martedì 11 gennaio 2011

"SOGGETTI SMARRITI": Responsabilità-Potere

"SOGGETTI SMARRITI": Responsabilità-Potere

Il viaggio iniziato un pò di tempo fà oggi si integra con questa nuova riflessione di Mauro Orlando.....Il viaggio lo possiamo definire un "viaggio.....(in questo caso)...nel significato delle parole" curato dal Prof. Mauro Orlando - Presidente Onorario della nostra Comunità RNCD.


(NdR) Il Viaggio è previsto in 17+1=18 tappe che qui riportiamo come indice. Ogni argomento sarà pubblicato in Post unico nel corso di questi mesi sul nostro blog e su quant'altri sono interessati a pubblicarli.

INDICE

1. il VIAGGIO

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-il-viaggio.html

2. COMUNITAS

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-comunitas-di-mauro.html

3. “IMMUNITAS”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-immunitas.html

4. La comunità …inoperosa”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-la-comunita-inoperosa.html

5. La terra

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-la-terra-di-mauro.html

6. IDENTITA’

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-identita-di-mauro.html

7. POESIA per.. “l’IO”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2011/01/soggetti-smarriti-poesia-dellio-di.html

8. RESPONSABILITA'-POTERE

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2011/01/soggetti-smarriti-responsabilita-potere.html

9. Poesia per “gli altri”

10. PAESOLOGIA

11. Politica

12. Maliconia

13. Festa

14. Amicizia

15. Nostalgia

16. Della comunità o della “consapevolezza” provvisoria

17. Sapere-politico

18. Cinismo (lettere per i vivi)


“SOGGETTI SMARRITI”: Responsabilità -Potere

Siamo abituati a temere la divisione, i conflitti, la separazione, il dissidio, come se da essi non potesse scaturire altro che violenze verbali e non solo, fratricidi rancori e dissapori, malevolenze e recriminazioni, cattivi pensieri e quant’altro. Non è sempre utile eliminare quel che ci divide, pur sapendo che la bussola è trovare il comune terreno, in cui convivere confrontandosi, come diceva Popper, cercando di trovare la comune cornice entro cui dipingere comunitariamente il nostro quadro liberamente secondo le diverse creatività. Questo non significa necessariamente ingabbiare la straordinaria vitalità interrogatrice della dialettica socratica con la ingabbiata e razionale dialettica hegeliana, sublimata sintesi per cancellare ogni fastidioso contrasto e presentarsi come verità universale ed assoluta.

La famosa “notte in cui tutte le vacche sono nere”.

A noi piacciono le notti stellate o velate da nuvole e gridare laicamente con Kant il piacere di ammirare “il cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi”!
È solo con la mortificazione o con lo svanire delle passioni e dei sogni pratici che si fa strada il pensiero autoritario e totalitario. “ L’intelligenza in occidente -scriveva A. Savinio - ha una funzione singolare: divide e separa “.


“Lo spirito europeo odia il grumo”..aggiungeva in modo colorito e sapienziale. Senza il conflitto, il dissenso, la diversità di pensare e di essere, non nascono le città aperte o i cittadini liberi.
La ricetta secondo lo scrittore latino Lucano è la pratica della “ concordia discors” una concordia sempre discordante. Bisogna coltivare sempre una sorta di “antipatia per i grumi che si fanno rancore, ira, rabbia repressa: evitare che prendono possesso delle menti, con recriminazioni personalistiche, critiche pretestuose di una possibile denuncia della “microfisica dei poteri …ad usum Delphini” ad uso di volta per volta esercita poteri usurpati e non verificati.

Oggi siamo di fronte alle macerie di questi impeti dell’anima senza necessariamente sentirci orfani o sperduti. Oggi guardiamo con diffidenza agli impegni militanti, ai radicalismi critici autoreferenziali, agli anacoreti di avvenire messianici, alla speranza stessa che dà le ali al pensiero e ai progetti palingenetici. Bisogna tuttavia essere sempre “sentinelle vigili e responsabili” per evitare altresì i cosiddetti “totalitarismi molli”, “il totalitarismo dell’indifferenza”, “ l’integralismo del pensiero che torna ad essere non solo unico ma unanimistico, trionfatore e inaccessibile alle correzione, ai sospetti, alle diversità e ai dubbi.


Lo spegnersi delle antiche passioni non è di per sé una maledizione. Compito di democrazia liberale è ritrovare il gusto di ‘dividere e separare’. Bisogna coltivare “il sospetto” verso tutto quel che tende a divenire un Tutto, un Uno non frazionabile, raggrumato, granitico e rigido. L’acqua sorgiva, pura e incontaminata, ha bisogno di un buon letto per scorrere e rinnovarsi nella sua purezza insidiata nel suo cammino da scorie naturali e artificiali e di anse e terreni devianti e ostili. La distinzione bellicosa fra amico e nemico, che secondo C. Schmitt è condizione della politica non si esprime di fronte ai vuoti delle vecchie ideologie totalizzanti , i nuovi etnocentrismi intransigenti e autoritari o i radicalismi “senza se e senza ma”, o gli agonismi retorici, parolai, velenosi e verbosi e non trova facili sostituti in slancio, impegno e soprattutto responsabilità.


“Cacciato dalla porta, il normale conflitto personale e politico rientra dalla finestra in veste mutata: non sotto forma di reciproco rispetto delle ‘pluralità’ – di decisioni discusse e condivise, di contratto sociale che disciplini i contrasti e li renda compatibili con l’idea laica di un bene collettivo o comunitario coadiuvato da una nuova forma di diritto positivo che si incentra sul principio naturale alla ‘differenza’ biologica, etnica, culturale religiosa, di opinione e di genere“.
E’ inutile perseguire ‘armonie forzate’, ‘mitiche fusioni degli animi degli individui’ nella pratica fattuale di una politica culturale non necessariamente provvista di “anima, sentimento, speranza e sogno”.


Resistere al grumo o ai grumi o agli acidi corrosivi dei sospetti è possibile, sempre che la politica e la cultura ritrovino sé stessa e la sua natura “asocievolmente sociale”, come la definiva Kant, fatto che verifichiamo quotidianamente nel ricercare attraverso un’immagine personalizzata esterna che comunque rappresenta autenticamente la profonda autenticità interna.
Riscopra con piacere e non con diffidenza e paura “ il principio dell’incertezza, del mutevole, del provvisorio, della mitezza e della lentezza, della bellezza e del sogno e anche l’esperienza dell’errore e del dubbio”.

Dovremo perseguire una “ Politica e una Cultura ” secolarizzate senza la perdita di una loro certa ‘sacralità’ e irragionevolezza.

Secondo la convinzione saggia e paradossale che “L’essere umano non ha un senso unico, prescrittivo e imponibile per una meta certa e definibile una volta per tutto, ma un senso gli è necessario comunque per vivere pensando, sognando e facendo”.

In questo quadro analitico il senso del vivere e gestire un “potere” anche personale ha un senso e un dovere unicamente dove non si pone come fine un uso autoreferenziale, strumentale ed autoritario ma rileva per sé comunque un diritto ed un dovere di decisione e operatività libera e non condizionata perennemente.


Il democraticismo personalistico e parolaio è la malattia infantile di una vera e concreta democrazia.


Ma sempre una gestione autorevole ed operativa di un potere delegato e condiviso si costruisce giorno dopo giorno sulla possibilità di una verifica della sua funzione e correttezza nel rispetto dei principi statutari definiti, necessariamente legata al principio di consapevolezza, di riconoscimento, discusso e approvato in vista di una pratica e una decisione secondo il principio di responsabilità e dei valori, principi e modalità condivisi, a maggior ragione questo ragionamento vale per la nostra comunità che ha una sua pecularietà di basarsi sulla sogno e creatività finalizzata alla necessita di far emergere un “io” clownesco.

Mauro Orlando
Presidente Onorario
Comunità RNCD

“Merita il nome di sapere soltanto ciò che conferisce il giusto ordine all’anima”.

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