La pratica del Clown è una mediazione corporea che può essere considerata “fuga e/o lotta” (Henmry Laborit) allo stesso momento è certamente un affidare al Clown (alla sua follia) l’uscita dagli schemi, (il fuori dalle rotte abitauali) per recuperare i bisogni di libertà (il cerchio) e il mistero (la biblioteca dell'anima) dello stesso senso della vita per ognuno di noi.
Il Clown risponde alla “domanda infinita”: "se" io sono? E, cerca di aiutarci a dare una risposta: Mi Chiamo….. , Mi presento....
Il Clown cerca di rispondere così a quei bisogni di libertà, per soddisfare quelle espressioni più belle della nostra umanità: la rabbia, la tenerezza, la tristezza, la gioia, l’amore.
Le nostre stesse preoccupazioni, in fin dei conti, ci tengono compagnia, se provassimo a sbarazzacene , ci sentiremo vuoti lo spirito del clown è l’unico che può trasformarle e canalizzarle.
Noi non siamo ricettacoli di spazzatura ma veri canali di energia che il clown riesce ad utilizzare, riciclando tutte le nostre preoccupazioni in “elain vitale”.
Il clown quindi come trattamento di bellezza. Una “plastica facciale e spirituale”che vi farà apparire e sentire più giovani per fare onore così alla grande intuizione di un grande uomo come Mandela: “c’è sempre tempo per avere un infanzia felice”.
Il vostro Clown vi farà spianare le vostre “rughe” dell’anima e del volto. Il volto, la maschera che ci accompagna per tutta la vita e che a volte non riconosciamo, perchè non ci piace neppure o non sappiamo vedere dietro la sua apprenza di bruttezza anche la sua autenticità. Il clown per questo diventa scintilla negli occhi di coloro che sono protesi nel futuro e si aspettano serenamente ancora molte cose. Gli occhi arrivano dopo il vostro naso, perchè è alla sua punta che potrete trovare il paradiso.
Il Clown così vi potrà prendervi per mano ed accompagnare nel luogo più bello della vostra vita, neutralizzando il vostro pensiero (le vostre verità) e potrà farvi contattare il vostro corpo e farvi toccare la vostra realtà: il vostro paradiso nel qui ed ora.
Ora non riconoscere che la biologia è strutturata secondo archetipi, che la catena della vita è formata da 21 aminoacidi, che molti dei cicli vitali si ordinano sulle energie. Che la nostra memoria biologica rappresenta la realtà, mentre i nostri pensieri - come accennavo in un precedente post - sono solo la nostra verità; che bisogna porre più attenzione alla nostra "realtà biologica" più che alla nostra "verità di pensiero", potremmo dire che la "realtà biologica" e la stessa "realtà spirituale" e tutte e solo queste due raccontano la stessa storia reale e che il resto “la nostra verità” il nostro pensiero è pura illusione.
Il corpo la materia è un vuoto-vuoto solo lo spirito lo/la può riempire.
Quindi ogni volta che ci raccontiamo la "nostra verità" che è composta di pensieri, apprendimenti, credenze, cultura, dovremmo comprendere che tutto ciò non è vero, reale, non è l'IO SONO ma siamo noi (cioè l'ego) le maschere che ci siamo costruite e che ci hanno costretto a costruire per difenderci e per questo rischiamo di “essere illusione”. L'IO SONO invece è reale, è la nostra realtà biologica ed evolutiva e nel Clown la si può ritrovare. Il clown non è una maschera, è la maschera.
Perché è importante ritrovare la nostra realtà biologica? Ogni volta che noi non riusciamo a nominare la nostra realtà allora siamo malati. Ma quando si può nominare la realtà? Quando siamo in grado di dire “IO SONO” abbandonando l’ego, neutralizzando il pensiero e trasformando il sentimento o il ri-sentimento, nella sostanza riscrivendo le nostre “false credenze”.
Nel laboratorio Clown che propongo “Alla ricerca del tuo clown … se trovi qualcos’altro và bene lo stesso” c’è un esercizio incentrato proprio su questa frase e quando "IO SONO" parlo e si inizia a parlare del “se”. La parola prende contatto con la “realtà”, che non è più pensiero ma è “memoria biologica” essenza della nostra realtà. E' un pò una parola magica nel mentre "io sono", io creo. Il pensiero, la "credenza" controlla la percezione; la percezione controlla il comportamento ed i geni; La percezione riscrive i geni ed il comportamento. Riscrivere la credenza da la possibilità di riscrivere la percezione. Riscrivere la percezione significa poter riscrivere i geni ed i comportamenti.
E, se mi accade quello che mi accade è perché “IO SONO” perché quella memoria biologica è la sola che nominandola mi fa vivere la mia realtà. Solo così, “nominandola” è possibile cambiare la “realtà” che non mi piace. E ciò può avvenire solo, immaginandone una diversa, senza volontà semplicemente immaginandola.
Nella sostanza attraverso il mio clown Nanosecondo non sono "fuggito" dalla mia "realtà" ma dalla mia "verità" cercando attraverso la fuga (Elogio alla Fuga di Henry Laborit) di recuperare quella parte autentica di me: la mia “realtà biologica” che non più in armonia mi faceva star male.
Il clown creatura immaginaria del “se” - “se” senza accento, come “ponte” tra la nostra verità e la nostra realtà - creatura molto più reale che di fantasia, l’unica che ci può permettere di “navigare fuori dalle rotte abituali” per ricostruire anche una nuova comunità. E, si il clown “strumento0 sociale” per ricostruire una nuova comunità che non usi “eros …sapere e potere” nella sua esclusiva formula ma che possa ripristinare il vero senso dell’amore a partire dal quotidiano, per far rivivere la stessa democrazia. Perché? Ma, il clown è l’unica creatura che può riuscire a far vivere le tre dimensioni dell’amore:
EROS ( Io > Altro ) : Amore sensuale caratterizzato dal voler possedere l'altro (Sensualità). Io voglio possedere te perché sei mio. "Voglio esclusivamente il mio bene". Desiderio sessuale del corpo;
FILIA ( Io = Altro ) : Amore che si fonda su un rapporto relazionale libero, paritario, senza alcuna velleità di possesso (Amicizia). Tu ed Io siamo sullo stesso piano. "Desidero il bene d'entrambi".
AGAPE ( Io < Altro ) : Amore che diventa totale dono di se (Carità). Io mi dono liberamente a te. "Per me il tuo bene è più importante del mio".
Ogni tipologia d'amore sopra descritto genera una sua specifica modalità relazionale tra le persone coinvolte. Secondo questo schema, ogni persona dovrebbe saper vivere questi tre tipi di relazione a secondo della situazione.
Purtroppo, in moltissimi casi non è così. Tutti riescono a vivere la dimensione della sensualità caratterizzata da un egoistico voler possedere o essere posseduti. Pochi riescono ad instaurare liberi rapporti d'amicizia senza chiedere niente in cambio.
Ed è sempre più raro trovare chi vive la stessa carità (il ero senso del dona, non pietista) nella propria vita. Il Clown è di per “se” la mediazione delle “pratiche” corporee, avendo coscienza che la materia, il nostro corpo, è “vuoto-vuoto” e l’unico che lo può riempire è lo spirito, per questo il Clown è: “uomo intero”.
Il Clown è colui che vi può accompagnare e guidare nel viaggio avendo coscienza che: “Mio Padre che faceva l’autista di camion mi diceva sempre: non andare di fretta tanto quando arrivi sei già li che ti aspetti da un pezzo.”
Clown "Dottore" Nanosecondo
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