriente o in treno ...per le ferrovie dimenticate o in macchina ..in bici ..o con la molgofiera è.....come mettersi in viaggio verso gli amici, i familiari, verso un ricordo, una donna, una terra, verso un sogno già praticato alcune volte, una poesia, un sentimento, una idea....come un pellegrinaggio.

Mettersi le scarpe ai piedi ed iniziare un cammino, un viaggio e perchè no anche alla ricerca del nostro clown.

Clown deriva più che dall'inglese dal latino "colonus":il contadino, lo zotico, l'inurbano.

E, già questo clown che venuto giù dalle campagne (migrazione). Che tempo fà abbandono la terra dove era nato per sfamare i suoi bisogni nel circo equestre, nei teatri di corte, nelle strade e poi anche negli ospedali oggi lo riandiamo a cercare li da dove era partito.

IL RITORNO

In questo viaggio che stiamo facendo dobbiamo essere coscienti che non ci sono carte geografiche, tom tom: per il pensiero, i sentimenti e i sogni.



LA RIPA DELL’UTOPIA

E' come scrivere una poesia, mai la stessa con le stesse emozioni. Le poesie non descrivono o raccontano il luogo,il paesaggio, le storie ma vivono e sentono il "genius loci", lo spirito di quel luogo....la grande vita che c'è nei piccoli paesi.

Petrarca sentiva il Monte Ventoso, Leopardi "il formidabil
sterminator Vesevo" e Napoli passeggiando in compagnia di Shelley a ragionar di bellezza e amore, Omero partendo da Itaca veleggia verso Troia e il mediterraneo.

Il viaggio insieme come possibilità o una ossessione per divenire uomini consapevoli e responsabili e divenire 'seme', testimoni provvisori per una nuovo umanesimo delle alture in compagnia di "una scienza arresa"...la paesologia.

Uno stile di vita e di pensiero convinto che le culture che si possono incontrare e le persone che si possono incrociare sono sempre condizionate da "una perdita" oltre che da "un arricchimento".

Un viaggio è solo per conoscere e riconoscere altre culture, altre esperienze, altre persone per meglio conoscere la propria e se stessi nel rispetto e nell'ascolto dell'altro......E' un esercizio di "democrazia" per il proprio animo...un sogno creatore che si serve anche di parole, ma per costringerle ad assumere il loro dovere di vivere il tempo, la bellezza, liberandosi delle maschere che l'uomo assume nella vita di tutti i giorni immergendosi in una sorte di 'atemporalità' e ambiguità...un sogno insomma che è "al tempo stesso il nostro lato più soggettivo: perché è spontaneo, perché è pura azione senza pensiero, perchè tutto in esso ci è immediato e aproblematico" (Zambrano)....

I sogni sono nati per svanire.Ma noi siamo "sognatori pratici e provvisori senza tempo ma con una paese e una terra da vivere. Noi sappimo che nei sogni non esiste tempo e spazio...ma solo mentre si sogna ..al risveglio - sappiamo- ci verranno restititi sia il tempo sia lo spazio con la speranza che siano un poco cambiati.


E' prevista nell'ambito dell'iniziativa l'inaugurazione del:

"MUSEO dell'ARIA"

"MUSEO DEL BUIO"

"MUSEO DEL SILENZIO"

"MUSEO DELLA LUCE"

(di Mauro Orlando* - l'angelo Mercuzio in incognito di Nanosecondo)
(Presidente Onorario Comunità RNCD


P.S.
L'evento, e gli incontri nell'ambito dell'inizitiva di Aquilonia "CARBONARIA" e che prendono il titolo "LA RIPA DELL'UTOPIA" vedono come Direttore Artistico Franco Arminio, mio carissimo amico, poeta, scrittore, paesologo dell'Irpinia d'Oriente e tanti, tantissimi altri amici che sarebbe lunghissimissimooooo fare l'elenco, nonchè la partecipazione delle "COMUNITA' PROVVISORIE".

Se non tenete la moto del tempo, ditemelo che vi faccio venire a prendere da Clown Bullone perchè qui vivrete in un'altra dimensione spazio-tempo, su "La RIPA dell'UTOPIA" ad Aquilonia.

vi aspetto, aspettiamo
Clown Nanosecondo
Presidente Comunità RNCD

IL VIAGGIO: IO ERO, IO SONO LA MIA STORIA DI CLOWN

Prefazione al libro di vissuti dei clown "dottori" della Associazione non profit "RNCD - Comunità Libertaria di Clown & Sognatori Pratici".

"Il Clown e il Filosofo" di Mauro Orlando(*)

Il clown è stato variamente descritto e definito. Il filosofo viceversa, non come semplice espositore di filosofie eterogenee, è un argomento sempre vergine e pieno di incognite e di pericoli di potenzialità esitenziali.

Il clown più che un linguaggio e una comunicazione è una esperienza trasformativa e pretende con la leggerezza del sorriso trasformare ogni attività ed inattività al di là delle parole, degli atti e delle performance che mette in opera.

Vuole cambiare prima di tutto la sua vita interiore e una volta scoperto questa aria rarefatta di leggerezza come nel respiro d’alta montagna e nella profondità della vista di un “museo dell’aria” respirare a pieni polmoni tra le pieghe e le crepe del proprio animo per infondere questo respiro di vita nella mente e nel cuore degli altri diversamente sofferenti.

E, in questa profonda metamorfosi intima e totale egli pretende di alienare e di estirpare ogni identificazione con la sua persona familiare, professionale, sociale e storica arrivando a non riconoscersi nell’individuo che sembra essere (maschera)- nato da certe genitori in certa data, con suo carico di conoscenze,esperienze e ricordi,senza paura di schizofrenie e paranoie ma con la gioia di identificarsi con l’essere in quanto tale “ il clown nascosto” tra le pieghe e le crepe del nostro animo scisso e conflittuale.

Potrebbe paradossalmente e a buon ragione gridare a tutti con un sorriso a 120 gradi “sono figlio del cielo e della terra …. sono figlio del sole e della luna”. ....“sono della stessa sostanza dei sogni”.

L’uomo normale può anche essere “uno, nessuno, centomila” a sua insaputa sul palcoscenico del suo mondo reale, il clown aspira allo zero assoluto della leggerezza come via di perfezionamento sempre più alto ed eccelso senza la pretesa e l’obiettivo di insegnare o raggiungere nessuna dottrina e sapere.”

E’ un sognatore pratico non solo per il gusto di metafora o amore del paradosso. Sente profondamente perché sa il vero sapere è la democrazia buona ,bella e ordinata della sua anima. Il clown non è mai un individuo isolato che ama la solitudine triste di Pierrot.

E’ nella sua solitudine fatta di silenzi e bellezza che convive con il suo “io” più bello ed autentico e in questo silenzio solitario scopre la sua vocazione e bisogno degli altri e aspira ad essere amato ed accettato dalle comunità civili e politiche senza la pretesa di indicare modelli ma con la libertà di non esserne ingabbiato,condizionato … obbligato.

Il suo è un particolare modo di fare esercizi di esodo e di esperienza non solo degli altri ma con gli altri, malati bisognosi di cure mediche, cittadini di cure politiche, persone di cure d’amore … con una medicina naturale ed ovvia: un modo diverso e nuovo di guardare,pensare e vivere il mondo,gli uomini e le cose.

E’ un modo di “entrare nei panni degli altri” con stupore ,disponibilità e meraviglia, incanto sia si tratta degli indiani d’America ,di naviganti profughi, di un bambino triste , di un sindaco distratto , di un assessore disponibile o di una mosca che si posa silenziosa e fastidiosa sulla nostra mano o di una rosa che ci riinnammora della vita per il suo profumo o bellezza.

Cercando solo di pensare, vivere per approssimare ogni uomo all’altro uomo e a tutti gli esseri viventi in un organismo unico e infinito che è l’universo naturale .In questo gioco di specchi il clown e il filosofo amano confrontarsi e confondersi agli occhi degli altri in un gioco intrigante, gioioso, leggero e profondo assieme per fecondare idee di luce e sogno e per incontrare e stimolare belle facce sorridenti ,arrese e aperte di bambini e adulti-bambini aperti al gioco, alla bellezza e alla leggerezza del vivere nello spirito del “clown” che ognuno aveva conservato dentro di sé con riserbo e generosità e anche con un certo timore, riverenza e diffidenza.

Anche il nostro "clown" …scoperto ’in interiore homini’ una volta individuato la sua autentica identità sarà come all’inizio del pensiero filosofico costretto a porsi le domande classiche della filosofia: chi sono (?), dove sono (?) e chi sono gli altri (?), “a che tante facelle”? e che senso voglio dare alla mia vita presente e futura. Le risposte non saranno facili e mai definitive.

‘Rinascere’ e rinnovarsi dopo le peregrinazioni o le migrazioni letterarie o esistenziali nelle corti e nei teatri di tutto il mondo non è scontato e il "ritorno" nei "piccoli paesi" degli appennini del mondo in cerca “della grande vita” o riorientarsi nel caos rumoroso dei grandi centri urbanizzati della socializzazione o dei “non-luoghi” dello scambio solo commerciale, può alleviare o rimediare alla nostalgia e al ricordo affettivo e riproporre lo stesso affascinante viaggio che la "paesologia" letteraria e poetica cerca di delineare e definire. “Il clown è poesia fatta persona e vita quotidiana ”.

Si, certo! Egli sa dopo tutto che il percorso del pensiero non solo filosofico e letterario del nostro occidente resta imprigionato come nei “prigioni “ di Michelangelo o nella incompletezza del Mosè e che l’identità autentica scaturisce dalla domanda primaria del "conosci te stesso" e “racconta il tuo io” e non solo del moderno “io sono perché penso ”! In questo egli ritrova la poesia che sa farsi “pensiero poetante” dei sogni della vita e della vita come sogno..

Questa è una premessa gratificante e indispensabile ma non definitiva e bastevole. Si sa anche che la conoscenza sociologica, antropologica e culturale del territorio su cui si intende restare, ritornare , operare e vivere (civiltà contadina o urbana) si alimentano delle stesse origini umili ma intransigenti del clown: colonus, lo zotico , l’inurbano, e che il suo sapere accumulato antropologicamente, letterariamente e storicamente, possono essere utili per liberarlo dalla stessa schiavitù del non gioco senza spingerlo nei vecchi e chiusi labirinti del sapere.

Sa anche che la “liberazione sociale e individuale ”può diventare incentivo al potere personale anche nella “microfisica del potere” della quotidianità passiva o attiva. Si può anche finire a ricoprire in patria e nel mondo ruoli e “clichè” professionali anche con compiti di protagonismo culturale e riscatto sociale.

Il vero problema in ultima analisi resta il senso che si vuol dare a questo “ritorno identitario” e clownesco nella realtà dei "piccoli paesi" dell’abbandono (economico, sociale e psicologico), dei “terremoti” interiori con ferite e crepe profonde, e mai rimarginate, delle solitudini doloranti e silenziosi delle emarginazioni storico-politiche, delle quotidianità ipocondriache, ciniche o rancorose e quant’altro che Franco Arminio poeta errante della provvisorietà nell’abbandono dell’Irpinia d’Oriente ci racconta meravigliosamente.

E, già ora prima di una “squola” bisognerebbe fare una opera di “descolarizzazione” di tutti i clichè, grammatiche e sintassi e le ‘maschere’ che la storia ha accumulato e imposto, con croste ossificate e grumi gelatinosi, allo spirito leggero, ridente e danzante che Nietzsche aveva individuato nella categoria del “dionisiaco” non come stato mentale e conoscitivo ma come stato emozionale e sapienziale come “stelle danzanti”.

E così cominciare a ragionare del come questo “clown”: contadino, zotico, inurbano, rinato si possa ripresentare nei bar, nella case contadine, nelle piazze, nella varie ‘chiese’, musei dell’aria, negli ospedali ed in tutti i luoghi del disagio sociale, ecc. e al di là delle paure, dei timori, della riservatezza come esporsi.

Come saggiamente dicevano i nostri pratici antenati latini “rem tene, verba sequentur” ….insomma, quando “conosci il senso del proprio essere e delle cose da fare” …. gli argomenti,le parole e i comportamenti conseguenti verranno, perché usate per “prendersi cura” di tutti i mali, i disordini, i dolori e le sofferenze nostre e dei nostri simili.

(*) Mauro Orlando è nato a Grottaminarda (AV) e vive a Desenzano sul Garda - Professore di Filosofia - è Presidente Onorario della "Comunità Libertaria di Clown & Sognatori Pratici".

www.radunonazionaleclowndottori.org

"IL VIAGGIO: IO ERO, IO SONO LA MIA STORIA DI CLOWN"

è un libro autoprodotto con il contributo della Fondazione Cotroneo di Benevento. Il ricavato delle sottoscrizioni serve a sostenere l’attività di promozione sociale dell’associazione Comunità RNCD.

info@radunonazionaleclowndottori.org


IL CORPO DEL CLOWN: L'ACROBATA

Il clown acrobata lavora sul corpo, sul sentire il suo filo, il sul peso, la terra per entrarci.

Un pò come aprire il sipario e fare il primo passo (un uscita, non uscita).

Il corpo del clown si accompagna sempre con gesti semplici (quotidiani) sottolineati dalle sensazioni a cui aggiunge una vocale. Si! Una sillaba alla volta, come il soffio del respiro che ci accompagna tutti i giorni ed al quale non facciamo più caso.

Il clown non sta mai seduto, se si siede lo fà dentro di se e si osserva per vedere il “suo” spettacolo.

Trova un significato nel suo gesto. Egli va all’essenza, senza trascurare il particolare. Non si supera, se il pubblico non vuole. Sta li fino a che il pubblico non gli dice basta. Una semplice trombetta e il suo corpo è in movimento per comprendere come può trasformarsi nello strumento migliore che lui può avere a disposizione. L'oggetto stesso diventa corpo, semplicemente traducendo il suono in movimento ed emozioni.

Il clown è ostinato ed egocentrico perchè si diverte all’infinito.

Anche in compagnia di un altro clown riceve un ritmo, partendo da un gesto involontario. Lo accoglie e rende partecipe il suo amico in un dialogo tra corpi. Dove il semplice "tu" li avvicina in un cammino senza mai toccarsi, ma solo sentendo l’emozione che sale su dal corpo.

La famiglia clown quando si riunisce in gruppo si presenta per lo spettacolo fatto solo di gesto, una sola parola e l'emozione che si prova accompagnando il gesto. Emozione che può essere di rabbia, di amore, di paura.

Nel medioevo il gesto veniva considerato come coinvolgente tutto il corpo e l’essere nella sua volontà. Ogni gesto era classificato, tanto da arrivare poi alla stesura del Galateo nel 1600. Non sembra a caso che la stesura del primo galateo si data in quel periodo, tardo medioevo, inizio della "era moderna". E, non a caso forse il primo galateo fu scritto da un prete Giovanni dalla Casa.

L’espressioni esteriori dell’uomo (foris) comunica le disposizioni e i moti interni (intus/dell’anima) ma occorre distinguere, come accennavo prima nella nota sul mio clown acrobato, tra gesti (gestus) e gesticolazione, cioè agitazione gestuale e altri contorcimenti, salti capriole ecc. che potevano far pensare al... diavolo!?

Per un verso in quel periodo lo stesso ridere a squarcia gola non veniva preso come una cosa giusta, ma come un indemoniamento. La gestualità veniva da una parte esaltata, ma anche vista con diffidenza. Il corpo non si poteva dichiarare vinto.

E, così in nome della ragione e della morale vennero anche messi al bando, in alcuni casi, le deformazioni della bocca e del volto. La stessa danza oscillerà tra due modelli biblici ed antagonisti l’esempio positivo è la danza del Re Davide e l’esempio negativo la danza di Salomè. Ne derivò così in quel periodo (1100-1300 d.c.) la condanna stesso del teatro comico da parte della chiesa.

Il corpo fu rivalutato con San Francesco che lo chiamò “fratello corpo” e anche i gesti del corpo assunsero un forte significato "rivoluzionario" per l'epoca. La nudità di San Francesco resta il simbolo della sua rinuncia alla ricchezza e di per se un'atto appunto "rivoluzionario".

Lo stesso corpo venne indicato nelle fasi della vita di un uomo da Pitagora con il numero quattro, che a quanto scrive Diogene Laerzio, ogni parte della durata di vent’anni sono corrispondenti ai quattro umori descritti dalla medicina di Ippocrate:

Il bambino umido e caldo;
• Il giovane caldo e secco;
• L’uomo adulto secco è freddo;
• Il vecchio freddo e umido.


Tutto ciò in sintonia con le quattro stagioni, create da Dio secondo la Genesi. Il quattro significava anche il microcosmo, e come l’uomo per questo somiglia al cosmo ed è fatto della stessa materia dell’universo. La stessa medicina dell'epoca non separava il corpo dallo spirito, cosa che in futuro è stato fatto dalla scienza che ora sta risconprendo nuove frontiere.

Oggi sappiamo che la stessa postura del corpo ha significati profondi e diversi per la vita dell’uomo. Nel processo dell’analisi bioenergetica Reich sviluppata poi da Alexander Lowen si parla di un viaggio alla scoperta di sé, quel "se" che io definisco senza accento perchè capace di "congiungerci". In certi casi può prendere l’intera esistenza dell’uomo, ma pare che la ricompensa sia il sentimento che la vita non sia passata invano.

Ecco il corpo, i gesti, la postura, le sensazioni che ognuno può vivere nella propria esperienza di ricerca del proprio clown racchiudono in maniera forte questi "misteri" e questi "pregiudizi" nei suoi approcci. Il dolore non è estraneo e qui bisogna aver coscienza che le stesse lacrime sono un dono: parlo di lacrime non metaforiche, ma di lacrime fatte di acqua e di sale, che salgono agli occhi e scorrono sulla viso fino alla bocca. Di quelle che quando le assaggi con la punta della lingua dici che buone che sono, devo piangere più spesso.

Il riso, non solo il sacrificio ed il pianto, fu rivalutato da San Francesco “giullare di Dio” e mentre prima il corpo era diviso in parte nobili e parti non nobili lui gli attribui il nome di "fratello corpo".

La parte alta con la testa il tronco erano indivuate come buone mentre le parti basse braccia, mani, ventre e il sesso, male. Insomma la testa è sul versante dello spirito, il ventre su quello della carne.

Questi significati hanno condizionato nel bene e nel male la stessa nostra epoca, che sempre più però tende oggi ad unificare il corpo e la mente. Arrendersi al corpo può significare comprenderne i motivi delle sue tensioni e così prendersi cura (autentica) di se stessi.

L’anima e il corpo non più separati. Il corpo è strumento per la realizzazione dell’anima. Lo stesso rito dell'eucarestia invita a mangiare il corpo come atto sacro, nel senso non del sacrificio ma come gioia di dividere un miracolo di rinascita e quindi di gioia.

Lo stesso periodo nuovo a partire dal 1500, l'età moderna, farà agire i cinque sensi all’interno di un umanesimo attento a valorizzare l’uomo nella sua interezza. Un corpo civilizzato resta anche nell’arte e nella creatività del medioevo.

“Orecchi e bocca, voi occhi e naso , e il sensitivo inoltre” sono versi di una poesia di Francois Villon che sembrano rappresentare in maniera perfetta gli strumenti del clown, gli stessi che furono messi al bando in quel periodo di grandi "rivoluzioni".

Francois Villon esprime in altre sue poesie e scritti magnificamente la tensione esasperata tra un corpo bello e gaudante e un corpo deteriorato. Lui allevato nella stessa chiesa conosce la quaresima, anche se con pochi risultati, canta ed esalta il carnevale. Il suo “testamento” imita gli antichi, ma si chiude con una processione burlesca che abolisce le gerarchie sociali e la pregnanza dell’animalizzazione diviene il mezzo per introdurre le attività fisologiche del corpo, ricondotte tutte alla sfera universale. Lo spirito e il corpo cosi iniziano a riappacificarsi.

Il percorso del Clown è una danza tra lo spirito ed il corpo. E’ la consapevolezza dell’interezza, del come la mente può influenzare il corpo, e di come il corpo può influenzare la mente. Lo stesso comportamento è fisiologia, é biologia. Se attraverso il gesto, le sensazioni riscopro l’interezza del mio corpo posso modificare il pensiero, e così posso migliorare il funzionamento del mio corpo ed anche il mio comportamento. Se il mio corpo è un microcosmo attraverso la ricerca del gesto (giusto) e della sensazione (giusta) posso contattare il tutto, e comprendere cosi che l’universo è amore.

Ogni nostra debolezza crea insicurezza, ma la stessa insicurezza è solo retaggio di un comportamento che blocca e condiziona il corpo, se sblocco il corpo, sblocco la postura e la stessa consapevolezza. Per questo il clown è sempre alla ricerca dell’essenzialità del gesto. Perché lui sa che il corpo è terra, è cosmo.

Il corpo del clown è vuoto, ma lui sa che il vuoto è una cosa che appartiene a tutta l’umanità. Lui così usa il corpo come un "bio-potere" , cioè di un potere "la cui funzione suprema ormai non è più forse uccidere, ma investire la vita in ogni suo aspetto". (M.Foucault)

Nanos l'acrobata


LA BALLATA DELLE COSE DA NIENTE
(F. Villon 1548)


So vedere una mosca nel latte,
So riconoscere l'uomo dall'abito
So distinguere l'estate dall'inverno
So giudicare dal melo la mela
So conoscere dalla gomma l'albero,
So quando tutto è poi la stessa cosa,
So chi lavora e chi non fa un bel niente,
So tutto, ma non so chi sono io.


So valutare dal colletto la giubba
So riconoscere il monaco dall'abito,
So distinguere il servo dal padrone,
So giudicare dal velo la suora,
So quando chi parla sottintende,
So conoscere i folli ben pasciuti,
So riconoscere il vino dalla botte,
So tutto, ma non so chi sono io.


So distinguere un cavallo da un mulo,
So giudicare il carico e la soma,
So chi sono Beatrice e Belet,
So fare il tiro per vincere ai punti,
So separare il sonno dalla veglia,
So riconoscere l'errore dei Boemi,
So che cos'è il potere di Roma,
So tutto, ma non so chi sono io.


Principe, so tutto in fin dei conti,
So vedere chi sta bene e chi sta male,
So che la Morte porta tutto a compimento,
So tutto, ma non so chi sono io.

sabato 16 luglio 2011

INCONTRO APICE

Ho provato a decollare da Como senza carrello.....Ma che dirvi,,,alla fine ho preso il treno!




Diario cronologico di tutti i fatti.. della

Dottofessa Clown Pernakkia*


h. 20.30 treno da como, h. 5.30 treno da foggia..h.10.00 convegno, ma sarebbe una noia mortale e soprattutto non respirereste l'aria fantastica che abbiamo vissuto noi.


Credo sia un po' come partecipare per tre giorni al grande fratello, vivi 24 h su 24h con altre persone, condividi con loro una camera dove dormire, un bagno (senza acqua), il bar dove farecolazione, la macchina con cui muoverti, il tavolo dove pranzare e cenare, baratti la pasta al forno per il gelato, ma soprattutto condividi esperienze, sguardi, sorrisi e risate.

Vivi per 3 giorni, per qualcuno 4 , con persone che hanno con te la stessa "passione",la stessa voglia, lo stesso "bisogno" di andare in una corsia di ospedale e creare un po 'di sana confusione tra i letti, di lasciare ad ogni persona che vedi un ricordo un po' meno amaro del loro ricovero.


E questo ricordo sicuramente rimarrà alla piccolina appena nata che sfogliando il suo album di foto, dove la mamma, con tanta pazienza, indicherà la data di nascita, il peso, la lunghezza, il primo dentino, la prima parola troverà anche la foto in braccio ad un clown, e che clown la supersonica e dolcissima Liulà... e probabilmente chiederà alla mamma di raccontargli perchè ha una foto con i clown, e porterà con lei questo ricordo, e forse crescendo si documenterà e anche lei sentirà la stessa necessità nostra, la stessa voglia di andare e far sorridere qualcuno,,,


Questo ricordo sicuramente resterà sul cellulare del figlio della sciura Lina, che si è fatta immortalare tutta contenta con i "pagliacci"e ha voluto inviare un mms al figlio, chissà cosa avrà pensato quando ha aperto il messaggio,,,


Ma questo ricordo rimarrà in ognuno di noi che si è mosso in quell'ospedale, lottando contro il poco tempo, condividendo le proprie esperienze, le proprie capacità con clown nuovi che hanno un bagaglio di esperienze, di formazione diverso dal nostro, si è condiviso ma anche "rubato" e custodito gelosamente tutto cio' che puo' servire per essere dei clown migliori..


Io personalmente porto dentro di me l'abbraccio della "mamma del bimbo senza nome" che avrebbe voluto fermare il tempo e non lasciarci piu andare via,,,non era il bimbo ma lei ad aver bisogno di noi,,


Ma il raduno non è solo questo, non si limita ad una visita in ospedale... il raduno è vivere il clown a 360° gradi, è viverlo dentro di se fuori dalle mura protette di un ospedale,... è girare tutto il giorno per un paese coi vestiti colorati, i codini, la faccia pitturata...è vedere gli sguardi della gente a volte titubanti,.,.è andare a prendere una bottiglia d'acqua al bar e sentire i ragazzi seduti dire " oh ma se po' sapè perke chisti girano tutt il giorno cunciati così?"


Il raduno sono i laboratori, come quello di "dipingere i sogni" ..


in sostanza è buttarsi per terra circondati da bambini piccoli e grandi e lasciare andare la fantasia e dipingere un maglietta... è affidare la tua maglia a una bimba ke t deve fare un piccolo disegno, distrarsi e vedere la tua maglia già strapiena di palloni!! è vedere una maglia bianca prender colore grazie alla fantasia dei bimbi e ognuno ci mette del loro,,,c'è ki semplicemente t fa un chiazza gialla e chi una tartaruga...e alla fine quella maglia è la piu bella che tu abbia mai visto.


..è ritrovarsi con i bimbi a dipingere coi colori a dito delle scatole bianche appese,nn resistere e pitturarsi il naso e i gomiti e dipingere con quelli, è ritrovarsi con le braccia nere come la pece perchè qualche bimbo un po' cresciutello si è preso la libertà di spalmarti tutto il colore sulle braccia =) ,


E ‘rimanere incantati e senza parole nel vedere una bimba di poco piu di 2 anni , che in silenzio e senza nemmeno guardarti, puccia il suo pennellino nell'acqua sporca, si avvicina a te tutta sicura di se e dipinge il tuo piede, si ferma a fissarlo per qualche istante, torna al banco di lavoro, ripuccia il pennello nell'acqua sporca,si avvicina a te e pittura l'altro piede e fiera della sua opera d'arte torna al suo banchetto di lavoro lasciandoti li senza parole, con uno sguardo di meraviglia e un sorriso grande quanto il mondo. E' guardarsi i piedi e pensare che in confronto a quest'opera d'arte la Guernica di Picasso non è niente..


il raduno è un cerchio in cui tutti esprimono quello che sentono, è un cerchio in cui l'emozione di una persona diventa l'emozione di tutti, è non riuscire a trattenere le lacrime sentendo la poesia di luna, che ti tocca dentro, tocca delle corde dell'anima che in fondo non ricordavi piu di avere..


il raduno è mangiare tutti insieme e cantare a scquarciagola tutto il repertorio della musica italiana degli ultimi 50 anni; è passarsi una mossa, un bacio un abbraccio, è cantare "tanti auguri" a campanellino, è "ciao amore ciao amore ciao amore ciao,,,", è uscire un attimo a fumare una sigaretta o uscire un attimo a guardare chi fuma una sigaretta solo per parlare parlare parlare e parlare..è iniziare una battaglia d tovaglioni d'acqua che poi forse degenera un po'...


il raduno è il laboratorio di yoga della risata, è trovarsi tutti felicemente sudati sdraiati l'uno sull'altro, è avere due persone sulla tua pancia e non sentire piu le gambe, è gattonare per la stanza, è imitare una scimmia, è convincere due bimbi a partecipare ai giochi, è "elemosinare" alla mamma una doccia a casa sua..


il raduno è anche interagire con gli abitanti del posto, è Antonella che con tutta la sua gentilezza ti invita per la doccia, è il marito che ti offrirebbe anche lo champagne, ma ci accontentiamo di un the freddo..


è Gaia che ci mette un po' a fare amicizia con i clown


è Giorgia, due occhi dolcissimi, che piu che a ballare pensa a chiacchierare, che ti chiede perchè tu faccia il clown, perchè vai in ospedale, perchè balli a piedi nudi, che ti da tutti i numeri di telefono della sua famiglia e ti dice dove abita, che ti firma la tua maglietta e ti disegna un bel sole..e poi scopri che ha solo 5 anni e che ha un nonno altrettanto simpatico...


Il raduno è ballare a perdifiato la tarantella, la pizzica e la tammuriata, e ritrovarsi i piedi neri come la pece e ricordarti che non hai l'acqua per lavarteli, è girare piu veloce della luce in tondo tenendo le mani alla Luna! =P

è ballare con altre persone che hanno il tuo stesso sguardo, la tua stessa voglia di divertirti, con poco, con niente forse...


è mangiare vicino alla piazza, spesati dal sindaco !! , ma non resistere alla musica e ritrovarsi a bloccare il traffico, a tirar fuori le persone dalla macchina, e entrarci tu, a salirgli su cofano, a sdraiarti per terra e ritrovarti con la schiena piena di sassi,,e sempre non aver l'acqua per lavarsi!!


il raduno è girare per un mercatino e svuotare il portafoglio e riempire lo zaino, è trovare finalmente un camice bianco a soli 2€ , è incontrare 4 cagnolini in cerca di padrone e rimanere li con le volontarie per cercare di farne adottare qualcuno,,,è affezionarsi tanto a un cagnolino e volerlo portare a casa..


il raduno sono anche i saluti, sono le lacrime, è rendersi conto di non esser riusciti a parlare con tutti, è sperare nel raduno del prossimo anno per conoscere anche le persone che non si è avuto il tempo di conoscere..ho dimenticato qualcosa? sicuramente si,,,ma il raduno sono gli sguardi, sono i sorrisi, sono le emozioni che ti entrano dagli occhi e vibrano giù fino al cuore,,,il raduno sono centinaia di foto piene di colori da guardare, guardare, guardare e riguardare,...


Beh poi c'è il viaggio verso il raduno e questo è un altro capitolo altrettanto fantastico,,un grazie speciale alla mia compagna di viaggio che ha sopportato la mia ansia pre partenza!! *^-^*


(al secolo Laura Morè dell'Associazione STRINGHE COLORATE di Como)

venerdì 15 luglio 2011

CLOWN ad APICE LUGLIO 2011



“Quando lasciamo che il vento accarezza i nostri sogni, la fantasia si addormenta accanto.”





















altre immagini dell'evento

raduno clown 2011 di APICE (bn)

http://www.facebook.com/media/set/?set=a.2093520311903.114328.1662164760