lunedì 25 gennaio 2010

ALZARCI IN VOLO......

A proposito del "se" senza accento, nel senso di “congiunzione”, del “movimento”, di un "andare verso"; dobbiamo ricordarci che le passioni sono i grandi movimenti della mente che determinano innumerevoli momenti di felicità e di sofferenza.


E’ un flusso continuo. Le stesse emozioni (emovere) includono qualsiasi sentimento che faccia muovere l a mente verso un pensiero, ma il pensiero abbiamo detto che è illusione ed il corpo realtà, e allora? Noi siamo stati abituati all’indifferenza della (nostra) anima ma che cosa è l’anima se non il nostro corpo (?).

Nel vangelo (apocrifo) di San Tommaso sta scritto: "Gesù ha detto: se la carne si forma dallo Spirito è una meraviglia ma se lo Spirito nasce dalla carne è la meraviglia delle meraviglie".

“Eudemonia” , uno dei termini che abbiamo ripreso nei principi statutari della nostra associazione, vuol dire: “felicità”. Significa “rifiorire, fiorire, sbocciare, realizzarsi, trovare grazia”. Il clown spesso dico che non è merito è grazia. E, l’amore rivolto al benessere di noi stessi, e degli altri, è compassione, cioè un emozione che favorisce lo sviluppo armonioso della persona e quindi la realizzazione della felicità.

Certo non esistono emozioni negative o positive esistono le emozioni ma, ci sono emozioni che possono far sbocciare un fiore negativo, neutro o positivo. L'emozione quindi di per se non è negativa in assoluto, anzi in molti casi è positiva è semmai il suo eccesso o il suo carico che potrebbe risultare essere negativo, rischiando di rimanere vittime delle emozioni conflittuali. Per questo per sbarazzarci delle emozioni “conflittuali” (negative) in eccesso e quindi delle sofferenze interiori, per evitare conflitti e malattie, bisogna sradicare l'attaccamento all'io, muovendoci verso un nuovo “se” (appunto senza nessuno accento, senza nessuna affermazione, senza nessuna certezza) perdersi e un po’ morire, per rinascere.

L'io non esiste realmente, è come una qualsiasi falsa idea, pensiero, ed abbiamo detto, che il pensiero è illusione, mentre il corpo è realtà. In “La biologia delle credenze” di Bruce Lipton, “La Chimica delle Emozioni” di Candace Pert o “Il Cervello” di Joe Dispensa, si può comprendere come chimicamente è il nostro corpo può riscrivere chimicamente le nostre false credenze. Oggi attraverso l’EMDR (i movimenti saccardici degli occhi è possibile rimuovere i traumi), ma cosa sono gli occhi se non lo specchio dell'anima ed il tramite per intervinire nel corpo: l'anima è corpo?


La storia viene da lontano dalle filosofie orientali. Il sufismo viene a volte definito come l'unione antica del cristianesimo e del neoplatonismo, che diede vita ad una forma di ricerca interiore, il misticismo dell'Islam. Il sufismo è la scienza della conoscenza diretta di Dio; le sue dottrine e i suoi metodi sono derivati dal Corano, anche se il sufismo utilizza concetti derivati da fonti tanto greche come persiane antiche e indù. Quindi, malgrado le idee prese in prestito da culture e religioni diverse, si può affermare che l'essenza del sufismo sia prettamente islamica.

C'è una danza che forse tutti voi ricorderete nella tradizione SUFI ed è quella del girare su stessi con un cerchio di stoffa colorato. Questo tramandaci come danza è una meditazione coporea ed è una atto di curativo. Gli stessi movimenti saccardici sono ripresi oggi dalla stessa P.N.L. (Programmazione Neuro Linguistica) ma come vedete il loro significato si perde nella notta dei tempi. Lo stesso Giordano Bruno e Campanella ritornano - tra l'altro - sul significato di queste pratiche ma, vengono bruciati al rogo. E, tanto, tanto altro ancora, si dovrebbe citare qui per ritornare alla simbologia della matematica pitagorica delle forme archetipe della natura a partire dalle spirali e dai cerchi, o per finire dalla simbiologia dei pastori del presepe a partire dal pastorello Benino che dorme (il sonno rem e i movimenti degli occhi) costruendo così con il "compasso del creatore" la quadratura del cerchio nell’atto stesso di riempire il vuoto della materia e del corpo.

Dalla consapevolezza di ciò il cambio del paradigma del XXI secolo.

La stessa psicologia classica non affronta questi temi ma suddivide in maniera dualistica il coscio e l’inconscio, come una religione lo stesso bene e il male. In verità a poco è servito nel corso di questi ultimi 2000 anni la stessa parabola della zizzania e del grano. E, se il cambio del paradigma stesse proprio in queste parole.

Sia la psicanalisi (come nuova religione) deve superare il dualismo e rendere l’uomo intero, la stessa religione dovrebbe rileggere le stesse parole di Gesù per dargli nuovi significati.

Di norma, la psicologia “occidentale” non valuta le emozioni sulla base del loro carattere benefico o nocivo. Descrive le emozioni per se stesse (collera , paura, sorpresa, disgusto, disprezzo, gioia, ed alcuni psicologi includono anche la curiosità , l’interesse, l’amore, l’affetto e le sensazioni di vergogna e di colpa cosi come i diversi sentimenti piacevoli e spiacevoli, quelli che spingono ad avvicinarci o ad allontanarci. Ad esempio la gelosia è considerata un emozione (istinto) molto antico, che ha contribuito a mantenere la coesione delle coppie. Ma, il tutto è legato al controllo all’attaccamento e abbiamo detto che l’amore è senza attaccamento. E, allora?

Il problema è come (?) si può riuscire, attraverso la saggezza che ri-conosce la non esistenza dell'io, ma appunto del "se" (senza accento) cioè di un andare verso e non di un muoversi imprigionato, superando ogni nostro limite, duale mente-corpo; coscio-inconoscio?

In questo “viaggio” (di ricerca) il clown è centrale. La persona esaurendo le sue cartucce si affaccia nella vacuità del suo pensiero ed è li che si rende conto di poter rinascere, conoscendo lo sconosciuto che è in “se”, perdendo l’io schematico e costruito sulla base delle “false credenze” e riconoscendo il proprio "se".. andandoci verso.

Uno egli esercizi che propongo nel mio laboratorio “Alla ricerca del tuo clown….” è: “io sono”. In questo esercizio solo quando si perde e si satura l’io nasce il clown, nasce cioè la verità del corpo quel “se” – senza accento” quel “movimento interiore” che svuotato di ogni “controllo” (l’accento), che si “abbandona” al gioco, quel “se” che si “abbandona” (vacuo e fabulante) e così si “dona” a se stesso (per poi donarsi agli altri) “se” ne prede cura.
Sembra complicato ma è di una semplicità unica, molti già ci sono riusciti a toccare questo “se”, e spero che pian piano siano tanti altri che possano vivere quest’emozione di rinascita facendo venire fuori un bellissimo clown dottore.

La differenza sta nel fatto che il clown più che rivolgersi alle “tradizioni” del passato, “traduce” gli schemi, (le false credenze) e le riscrive. Nella sostanza prende coscienza approfondita del pensiero che abbiamo del nostro “sé” (in questo caso con l’accento) e lo trasforma (traduce). Il che permette di identificare le nostre emozioni non più caricate della nostra collera (storica) ma, semmai appena essa si manifesta, la decostruisce , la “riciclarla”, insomma come la munnezza ne fa un compost rigeneratore .

Per questo il clown è anche molto ecologico. E, come lo sguardo sulla superficie dell’acqua di Narciso che rischia a volte di farci vedere diavoli riflessi e ci fa morire, ci affidiamo ad Alice nel paese delle meraviglia che ci porta a fare un viaggio ……. Insomma, prendendoci cura del minuto, le ore (il tempo) si prenderà cura di noi. Anche per questo tempo fa mi costruii una moto del tempo.

Il clown lavora sui pensieri, uno alla volta, uno ad uno li traduce. Questa è la disciplina della serenità che il clown ci induce ed aiuta a sviluppare. La stessa neutralità del clown è una disciplina. Ognuno di noi attraverso Il suo improvvisare traduce le proprie emozioni attraverso il clown è di per “se” compie un viaggio, un guardarsi dentro. Il clown per questo è un po’ sanamente egoista, è anche se volete un po’ bastardo. Egli è sempre vigile a conquistare il suo terreno di coltura dei pensieri e, nello spazio – temporale di un “nanosecondo” li trasforma , liberandosi egli stesso dalle sue stesse costrizioni che lo imprigionavano.

L’emozioni negativa quindi non deve essere intesa come una cosa sgradevole che porta alla repulsione ma anche come una cosa che può attrarre, un desiderio più avido o ossessivo. E, solo quando ci si libera da questi schemi che l’emozione può essere vissuta in maniera serena attraversandoci come se fossimo un colabrodo. Così superiamo l’indifferenza dell’anima e costruiamo la forza d’animo che influenzerà il modo in cui gestiamo le avversità.

Il riconoscimento del “se” non si fa facendo “snorting” (“sbuffando” aria sul pelo dell’acqua con maschera e boccaglio) ma andando sul fondo a smuovere la melma e per fare ciò bisogna solo allenare il nostro respiro.
Le stesse emozioni perturbatici deformano la nostra realtà (il pensiero è però illusione) ed il corpo è realtà. La stessa parola trasforma le nostre false credenze e le traduce in bontà, tenerezza, tolleranza, dandoci gioia e coraggio. La parola può addirittura modificare il DNA. E, il clown con sue “parole gentili” ci può aprire la mente con la sua sana follia liberandoci il cuore, suscitando benevolenza ed empatia, verso noi stessi in primis e poi per l’altro.

Insomma il clown è un argine solido al nostro torrente di pensieri in piena, liberandoci dalle paure di esondazione e di morire soffocati. Così il panico si allenta. Lo stesso desiderio può essere tormento. L’odio che deforma il desiderio, la confusione che deforma la percezione della realtà. Altro veleno è l’orgoglio e l’invidia.

Ecco io credo che il clown può essere la porta ad “occidente” “dell’oriente” che ci può condurre sul sentiero della trasformazione interiore. Il clown è un antidopo specifico ed aspecifico a tutti i veleni della nostra mente. Il clown ci aiuta ad utilizzare l’acqua e non il fuoco. Per questo credo che ci sia bisogno di una nuova squola non di eroi ma disertori.

Il clown usa le emozioni come catalizzatore è l’armonia della nostra musica interiore. Lui riprende il ritmo. La collera ad esempio permette di superare un ostacolo e porta con sé chiarezza , una vivacità e un’efficacia che di per se stesse non sono negative. Per questo dico che il clown ha bisogno di una sano egoismo ed è anche un po’ bastardo. Lo stesso orgoglio che ho citato prima è una forma di fiducia in se stessi e comporta il coraggio di osare, senza però essere arroganti. Il clown ci insegnerà ad usare i lati “positivi” e ciò che può rendere nociva un’emozione per noi. Il Clown ci insegnerà che non esistono emozioni perturbarti ma che lo diventano solo nel momento in cui ci identifichiamo con esse e o ci attacchiamo a loro. Il clown ci aiuta come ho detto a liberarci; a “riciclarle” e quindi “non a sbarazzarcene”. Il clown come catalizzatore di un “se” che si ricerca in una nuova dimensione non più duale, ma intera. Per questo il clown è: “uomo intero”.

Il viaggio alla ricerca del tuo clown … è quindi un viaggio interiore anche attraverso le emozioni del nostro tempo. L’indifferenza dell’anima è il frutto della crisi della nostra epoca. Gli strumenti dati non sono più sufficienti per comprendere i motivi veri di questa crisi. La stessa crisi però non va assunta come fatto negativo anzi è il contrario. La crisi è possibilità di riflessione e di cambiamento ed il clown può rappresentare la nostra crisi, nella gioia.

Il clown diventa così in questo senso “terapueta” di “se stesso” in quanto è l’unico che può riempire tutti i nostri vuoti, placando nel gioco del ridere il nostro io trasformandolo in quel “se” senza accento modificando le nostre false credenze (visioni) della realtà.

Addirittura il clown può affrontare le nostre emozioni vedendole arrivare da lontano. Egli aiuta a lasciare che si sciolgano nella loro illusione, perché l’esistenza del Clown ha un grande ideale, ha un valore più grande. Il clown è una meditazione corporea è la disciplina contro l’indifferenza delle “nostre anime”. E, quell’essere, o meglio quello “stato di grazia” che può farci ricostruire le nostre nuove intenzioni di vita.

Per questo il viaggio “Alla ricerca del tuo clown….” è una trasformazione che può sembrare faticosa ma non lo è. Al contrario molti hanno già compreso che nonostante qualche difficoltà iniziale la gioia che scaturisce dallo sforzo, ed ogni progresso, è una forza ed una nuova soddisfazione.

Ed è cosi che potremmo “alzarci in volo” insieme agli aquiloni ed ai gabbiani, sul nostro mare e far si che il vuoto del nostro corpo sia colmato da uno spirito gioioso.




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