lunedì 25 gennaio 2010

LA SQUOLA DI CLOWN SULLE ALI DI AQUILONI(A)

Lettera Aperta a
Vincenzo Tenore*,

(*Assessore alla Cultura del Comune di Aquilonia)

questa struttura è bellissima !!!


ma, non so ancora di preciso come sarà possibile costruire questa nostra "squola di clown dottori" sulle ali di Aquiloni(A), ma tentarci non scuoce l’aria che dovrà sorreggerà quest’idea poggiata su un supporto così fragile come le ali di una farfalla.

Lì in alto, ai confini del mondo, tra la terra ed il cielo dove stai tu noi potremmo essere in mezzo, con nuovi umani ed insegnare ad ognuno di loro quello che di se stesso hanno imparato.

Certo fa freddo in questi luoghi, ma credo che sarà possibile riscaldarsi, con le custodie delle nostre “tradizioni” che “tradurremo” in oggi, più che in ieri o domani, con una nuova lingua; non quella del sapere, ma quella dell’immaginazione.

E, così lo stesso clown potrà continuare a riscaldare il nostro cuore “traducendo” il passato in caldi momenti d’incontro.
Il clown lo dicevo gia a Grottaminarda un pò di tempo fa che è paesologia.

Paesologia liberata da ogni autismo, rancori o pregiudizi, che più che guardare fuori , guarda dentro.

Guarda ed è attenta a costruire comunità libertarie per sognatori pratici , clown semmai provvisori.

Però pensavo che per realizzare questa cosa c’è bisogno di una "squola" che insegni a progettare il nuovo “se” un “se” senza un "non luogo" del coscio o dell’incoscio ma un luogo intero dove la carcassa accetti la mente e il corpo senza nessun pregiudizio di bellezza o di bruttezza.


Un “se” che si muove per superare quell’indifferenza dell’anima che pervade il nostro pensare oggi e che sappia confrontarsi con quel “se” (senza accento) che unifichi e "traduca" le certezze del passato:"tradizioni", con l’incertezze del futuro trasformandole così nel presente: nel "qui ed ora".

Un “se” che si perda, un “se” dicevo in movimento verso un paese ai limiti del mondo e di diverse culture “oriente” ed “occidente” dove ogni uomo possa ritrovare la sua interezza.


Essere clown significa (per me) cogliere la crisi attuale della nostra umanità, che ruota (forse) intorno al problema di come sia possibile oggi recuperare una partecipazione affettiva, intensa ed integrale, ai diversi livelli delle nostre conoscenze, messi in campo, senza che la nostra mente perda del tutto il rapporto con la memoria del passato, con il linguaggio, con le rappresentazioni e con le teorie costruite, fin'ora per inventarne altre.


IO credo che serva una squola che insegni a “disimparare”, ad eliminare il conosciuto per riconoscere lo sconosciuto che è in ognuno di noi.

Una ”squola” che non insegni "la dimensione passata”, ma la forza emozionale ed emozionante dell’immaginazione del passato per farla rivivere traducendola nel presente, nel "qui ed ora" come dicevo prima perchè credo che il clown, possa aiutare a comprendere e creare come costruire una comunità di uomini interi.

Dove il bene ed il male si confrontano per "guardarsi dentro" più che "guardare fuori". E’ solo guardandoci dentro che potremmo apprezzare ancora di più il paesaggio e la natura nella sua semplicità ed infinita bellezza.


Nel Clown la relazione tra la natura, realtà e la fantasia coesiste, mentre sempre più oggi nelle persone la verità e la menzogna si confondono.

Il Clown le svela all’uomo che è sempre più diviso al suo interno e la stessa società oggi con i suoi modelli sociali li rappresenta nella sua menzogna.
La nostra potrebbe essere una "squola" che dovrà educare più che insegnare ad utilizzare le nostre capacità di dare all'esperienza passata (tradizione) un significato nuovo attraverso una ri-trascrizione della memoria e delle “false credenze” traducendole, trasformandole, appunto anche geneticamente.

Oggi, sai (?) lo sappiamo che la parola, il pensiero può cambiare anche il nostro DNA, oltre che le nostre conoscenze, e che il pensiero è illusione, ed il nostro corpo realtà.

Il clown è corpo (carcassa) senza nessuna indifferenza per la sua anima perchè riunifica le sue tre anime: animale, affettiva e spirtuale nella gioia e nella serenità della sua umiltà.


Ecco una squola capace di sfuggire alle limitazioni spazio-temporali del reale per offrire a tutti una potenza immaginaria e fabulatoria tipica dell'essere umano.

Una Squola che riesca a "(ri)scrivere" e raccontare storie avendo coscienza che và tutelato meglio oltre al "patrimonio immobiliare" anche "il patrimonio creativo" perché ’l'immaginazione" è più forte della "volontà".
Mi dirai adesso: "ma che storie mi racconti Nanos ? Una squola sulle ali di aquiloni....ma?" .

Ma, sai il clown è uno che racconta sempre storie fantastiche. Egli è presente in quanto persona specifica (io stesso, enzo - non tu - ma io, in te!) qui, ma non qui per me stesso, ma per te (altro) e così anche per se stesso (enzo). Il Clown non è merito è grazia. Il clown è uno "stato" dell'essere umano. Il Clown non esiste se non ha un grande ideale, perchè altrimenti gli Dei lo distruggono.

Ecco la Squola che vorrei costruire dovrebbe anche insegnare ad osservare lo sconosciuto.

Che la bellezza ti circondi,
Clown “Dottore” Nanosecondo


P.S. Io sò per certo che ....“se non diventiamo tutti uomini di medicina, siamo già malattia.”


Info Aquilonia:
http://www.aquiloniamusei.it/informazioni.htm

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