martedì 30 novembre 2010

SOGGETTI SMARRITI: COMUNITAS di Mauro Orlando

SOGGETTI SMARRITI..., lo abbiamo definito un "viaggio... alla ricerca...del significato delle parole" curato dal Prof. Mauro Orlando - Presidente Onorario della nostra Comunità RNCD.

Nota: Il Viaggio è previsto in 16 tappe che qui riportiamo come indice. Ogni argomento sarà pubblicato in Post unico nel corso di questi mesi sia sul gruppo facebook che sul nostro blog.





INDICE

1. il VIAGGIO http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-il-viaggio.html
2. COMUNITAS
3. “IMMUNITAS”
4. La comunità …inoperosa”
5. La terra
6. IDENTITA’
7. POESIA per.. “l’IO”
8. Poesia per “gli altri”
9. PAESOLOGIA
10. Politica
11. Maliconia
12. Festa
13. Amicizia
14. Nostalgia
15. Della comunità o della “consapevolezza” provvisoria
16. Sapere-politica

COMUNITAS


Non dobbiamo mai pensare ad una “società” come la metafora in cui la ‘finzione’ è parte determinante della vita, non abbiamo più l’ardore di “costruire” nuove piccole ‘pòlis’…..o il desiderio di costruire “nuovi mondi” o cercare “isole felici”….. nel frattempo viviamo ancora le città almeno come sinonimo di influenze culturali,sociali ed economiche, ma soprattutto non amiamo le nuove città come ‘parco a tema’, o ‘luogo-non luogo affollato di vite assurde o come elaborate aberrazione o sperimentazione architettoniche e sociale.L’immaginario urbano oggi ci appare costantemente in bilico tra realtà e il suo doppio,tra copie ed originali, tra pensiero critico e deriva surreale.

La ricerca e la pratica dell’architettura più “creativa e spregiudicata” si è assunto il compito culturale ed economico di essere il laboratorio paradossale per il trattamento sanitario della “coscienza infelice” occidentale e non solo, dell’uomo-massa forgiato dalla prima catena industriale di Henri Ford e le finzioni per sequele di immagini di Walt Disney.


Quantomeno si è cercato di dare un improbabile risposta e cura agli incubi sociali e alle ossessioni intellettuali di Karl Marx quando paventava e teorizzava il feticismo delle merci e il loro assumere valore di essere viventi e il loro naturale destino di diventare semplici oggetti d’uso. Non è profezia, paura o demonizzazione di una finanza cinica e spietata che rende punta vitale della società del lavoro e del profitto una macchina ludica per il business dell’intrattenimento come vita svuotata ed inautentica.


Contravvenendo in questo modo a tutte le domande inevase e senza risposte che l’ “io” occidentale aveva drammaticamente posto attraverso la cultura filosofica e letteraria alla ricerca di una sua possibile identità e senso dopo lo smarrimento postmetafisico e un progetto democratico sempre più alienato e massificante.


Nelle nostre esperienze associative noi proporremo , la “vita individuale-comunitaria” come modello non ideale ma reale e concreto nei “piccoli paesi dalla grande vita”.A patto che ne vivremo i racconti, ascolteremo le proposte e le analisi, valuteremo le economie in cerca di “piccoli paesi” e i territori preservati alle paure e abituati alle solitudini attive. Non ci limiteremo sottolineare gli stili di vita delle nuove “città metropolitane e diffuse” e i sui malesseri , cercando retorici e consumati confronti e e sottolinendo le contraddizioni.

Solo di fronte ai vari conflitti dei caos urbani e dei vuoti dei non-luoghi, alle anonime e inespressive facce dei nuovi agglomerati urbani, vogliamo pensare alla vita nell’apparente mutevolezza dei sentimenti e delle passioni e alle possibili trame sentimentali e cognitive di una comune provvisoria natura umana. Nel sentimento e nel sogno osiamo pensare di generare l’originario ed autentico senso espressivo della memoria, del ricordo,delle immaginazioni e delle piccole storie umane,di un possibile pensiero ed azione. Vorremmo vivere per sette giorni un senso e un tempo di vita che non è un accidentale e casuale variabile ma cercare di farla diventare una spinta estetica,filosofica,poetica ,conoscitiva,comunicativa per continuare il viaggio intrapreso l’anno passato.


Possiamo azzardare di pensarlo ,questo originale viaggio, come una “esperienza politica”?


A patto di pensarlo e viverlo non come promesse alla società degli uomini di nuove utopie e vecchi recinti identitari ma come possibile esperienza per il controllo del proprio destino individuale-comunitario attraverso la rivitalizzazione degli spazi naturali e sociali e di varie ed eventuali risposte alle tante domande essenziali e fondamentali rimaste inevase.


di Mauro Orlando - Presidente Onorario Comunità RNCD

“Merita il nome di sapere soltanto ciò che conferisce il giusto ordine all’anima”.

lunedì 29 novembre 2010

ORIENTE EXPRESS HIRPINICUS (SALVIAMOCI LA "TRATTA" : AVELLINO-ROCCHETTA)

ll 27 ed il 28 novembre si chiude (speriamo solo fino a dicembre) l'avventura attraverso le terre d'Irpinia, con il treno Avellino-Rocchetta. Il 27 si è ricordato i giorni del sisma, mentre il 28 novembre 2010, questa volta in compagnia anche dei nostri Clown “Dottori” accorsi tutti per prendersi cura del tratto della “ferrovia dimenticata” AVELLINO-ROCCHETTA, la numerosa compagnia si è spostata in visita a Nusco.

E’ stata un festa di musica di volti e colori della natura e della speranza che non chiuda, pur se in bellezza, questa splendida avventura fatta di comprensione, conoscenza, sensi, colori, visioni....di una bellezza del passato attraverso i finestrini del treno AVELLINO-ROCCHETTA.

I clown “dottori” della Comunità RNCD ringraziano gli organizzatori e quanti con la loro partecipazione agli affascinanti viaggi dell’ORIENT EXPRESS HIRPINICUS stanno sostenendo la campagna di sensibilizzazione affinché TRENITALIA non decida di chiudere definitivamente la bellissima tratta ferroviaria. Anche noi Clown Dottori della Comunità RNCD continueremo a testimoniare affinché ciò non avvenga e si possa cosi come già realizzato in altre località italiane recuperare agli occhi di tutti la bellezza del paesaggio che viene visto attraversato i finestrini del treno.

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/oriente-express-hirpinicus-una.html

Perché anche noi Clown siamo convinti che…..

“Tutte le volte che un treno arriva alla stazione, ho il senso che si sia aperta la strada sotto il fuoco di innumerevoli batterie, e che l' uomo abbia vinto il caos…” (G. K. Chesterton)

http://archiviostorico.corriere.it/2010/novembre/28/Tra_giardinieri_dei_binari_che_co_9_101128052.shtml

SERATA EMOZIONANTE PER LA PERFORMANCE DELLA BAND "CONCERTO MUSICALE SPERANZA" NELLA CHIESA DEL “GESU’ DIVIN MAESTRO”





SERATA EMOZIONANTE PER LA PERFORMANCE DELLA BAND "CONCERTO MUSICALE SPERANZA" NELLA CHIESA DEL “GESU’ DIVIN MAESTRO”

Serata emozionante, venerdì 26 NOVEMBRE 2010 alle ore 19,00, nella Parrocchia “Gesù Divin Maestro”, in Quarto (NA). Eccezionale performance della band “Concerto Musicale Speranza” che, con il suo sound diretto al cuore di chi ascolta, ha creato un’atmosfera magica, coinvolgendo il pubblico nella Chiesa di Quarto.

I brani, di provenienza dai temi cari alle bande musicali, sono stati proposti in ritmi jazz, latin e milonga dal Maestro Pino Ciccarelli, valente sox e clarinetto in compagnia di Mario Nappi,pianoforte; Roberto Giangrande, c.basso; Marco caligiuri, batteria; Fabrizio fedele, gtr acustica; Max Capocotta, fisarmonica; Antonio Di Somma, trombone; Ciccio Iacolare, tromba; Davide De Gregorio, sax tenore.


A contornare l’evento musicale il gruppo “dei Clown "dottori" della nostra associazione: Caramella, Mecala, Supply, Bette, Nanosecondo, Giagià, Cogita, Fannì, che hanno assecondato le note della band ed hanno interreagito con gli spettatori, trascinandoli poi in un gioioso finale carosello. Nel corso della magnifica serata è stato girato un nuovo video che presto saremo in grado di farvi vedere.

Abbiamo voluto ripetere l'esperienza con Pino e la sua band a Quarto dopo quella di San Lorenzello (BN) (le immagini qui sotto si riferiscono appunto alla serata del concerto di San Lorenzello) perchè pensiamo che il messaggio musicale del CONCERTO MUSICALE SPERANZA con la sua mitica ormai PROCESSIONE D'AMMORE e non solo, si sposa con l'azione che la nostra associazione propone: un messaggio MUSICANTE d'ammore.

Questo appuntamento per noi è anche ben augurarle dell'inizio ad Ottobre 2010 dell'attività dei nostri Clown Dottori nel reparto di Pediatria Medica dell'Azienda Ospedaliera RUMMO di Benevento. Cerchiamo così di "strappare" un sorriso ai bambini ricoverati e dare loro il piacere di vivere, almeno qualche attimo, di spensieratezza e serenità.

Speriamo di poter continuare questa esperienza e felice connubbio con CONCERTO MUSICALE SPERANZA di Pino Ciccarelli, cogliendo anche qui l'occasione per ringranziare di cuore Padre Genny che ha consentito questa serata, ma più profondo è il Grazie che gli va riconosciuto a Lui (a nome di tutti) per l’opera che quotidianamente svolge e per l’oasi di pace che ha realizzato “sotto ‘a Macchia” in Quarto.

(il filmato qui è relativo alla serata di San Lorenzello)

martedì 23 novembre 2010

"SOGGETTI SMARRITI": IL VIAGGIO

"SOGGETTI SMARRITI": IL VIAGGIO

...., lo possiamo definire un "viaggio.....(in questo caso)...nel significato delle parole" curato dal Prof. Mauro Orlando - Presidente Onorario della nostra Comunità RNCD.

NdR
Il Viaggio è previsto in 16 tappe che qui riportiamo come indice. Ogni argomento sarà pubblicato in Post unico nel corso di questi mesi.




INDICE

1. il VIAGGIO

2. COMUNITAS

3. “IMMUNITAS”

4. La comunità …inoperosa”

5. La terra

6. IDENTITA’

7. POESIA per.. “l’IO”

8. Poesia per “gli altri”

9. PAESOLOGIA

10. Politica

11. Maliconia

12. Festa

13. Amicizia

14. Nostalgia

15. Della comunità o della “consapevolezza” provvisoria

16. Sapere-politica


IL VIAGGIO

Ognuno di noi che vive lontano dai paesi di nascita vive preparando i suoi “zaini mentali” per il suo viaggio ‘nomade’ del “ritorno-nòstos” che non è un “miraggio,una utopia,un sogno o una speranza” ma una realtà viva e quotidiana con una storia ,una cultura, una identità. Il ritorno-nostos non è le parole e i racconti che ne facciamo tuttavia ognuno di noi si porta con sè le sue parole,i suoi pensieri,le sue passioni,i suoi sentimenti per vivere quei giorni in quel luogo determinato con leggerezza e immaginazione ma sopratutto con autenticità.

Wittgentein ci dice che quello che sembra una certezza ,è “uno sfondo ereditato” qualcosa che abbiamo imparato. E anche di “noi”,gli oggetti ,le persone non sono realtà inoppugnabili ma espressioni di regole grammaticali ( linguaggio) che abbiamo appreso e che ora ci circondono come una seconda pelle. Come l’acqua per i pesci,come l’aria per noi , la cultura ci forma e ci conforma.

Da tempo abbiamo imparato che a una parola corrisponde una parola,, che al racconto di un’azione corrisponde un’azione,ad una espressione del volto un moto dell’animo Queste sono le nostre regole grammaticali. La grande verità è che “lo sfondo ereditato” è una struttura provvisoria,storica e quindi soggetto agli accidenti della storia o delle storie individuali. Le nostre regole grammaticali e sintattiche,cioè il mondo che ci informa e conforma, è soggetto al continuo cambiamento perché è una costruzione umana e come tale non ha nulla di fondamentale che permane. Va ridiscussa quindi l’intera antropologia.

La nostra identità è sì una seconda pelle e la cultura è sì l’orizzonte di senso in cui fiduciosamente ci muoviamo senza farci fin troppe domande, ma anche che essa è un vestito che può essere cambiato e la nostra cultura è un orizzonte che può mutare. Quello che conta è non perdere il centro in se stessi. Il senso del “viaggio” ci permette di continuare a vivere o sopravvivere nel deserto della storia cercando di scoprire “i difficili segnavie” tra le precarie e mutabili rotte dei carovanieri viandanti nella storia o nelle storie. In una realtà che non ha strade segnate,definitive e sicure ( se ne vedi una è sicuramente o possibilmente un “miraggio”,l’uomo è sempre più un nomade o un viandante che è sicuro solo di stare in quel posto in quel preciso momento. Il suo è movimento puntuale , da un punto a quello immediatamente successivo .Il problema è non farsi prendere dalle vertigini dello spazio liscio o dalla paura della solitudine.

Il “viaggio” è anche educarsi a vivere senza mappe dal momento che il contesto sociale non è più in grado di dare senso alle nostre azioni.

Siamo come carovane nomadi che si muovono su un terreno liscio, e non dobbiamo lasciarci ingannare dagli orizzonti in movimento, senza enfatizzare il vestito che indossiamo, non lasciarci sopraffare dalla disperazione,quando manca l’acqua o l’oasi non corrisponde alle indicazione della mappa o delle speranze..Vivere senza mappe è alienante solo per chi è educato a vivere di mappe e finalismi o verità eteronome. Sicuramente è un vivere con un senso di povertà antropologica e può essere faticoso ma è sicuramente meglio dell’iperattivismo dei nuovi mutanti o delle pigrizie immobilizzanti dei sopravvissuti alle mitologie ,alle metafisiche o peggio alle teologie astratte ed autoritarie.

“Merita il nome di sapere soltanto ciò che conferisce il giusto ordine all’anima”.