venerdì 20 marzo 2009

"Ed il Paese delle Meraviglie nacque così,...."


Uaooo...Elduccia, sai? Una volta in uno dei miei viaggi, l’ho incontrata!

Si specchiava su un vecchio vetro da una poltrona del suo salotto. Come te qui, anche se ti nascondi per paura che ti catturi.

Lei si chiedeva: "....cosa c’è dall’altra parte dello specchio?"


La cosa più intrigante è che lo attraversò, tirando dietro anche me con tutta la mia moto,...aveva una forza incredibile...e d'incanto tutti i nostri personaggi fantastici presero vita in limiti che solo all'apparenza potevano sembrare assurdi ma, ti posso assicurare erano veri, bastava volerlo. E, così.....

Incontrammo un Tricheco e il Carpentiere ma ad un tratto il Tricheco si trasformo in farfalla. Ma, quello che più mi stupì, fu il fatto che Alice vide un’Ape con una parrucca bionda, che si lamentava della perdita dei suoi capelli,.....invidiava la capigliatura di Alice.

E, qui ormai ancora più folle dalla gioia - come un mio vecchio amico di Rotterdam - mi chiesi anch’io: "...che c’è di più felice o mirabile delle api?"

Uaooo…..! Ma come, le Api? Mi chiese Alice,…..e, si Si! Proprio le Api! - risposi io -: “….non hanno neppure tutti i sensi e meglio di un “architetto” realizzano qualcosa di simile alle loro costruzioni?

"Quale filosofo mai fondò una Repubblica come la loro?" E, poi i filosofi diventano pericolosissimi se si lasciano parlare da soli perché rischiano di non farti capire niente.

Sai Alice, ti devo raccontare anch’io una storia fantastica: L’altro giorno sulla “Terra del Sorriso” guardavo il prato e le numerose specie di fiori che vi fioriscono. Era un esplosione di colori!.

Ad un tratto la mia attenzione rimase affascinata da un’ape che in volo radente succhiava, in un lavoro instancabile, misurato e delicato tutti i piccolissimi fiori del campo. Pensai come è felice, si vedeva che era “mirabilmente felice”.

Quasi come se mi leggesse nel pensiero mi guardò incuriosita per questo mio “filosofeggiamento” e rivolgendosi a me mi chiese: "Ti chiedi come è possibile lavorare in questo modo ed essere felici?"
No risposi io! E, così gli raccontai la storia di quando un giorno stavo sulla terra del sorriso e mentre viaggiavo anch’io in specchi incantati, arrivò il figlio di un amico che incominciò a correre per il prato e più correva, da una parte all’altra e più somigliava ad un Ape.

Pensai ...possibile che l’ape sia come un bambino? E, “…chi non vivrebbe come mostro un bambino con la saggezza di un uomo?"

Lo conferma il diffuso proverbio: “Odio il bambino di precoce saggezza.".... E chi, d’altra parte, vorrebbe rapporti e legami di familiarità con un vecchio che alla lunga esperienza di vita unisse pari forza d’animo e acutezza di giudizio?" Mi diceva sempre il mio folle amico di Rotterdam.

Eppure in quel momento nel bambino e nell’ape scorgevo nettamente questa similitudine. Questa immagine chiara di gioco, gioia infantile e di “antica saggezza" dell’Ape.

Più pensavo a queste cose, e più mi sembrava che i due si rincorressero, giocando insieme, in quel prato. E, già... “..perché il dio spinge sempre il simile verso il simile..” e come fosse verosimile che la natura, così sollecita nei confronti, perfino delle erbette e dei fiorellini, in questo caso mi avesse obbligato solo a me ad essere serio, grande, maturo e dotto, rendendomi necessario studiare questo fenomeno che si verificava sotto i miei occhi.

In verità la cosa mi fece un po’ preoccupare, ricordandomi che sempre il mio carissimo e folle amico di Rotterdam una volta mi mise in guardia “..le scienze dunque sono penetrate fra gli uomini, insieme alle altre calamità della vita mortale…"....per fortuna, pensai subito io, che la vita è mortale, figurati se fosse immortale si morirebbe di noia immortale ....," …per opera di coloro da cui partono tutti i malanni, i demoni che ne hanno anche derivato il nome, in greco Daemones, "coloro che sanno"….(che)….i teologi fanno la fame, i fisici soffrono il freddo, gli astrologi sono derisi, i dialettici non contano nulla, mentre un solo medico vale quanto molti uomini. In questa professione quanto più uno è ignorante, avventato, leggero, tanto più è considerato dagli stessi prìncipi con tanto di corona in testa. La medicina, infatti, specialmente come viene esercitata oggi dai più, si riduce, come la retorica, a una forma di adulazione.”

Mi consolai subito perchè io da grande voglio fare il medico.......di quelli che curano i ciliegi perchè rossi dalle ferite del mondo....ricordando anche a questo punto che “… fra le varie specie animali se la passano meglio di tutte sono proprio quelle più lontane dalle arti, quelle che hanno per unica maestra e guida la natura? Ma, questo, è un dono che gli Dei hanno elargito solo ai bambini alle api ed ai folli.”

Riflettendo su queste considerazioni, pensai sempre più, che non c’era nessuna differenza tra il bambino e l’ape. Tutte e due incarnavano “mirabilmente la naturale folle e libera felicità (nella loro azione) proprio attraverso l’inutilità del gioco, che a noi in parte appare come un lavoro ma non può essere lavoro.

Carissima Alice, gli dissi a questo punto: "...più il nostro corpo si allontana da sé (il bambino che diventa ape o l’ape che diventa bambino) tanto più gode, e cosi ho cambiato la mia opinione (punto di vista) sulle Api: Basta! non le dobbiamo chiamare più Ape Operaia!

D’ora in poi chiamiamola “ape gioiosa”!

Lo so, in questo caso ritorna (qui) il rischio di essere scambiato per pazzo per un folle ma qui mi difendo chiamando a testimone della cosa sempre il mio amico di Rotterdam: “….chi vedendo una zucca la scambia per la moglie, viene chiamato pazzo perché la cosa succede a pochissimi. Chi invece, avendo la moglie in comune con molti, giura che è più virtuosa di Penelope, e, felice del suo errore, è orgoglioso di sé, nessuno lo chiama pazzo, perché la cosa accade spesso e dovunque.”

Ecco sarà stata (forse) la mia naturale predisposizione ad osservare e viaggiare con la fantasia che ho visto ciò e mi sono anche accorto, che quando più il mio animo in quel momento si proponeva di uscire anche dal mio corpo attraverso gli specchi ..... che mettono alla prova la nostra fantasia difronte la vita, come un'occasione per prendere coraggio per trasformarci in Ape o Leopardo, o……, tanto più grande era la mia percezione di benessere e di felicità che provavo insieme all’Ape ed al Bambino ...ed anch'io a quel punto volavo con loro.

La cosa stranissima che già come Clown qualcuno mi dice: “sta for” (dall’inglese “stai per...”) - ed in quel caso ancora di più….. - quell’attimo vissuto nello specchio, in compagnia di Alice, con un piccolo “ritorno” sulla terra del sorriso, mi sembrò essere durato una vita, avevo la consapevolezza “….di aver appena pregustato la felicità futura” di viverci con voi sulla “Terra del Sorriso” tutta rifiorita, che dun tratto mi ritrovai scaraventato di forza sulla poltrona.

E, cosi uscii dallo spechio incatato....in quell'attimo che mi è sembrata un'eternità il creduto, il vissuto e l’agente si erano trasformati..."fusi", non c’era più nessuna differenza tra il sogno, la fantasia e la realtà ...l'avevo vissuta d'avvero quella gioia .....mi ero trasformato in Ape, ed oggi continuo a giocare con quel bambino ed a volare sui fiori.

Nanos

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