giovedì 5 novembre 2009

La Rana e il paradiso alla punta del suo naso..

Il vento s’alzò e lei volò via trascinata dal suo aquilone. Aveva una missione trascinare via le nuvole nere della tempesta. Il Gabbiano le aveva insegnato a volare. Il sole uscì e l’arcobaleno riempì quel pezzo di cielo sullo scoglio dove si erano rifugiati dalla tempesta. Il sole riscaldò i loro cuori e lei iniziò a cantare un canto fatto con parole da sogno, musica di speranza e gocce di mare tranquillo. Questo canto lo udì in lontananza un Pinguino che vagava nei giochi dell’onda della risacca.

Il Pinguino gli parlò di Poeti depressi, di Clown impazziti, di Sirene ferite, di Delfini gioiosi, che volevano solo trovare un po’ di compagnia, di Foche Monache che avevano abbandonato il vestito sulla spiaggia, per farsi un tuffo nel mare profondo, ma che non riuscivano più a cantare il furore delle stelle e l’armonia dei cicli della luna.
Il Gabbiano la seguì dall’alto mentre giocava con il Pinguino e gli disse: “..prova adesso a guardare sulla punta del tuo naso lì c’è il tuo paradiso.”
“Ma che sciocchezze dici….”
le rispose Lei “…. dai non è possibile!"

Il Gabbiano allora le disse: “..se non lo vedi il paradiso sulla punta del naso, prova a trasformati nella stessa sostanza dei tuoi sogni."

“Ma come?” Rispose la Sirena.

“Ma Come? Non conosci la parola magica?” ...rispose il Gabbiano che nel frattempo era planato sulla spiaggia dell’isola dell’incanto.......“...è la parola magica che solo le Rane conoscono. Loro abitano gli stagni e lì è concentrata la memoria del tempo. La memoria dell’acqua che fluisce e ristagna, filtrata dalle foglie e dalle radici degli alberi dei boschi. “Pensa…” disse il Gabbiano a Seirà “…. a quanta saggezza è riversata nell’acqua degli stagni?”

“Dai dimmi qual’é la parola magica!” Le chiese Seirà, mentre la coda sbatteva di meraviglia nell’acqua.

La parola magica è: Kra, Kra, Kra!”

Come Seirà la pronunciò, si trasformò da Sirena in Ranocchia.

Spaventata da quella trasmutazione istantanea, si rese conto però, in quel nuovo stato, che riusciva a vedere cose mai viste prima. Vide Lei stessa quando prima stava sullo scoglio e davanti al suo naso ora c’era un paese fantastico, che prima non vedeva …: boschi, fiumi, uccelli coloratissimi e cascate d’acqua inimmaginabili e montagne immense e mari e due lune e due soli, che davano una luce immensa e soffusa e cascate di polvere di stelle scendevano giu dal cielo.

Davanti al suo naso come d’incanto, da un piccolissimo punto, si proiettava davanti a se tutto questo immenso e nuovo mondo. C’erano uomini e donne che vivevano e giocavano insieme e non si sentiva che profumi di serenità e gioia. Questo panorama si perdeva a vista d’occhio.
Ad un tratto non resistette al prurito. Si gratto il naso, e tutto scomparve così com’era apparso. Si ritrovò sullo scoglio nella tempesta, in attesa che uscisse il sole.

Smarrita di nuovo riflettè. Aveva imparato a trasformarsi nella sostanza dei suoi sogni. Adesso conosceva la parola magica: “Kra, Kra, Kra,..”.
Così guardò la punta del suo naso. Prese una foglia che galleggiava su un onda e la trasformò in aquilone e provò a volare in alto per trascinare vie tutte le nuvole nere.
Il Gabbiano volò in alto anche lui alla ricerca del suo ….....Kra, Kra, Kra!

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