giovedì 8 settembre 2011

Gli antichi insegnamenti dei nativi americani


Con estremo piacere ospitiamo la presentazione del nuovo libro di Story ai quali insegnamenti ci siamo ispirati come Comunità RNCD

Gli antichi insegnamenti dei nativi americanidi Manitonquat - Medicine Story
Terra Nuova Edizioni
cod. EA083 - pp. 220 - € 12,00
(per gli abbonati € 10,20)


L'autore si ispira agli insegnamenti degli anziani nativi d'America per proporre un percorso di riflessione e cambiamento che coinvolge la vita di tutti gli esseri umani e la salvaguardia del Pianeta. Dalle parole e dagli esempi degli anziani maestri emergono quelle Istruzioni Originarie che, benchè siano tra i principi innati, gli esseri umani hanno dimenticato. Manitonquat sostiene, con passione e devozione, la necessità di recuperare e praticare questi insegnamenti per ricostruire un mondo più giusto per tutte le specie che lo abitano. Un libro delicato e penetrante, gioioso e poetico, intriso di un profondo rispetto per l'Universo e per tutte le creature.

Un passo tratto da pagina 14 e seguenti del libro dal titolo "Gli esseri umani hanno dimenticato le Istruzioni Originarie"

Ho percorso tutto il Nord America per ascoltare le parole degli anziani nativi. Ciascuno di loro aveva immagini, storie e profezie diverse, ma il messaggio era lo stesso. Quando domandavo perchè gli uomini si comportano in maniera così tremenda verso la Terra e tra loro, mi rispondevano che gli esseri umani avevano dimenticato le Istruzioni Originarie.

Era un messaggio che non avevo mai sentito e che quindi non potei fare a meno di ascoltare attentamente. Ogni cosa nella creazione, dicevano, possiede uno spirito istruito dalla Sorgente, lo Spirito della Creazione. Quindi tutto ha lo stesso valore, tutto è sacro. Ciò significa, affermavano, che la creazione è buona e perfetta, affidabile e molto bella. Tutti gli spiriti sono collegati per mezzo dello Spirito della Creazione. Ciascuno funziona e si realizza seguendo le leggi naturali, note a molti popoli nativi come le "Istruzioni Originarie".

Sono queste Istruzioni che fanno in modo che l'erba sia erba e sia verde, gialla o bruna. Che il melo fiorisca e produca mele e non pigne o ghiande. Che in inverno le oche volino verso sud mentre il corvo e la ghiandaia le osservano andar via, ma restano. Il sole segue le sue Istruzioni per elargire luce, energia e calore. La luna, passando lealmente attraverso le sue fasi, permette di segnare il trascorrere del tempo; la Terra segue il suo percorso circolare che porta il rinnovamento delle stagioni.

Naturalmente questo non significa che tutto è qui per noi, che gli esseri umani sono la ragione e l'intenzione ultima della Creazione. Questo è un mistero che gli scienziati e i filosofi più saggi non sono in grado di sciogliere, ma se tu pensi di comprenderlo e di conoscere il suo segreto io rispetterò comunque la tua convinzione.

La vita in tutte le sue forme si sviluppa, si riproduce e decade. Si alimenta e si offre come nutrimento, trasformandosi in nuova vita. Tutto funziona alla perfezione. C'è equilibrio e armonia. Stando seduti su un'altura lontano da tutti potete percepire l'equilibrio, l'armonia, l'interdipendenza, la completezza e la perfezione della Creazione. A quel punto vi accorgerete di non essere un osservatore esterno ma una cosa sola con la Creazione, di esserne parte. Anche tu hai un posto e una funzione, anche tu sei completo e perfetto: sacro.

Lo stress domina le nostre giornate, l’inquinamento le avvelena. Possibile che non ci sia un altro modo di vivere? La ricerca di alternative al nostro sistema di vita è un tema che sta diventando sempre più attuale e condiviso. Diversi maestri spirituali e rappresentanti di culture minoritarie rispetto alla nostra, ci dicono che «si può fare».

Nel suo ultimo libro Gli antichi insegnamenti dei nativi americani, Manitonquat, detto anche Medicine Story, ci introduce ai principi fondamentali su cui il suo popolo basava la propria presenza nel mondo. Li definisce «Istruzioni Originarie», che sono presenti in ogni essere umano e lo orientano verso la cooperazione, la vita pacifica, rispettosa di tutti gli esseri, in armonia con l’ambiente naturale e libera da logiche di sopraffazione, violenza e paura. L’affermazione è affascinante e apre il cuore all’ottimismo e alla speranza nel futuro della nostra specie e del Pianeta.

Con questo atteggiamento interiore partiamo per andare a incontrare Story, in Italia per un ciclo di incontri e seminari. È l’inizio di un fine settimana lungo, sulle strade molte auto, molte persone che viaggiano verso i luoghi di villeggiatura dove concedersi finalmente l’agognato riposo per poi sottoporsi al massacrante ritorno in città, il tutto in poco più di quarantottore… un esempio del nostro stile di vita!

È una mattina ventosa, e Story ci riceve nella cucina della casa in campagna, dove è ospite, accanto a lui, Ellika Lindèn, sua moglie e compagna.
Story è un uomo di ottant’anni, alto, con lunghi capelli grigi. Il suo aspetto è fiero, i modi gentili e la risata pronta. Il viso, segnato dal tempo, esprime la bellezza della vita vissuta con convinzione, come quello di Ellika, che ci osserva con grandi occhi blu, dolci e sereni.

Le curiosità sono tante, e cominciamo con le domande. Story, nel tuo libro dici che gli anziani non davano insegnamenti diretti, ma erano esempi viventi. Oggi, nella nostra società, abbiamo pochi esempi da seguire. Cosa possiamo fare?


Penso che gli esempi positivi siano più numerosi di quello che generalmente si crede, e che tra la gente comune possiamo incontrare tante persone che vivono bene e a cuore aperto. Ammetto che è difficile, perché dobbiamo ricordare che per più di cinquemila anni la civiltà si è basata sulla dominazione mentre noi, come specie, siamo diventati umani attraverso la cooperazione e la collaborazione. Nessuno dominava, né sugli esseri umani né sugli animali, e nessuno possedeva la terra. Per collaborare tra noi avevamo necessità di comunicare sempre meglio e da qui è nato il linguaggio: alla collaborazione e alla comunicazione dobbiamo la nostra sopravvivenza. Poi, mentre ci distribuivamo nel mondo, abbiamo cominciato a vivere in piccole comunità di 150 elementi al massimo. Non dimentichiamo che un essere umano nel corso della sua vita può arrivare a conoscere bene più o meno 150 persone, oltre quel numero diventa difficile. Quando, a causa della pratica dell’agricoltura, la crescita della popolazione è esplosa, le piccole comunità sono scomparse e con loro il cerchio e il gruppo di sostegno. Prima le persone sapevano di essere protette dalla nascita alla morte, prendersi cura gli uni degli altri era la norma. All’improvvisohanno dovuto immaginarsi come sopravvivere circondati dalla paura anziché dalla fiducia reciproca. La paura fa emergere l’aggressività, così da allora in avanti la storia del mondo è diventata storia di aggressione, violenza e conquista. Gli imperi sono sorti e si sono disgregati e tutto quello che è venuto in seguito ha continuato a basarsi sullo schema della dominazione. Osserviamo il mondo in cui viviamo: i governi, il mondo degli affari, il sistema scolastico e quello sanitario, tutte le nostre istituzioni sono basate sulla dominazione.

Secondo te, è possibile vivere in questa società e mantenersi integri e con il cuore aperto?


È possibile, ne sono certo. Conosco molte persone che già vivono così. Ti voglio parlare di un cammino particolare, su cui ho impostato la mia comunità e cresciuto i miei figli, che è quello del co-counseling. Il co-couseling è una comunità internazionale, nata circa sessant’anni fa con la presa di coscienza del fatto che quello che non conosciamo di noi stessi è costituito da cose nascoste, che portiamo impresse dentro di noi da quando eravamo molto piccoli. Sono la conseguenza del modo in cui siamo stati ascoltati o ignorati, abusati o abbandonati.
Crescendo, portiamo dentro di noi senza saperlo tutta questa confusione, che ci impedisce di attingere all’intelligenza naturale, alla gioia per la vita, al pensiero indipendente e allo spirito di collaborazione che avevamo quando siamo nati. I sentimenti e le emozioni forti che affiorano, hanno origine nel passato e se riusciamo a esprimerli profondamente attraverso il corpo, piangendo, tremando, gridando, sentendoci scossi, arriviamo a liberarcene.
Più lo facciamo, più ci liberiamo e ci avviciniamo allo stato originario di apertura, rilassamento e godimento della vita. Sto parlando di persone che come me hanno seguito questa pratica per molto tempo. Questo è un metodo con cui ognuno potrebbe attrezzarsi per sopravvivere nel mondo attuale. Il co-counseling non aspira soltanto alla sopravvivenza, ma punta al cambiamento del sistema, a renderlo più umano, in modo che ci nutra e ci sostenga. A questo proposito sono stati creati i «gruppi di liberazione». Ce ne sono molti, uno per ogni tipo di oppressione, tutte con lo scopo di immaginare come uscire dalle diverse situazioni in cui restiamo bloccati.
Tutti noi siamo vittime di una comune oppressione, l’adultismo. Quando eravamo piccoli nessuno aveva rispetto dei nostri sentimenti, delle nostre sensazioni e dei nostri pensieri, ed essendo cresciuti in quel sistema, tendiamo a perpetuarlo con le nuove generazioni, a meno che non cominciamo a cercare la nostra liberazione. La mia proposta per risanare la società - ma non dico che questo sia l’unico modo, è quello che va bene per me - è di ritirarsi e dare inizio a una società diversa su dimensioni ridotte, tornando al modello della tribù. Ricordate? Centocinquanta persone che vivono insieme conoscendosi veramente bene, con il cuore aperto gli uni verso gli altri, capaci di prendersi cura dei bambini e degli anziani. Piccole comunità che abitano la terra con lievità, producono la propria energia pulita, coltivano il proprio cibo biologico, vivono il più semplicemente possibile alla luce di valori autentici connessi alla profonda relazione che ci lega gli uni agli altri e con tutte le creature.

È vero, è importante lavorare per cambiare se stessi e costruire queste piccole comunità. Ma ci sono questioni ambientali e sociali così urgenti, che molte persone sentono la necessità di agire, prima che i danni diventino irrimediabili…


Sono completamente d’accordo. Non sto suggerendo di andare a vivere in un monastero o sulla cima di una montagna. Personalmente voto in tutte le elezioni, sottoscrivo migliaia di petizioni, appartengo a numerose associazioni ambientaliste e progressiste, insomma faccio tutto quello che posso. Anni fa ho partecipato a moltissime manifestazioni e marce contro gli impianti nucleari e per la pace. Bisogna continuare a insistere e sono grato a tutti quelli che si impegnano in quei settori. Allo stesso tempo però mi piace pensare di creare un modello di mondo diverso, secondo lo slogan: «Un altro mondo è possibile». Mi piace l’idea che ci siano luoghi dove si può vedere concretamente che è possibile vivere in modo diverso. In questa prospettiva, quando ho appreso dai miei anziani che dovremmo vivere in cerchio, ho cercato di creare un modello che integrasse il cerchio con il co-counseling. Il cerchio rappresenta un modo umano di stare al mondo, dove ognuno ha la stessa importanza. Il co-counsling permette di creare relazioni profonde, aiuta le persone a vincere l’isolamento e a darsi reciproco sostegno. Questo è il modello che propongo nei miei scritti, negli incontri e nei campi che conduco.

Che messaggio ti senti di inviare alle persone che cercano di creare comunità qui in Italia?


Le comunità che conosco si muovono generalmente nella direzione giusta, il cuore è al posto giusto. Queste persone comprendono, meglio del resto della popolazione, la relazione corretta con la terra e tutte le altre creature. Cercano di imparare a mangiare in maniera più sana e a prendersi cura di se stessi. L’aspetto su cui potrebbero riflettere un po’ di più o su cui potrebbero ancora fare delle scoperte è quello dei sentimenti, delle emozioni e delle relazioni con le persone che li circondano, partner, figli, genitori e collaboratori. Perfino in comunità come gli ecovillaggi, questo sembra essere l’aspetto che crea più difficoltà. Il fatto di essere cresciuti in un mondo caratterizzato dall’oppressione li influenza ancora, e quindi condiziona anche il modo di educare i bambini. È importante rispettare i sentimenti dei bambini, evitare di dir loro che sono sbagliati o cercare di allontanarli dalle loro emozioni. I bambini hanno delle opinioni, sono intelligenti, non sono dei piccoli esseri umani
ancora informi!

Se tu volessi spiegare a queste persone quanto è importante avere un cerchio?


Per prima cosa, se non hai un cerchio lasci sempre fuori qualcuno. Lo lasci fuori dal tuo cuore, dalla tua comprensione, dalla relazione, dal processo decisionale. Il cerchio include tutti. Come non mi stanco mai di ripetere, nel cerchio tutti hanno la stessa importanza, ognuno ha qualche esperienza particolare, un modo speciale di vedere le cose che è utile all’intera comunità. Quando non c’è il cerchio si ritorna al sistema di dominazione, anche senza averne l’intenzione. Se ci sono delle persone in gamba in cui si accentrano tutte le responsabilità, si crea sempre un sistema in cui c’è oppressione.

Perché una persona dovrebbe leggere il tuo libro, cosa può imparare?


Queste lezioni vengono da un tempo antico ormai passato. Una volta un carcerato mi ha detto: «Tu sei l’unico anziano che mi è rimasto e non ti resta molto… e io non ho altri anziani con cui rimanere in contatto». È stato così che ho deciso di scrivere questo libro, per chi è interessato a sapere che in passato ci sono state delle persone che vivevano in modo migliore di come viviamo noi oggi.
Leggendo questo libro si può conoscere il punto di vista dei miei anziani e anche il mio, che ho attraversato tutti i cambiamenti dagli anni ‘60, quando ho cominciato il mio apprendistato presso gli anziani, fino a oggi. Penso che sia importante fare propria l’idea di vivere in cerchio secondo l’istruzione del rispetto, oltre a praticare l’apprezzamento e il ringraziamento. Già da sole queste istruzioni basterebbero a portare tanto bene nel mondo. Insisto ancora sul cerchio: se lo accetti non puoi uccidere un’altra persona, non puoi andare in guerra perché tutti intorno a te sono parte del cerchio. Allo stesso modo non opprimerai i tuoi simili, non cercherai di usarli per ricavarne profitto economico. Offrirai loro i servizi e i prodotti che hai creato o coltivato a partire dal tuo cuore, non perché vuoi ottenere, ma perché desideri condividere, e questo fa riferimento all’istruzione della generosità.

Un’ultima domanda, più personale. Tu ed Ellika non siete più giovani e siete delle persone molto belle e vitali. Ci vuoi dire qualcosa sull’invecchiare?


La vecchiaia è una fase della vita che spero tocchi a molte persone. Accadono un mucchio di cose buffe. Al tuo corpo succedono cose che non avevi mai provato prima, e ti chiedi: «Ma cos’è questo dolore che sento qua?». A suo modo è una faccenda interessante. È difficile parlare a nome di tutti gli anziani, specialmente perché in passato mi è capitato di visitare delle case di riposo dove le persone avevano più o meno la mia età e la maggior parte erano piuttosto malandate, immobili di fronte alla tv. Mi è capitato di suonare il pianoforte per loro, anche perché le canzoni che conosco e con cui sono cresciuto sono le stesse della loro gioventù. Ricordo una volta in Danimarca, quando mi sono messo al piano c’era un uomo immobile, seduto lì accanto. Tutti insieme abbiamo cominciato a cantare vecchie melodie e lui sempre immobile. Poi quando ho sollevato lo sguardo mi sono accorto che una lacrima gli solcava il viso. La vecchiaia non è divertente per tutti. Una cosa che non mi piace delle attività per gli anziani è che fanno sempre tutto tra loro. Di solito abitano in residenze riservate a persone della stessa età e classe sociale. Lo stesso vale per le gite e gli alberghi. Non incontrano mai altre persone, soprattutto bambini, e questo è veramente sbagliato. Si può parlare di vera vita comunitaria, solo quando persone di età diverse stanno insieme, compresi i bambini.
Per me la vita si mantiene molto interessante, continuo a leggere, studiare, imparare, seguendo quelle che chiamo avventure della mente, poi vado in posti nuovi e mi occupo di cose che non avevo mai fatto prima. Mi piace viaggiare con la mia compagna, insieme ci divertiamo un mondo. È importante apprezzare le stesse cose. Cos’è, che ci aveva divertito così tanto l’altro giorno, Ellika? Ellika ridendo: «Ce lo siamo dimenticato!».
Anche questo è parte del divertimento ma qualche volta mi fa un po’ paura… è necessario molto senso dell’umorismo e a me piace ridere di
me stesso. Occuparmi delle mie dimenticanze significa anche riderci sopra. Ecco una storiella su tre anziane sorelle che vivevano insieme. La prima va in bagno e da lì grida alle sorelle: «Stavo entrando o uscendo?». La seconda risponde: «Non lo so, vengo a vedere». Comincia a salire le scale e si domanda ad alta voce: « Stavo salendo o scendendo?». La terza che è in cucina a prendere un tè, dice tra sé: «Non sono mica come quelle due rimbambite. Tocca legno!». Picchia sul tavolo, toc toc, e subito: «Chi è?». Diventando vecchi si è più rilassati, si è obbligati a rallentare e si notano di più i dettagli. C’è una profonda relazione tra l’anziano e il bambino piccolo che si agita molto, corre e poi all’improvviso si ferma a osservare. Anche l’anziano, muovendosi lentamente, fa una pausa e si guarda attorno. Entrambi si prendono il loro tempo, si divertono e vivono nel momento presente, senza preoccuparsi di dove corre il resto del mondo».

Chi è Manitonquat – Medicine Story
Manitonquat è scrittore, poeta e contastorie. È stato Capo delle cerimonie degli Assonet Wampanoag. Ha collaborato con le riviste di cultura dei nativi Heritage e Akwesasne Notes ed è editore della pubblicazione Talking Stick. Ha preso parte al Movimento per l’unità spirituale degli indiani nordamericani ed è cofondatore del Consiglio di guarigione tribale. Da tempo dirige un programma per portare la realtà del Cerchio tra i detenuti di diverse carceri statunitensi, dove è anche insegnante di co-counseling. Con la moglie Ellika Lindèn conduce incontri e campi estivi in molti paesi del mondo per far sperimentare la vita tribale, la condivisione e la cura reciproca tra persone di tutte le età. Ha pubblicato innumerevoli libri. Sono stati tradotti in italiano: Ritorno alla creazione, Urra Edizioni e Cambiare il mondo, Spirito Libero.

Fonti:
L'INTERVISTA DI STORY ..MANITONQUANT



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