giovedì 6 maggio 2010

MISSIONE TERABITHIA: I CLOWN SBARCANO CON I GOMMONI IN ALBANIA

La Società Naukleros (http://www.naukleros.com/ ), dopo la Missione Sorriso Abruzzo – l’Aquila, assieme al centro interculturale regionale Gli Anelli Mancanti (http://www.anellimancanti.it/ ), Sprofondo OnlusAssociazione per la Promozione della Pace e dei Diritti dei Popoli – Imperia (http://www.sprofondoimperia.it/ ) , CSV Poiesis (Centro Servizi Volontariato di Brindisi) Comunità Raduno Nazionale Clown Dottori http://www.radunonazionaleclowndottori.org/ ), La Compagnia del Sorriso Campania, http://www.compagniasorrisocampania.it/ ), Associazione Arcobaleno “Marco Iagulli” – Battipaglia (SA) (http://www.arcobalenomarcoiagulli.it/ ), hanno organizzato una nuova

MISSIONE TERABITHIA a Valona (ALBANIA) "Ambulatorio di Coccole"
dal 21 al 27 maggio 2010
(di cui due di viaggio e cinque di permanenza a Valona),

in un centro diurno di accoglienza per bambini (Centro socio educativo “Skolla speciale me probleme te lante mentore” e nell’U.O. di Pediatria dell’Ospedale di Valona)La missione come abbiamo già annunciato si svolge in un contesto difficile.

In particolare l’Associazione “Gli Anelli Mancati” sono presenti a Valona già da alcuni anni con progetti di sostegno all’infanzia.

IL CONTESTO:

Il territorio dell’Albania ha un tasso di povertà elevato a causa delle mancate o inadeguate politiche sociali e della scarsità di finanziamenti destinati alla zona. L’elevata povertà concorre anche a creare e mantenere un sempre maggiore divario tra poveri e ricchi e l’aumento delle persone che scivolano a far parte di una fascia più bassa di povertà, soprattutto nelle zone urbane.

Circa il 30% della popolazione delle aeree rurali vive in condizioni di povertà relativa, mentre sono in aumento le persone e le famiglie che vivono al limite della povertà e che scelgono di abbandonare la zona rurale per inseguire il miraggio di condizioni di vita migliori nella zona urbana. Queste famiglie si stabiliscono in città ma in modo irregolare e perciò prive di ogni autorizzazione e riconoscimento istituzionale, e questo fa sì che non possono essere registrate nei rispettivi uffici di stato civile dell’unità amministrativa e, di conseguenza, non possono fruire dello schema di assistenza sociale, risultando così escluse dall’accesso a scuole, servizi sanitari e sociali.

Attualmente le realtà rurali hanno una popolazione di cui il 41,7% è rappresentato da giovani appartenenti alla fascia d’età 0-19 anni.

In questa realtà il tasso di disoccupazione è piuttosto alto: 26.8% in generale e 37% nelle aree urbane; inoltre, la maggior parte dei disoccupati risulta avere tra i 20 e i 24 anni, o superare i 34 anni.

In tale contesto di alto tasso di povertà, alto tasso di disoccupazione e posizione istituzionale irregolare, la famiglia sembra essere il soggetto più debole, facilmente vittima di questo genere di processi di trasformazione socio-culturale, ed in particolare le donne ed i bambini.

In questa realtà si sono inserite già diverse ONG, focalizzando la propria attenzione sull’accoglienza, sull’educazione e sul reinserimento sociale; e coinvolgendo principalmente le fasce sociali dei minori, dei disabili e delle donne.

In molti villaggi non vi è un adeguata proposta scolastica poiché alcune scuole sono state chiuse a causa della mancanza di risorse finanziarie in particolare nella zone rurali. Non esistono strutture ove socializzare o attività di assistenza rivolti a giovani e ad adolescenti. Oltre a ciò vi è anche la difficoltà di garantire la presenza di un numero adeguato di insegnanti qualificati, ed ovviamente ciò influisce negativamente sul rendimento scolastico dei bambini.

In questo contesto e realtà si assiste all’aumento di minori in stato di abbandono (stime parlano di circa 25.000 bambini di età al di sotto dei 16 anni) a causa dell’impossibilità da parte della famiglia di origine di farsene carico e di crescerli sia per mancanza di possibilità economiche che per mortalità degli stessi genitori e parenti.

Questi minori sono spesso vittime di sfruttamento e di abusi, vivono di elemosina e di piccoli espedienti dormendo in ripari di fortuna, e cedendo all’illusione di benessere che la droga offre. Altissimo anche il rischio di traffico d’organi.

La risposta del governo albanese alla problematica dei minori in stato di abbandono è attiva su molti fronti sia di carattere legislativo che nella creazione e l’inserimento dei minori in convitti che nonostante abbiano l’aspetto positivo del fornire una buona istruzione, risultano però avere al momento solo uno scopo contenitivo e non progettuale nei confronti di questi minori non essendo poi in grado di inserire ed integrare in modo costruttivo nella società i ragazzi orfani ed abbandonati divenuti maggiorenni.

Inoltre si registra un aumento dei minori portatori di disagio fisico e psichico, - come nel caso dei 63 bambini ospitati nel centro diurno di Valona che sarà visitato dai clown dottori - i quali non solo non sono accettati dalla società ma spesso anche dalla famiglia di origine che riceve il sussidio dello Stato ma contemporaneamente tende a nascondere l’esistenza del portatore di handicap, oppure lo inserisce in strutture a cui delega totalmente il compito dell’accoglienza e delle pratiche di riabilitazione.

Un’altra fascia debole e a rischio sono le donne, che subiscono in prima persona la disgregazione della famiglia, l’abbandono da parte del coniuge del tetto familiare, gli abusi e le violenze anche familiari, e che spesso si ritrovano da sole con figli a carico a far fronte a tutti i bisogni e le necessità.

La mancanza di strutture di accoglienza residenziale specifiche per minori in situazioni di abbandono diverse dai convitti, la scarsa diffusione di una cultura dell'affidamento familiare, l’emarginazione dei disabili psichici e fisici, l’aumento dei nuclei familiari mono-genitoriali e l'inadeguatezza delle normative esistenti a riguardo, ha portato i membri dell’Associazione presenti sul luogo ad individuare come prioritaria un'azione di promozione di un modello di accoglienza integrato come quello della casa-famiglia.

Il Kanun è un libro che contiene antiche norme per la vita pubblica e privata del popolo albanese (regole sui rapporti di famiglia, il matrimonio, la casa, il bestiame ed i poderi, i danni ed il delitti, la chiesa ...) e non è più in vigore.

Nonostante ciò ancora oggi ci sono famiglie che sono vittime di questo codice o che applicano il Kanun e il rituale delle vendette di sangue. Queste vendette hanno una forte ripercussione sulle famiglie che ne sono vittime perché sono costrette a vivere in uno stato continuo di paura, di angoscia, di violenza, di impossibilità di uscire di casa, di socializzare, di accedere ai servizi educativi e sanitari. In proposito di queste usanze leggetevi un bellissimo libro: "APRILE SPEZZATO" Ismail Kadarè..è anche una storia d'amore immaginifica...

Lo Stato albanese si sta dotando, contro questa realtà, di raffinati strumenti normativi, che troppo spesso però rimangono inapplicati.

Molte sono le associazioni di volontariato coinvolte sul territorio albanese e con le quali la Missione TERABITHIA collaborerà.

Assieme si cerca di conoscere altre associazione impegnate nel sociale per promuovere il rispetto dei diritti umani e per strappare questa infanzia abbandonata al potere anche delle “associazioni criminali”.

Agenzia ANSIA
dai nostri svitati nel Word ed in tele...
http://www.ntr24.tv/it/video/1103




C'è anche questa BELLISSIMA ALBANIA da visitare....




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