domenica 23 gennaio 2011

"SOGGETTI SMARRITI": POESIA PER GLI "ALTRI"

"SOGGETTI SMARRITI": POESIA PER GLI "ALTRI"


Il viaggio iniziato un pò di tempo oggi si integra con questa nuova riflessione.....Il viaggio lo possiamo definire un "viaggio.....(in questo caso)...nel significato delle parole" curato dal Prof. Mauro Orlando - Presidente Onorario della nostra Comunità RNCD.

(NdR) Il Viaggio è previsto in 18 tappe che qui riportiamo come indice. Ogni argomento sarà pubblicato in Post unico nel corso di questi mesi sul nostro blog e su quant'altri sono interessati a pubblicarli.



Indice

1. il VIAGGIO

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-il-viaggio.html

2. COMUNITAS

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/11/soggetti-smarriti-comunitas-di-mauro.html

3. “IMMUNITAS”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-immunitas.html

4. La comunità …inoperosa”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-la-comunita-inoperosa.html

5. La terra

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-la-terra-di-mauro.html

6. IDENTITA’

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2010/12/soggetti-smarriti-identita-di-mauro.html

7. POESIA per.. “l’IO”

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2011/01/soggetti-smarriti-poesia-dellio-di.html

8. RESPONSABILITA'-POTERE

http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2011/01/soggetti-smarriti-responsabilita-potere.html

9. Poesia per “gli altri”


http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2011/01/soggetti-smarriti-poesia-per-gli-altri.html

10. PAESOLOGIA

11. Politica

12. Maliconia

13. Festa

14. Amicizia

15. Nostalgia

16. Della comunità o della “consapevolezza” provvisoria

17. Sapere-politico

18. Cinismo (lettere per i vivi)



Poesia per “gli altri”

Chi l’avrebbe mai detto o immaginato che in questi tempi di tristezza e deriva politica il pericolo più insidioso alla democrazia e alle piccole comunità potesse venire da un pensiero troppo innamorato di sé stesso e ancora una volta impaurito dalla poesia quando non si chiude in sé stessa ma osa puntare il dito verso di noi. Qualche commentatore intelligente ha scritto che l’agonia della nostra società non va misurata a partire dall’esibizionismo banale,superficiale di tutto ciò che oggi si dice “cultura”, cioè di una crescita quantitativa di un “sublime” diffuso e massificato, nel fare arte, poesia, spettacolo.

La comunicazione eccessiva ,trasversale ,politicamente corretta e caciarona vuole imprigliare il nostro “io” in un autismo privato deluso, empirico,infelice, solitario y final o in una rimozione o autismo corale di un territorio violentato e emarginato. Paradossalmente si sottolinea la denuncia di “nuove invasioni barbariche “ e contemporaneamente la dichiarazione del crollo della poesia nell’epoca in cui la stessa poesia si fa edonistica indifferenza o eccessiva esposizione e si omologa ad un mondo istupidito e superficiale.

Mai come oggi esiste un aumento demografico di poeti e di antologie. E’ una sorta di isteria nazionale che qualcuno ha chiamato ”autarchia creativa del sublime” a cui viene dato o la libertà di sovraesporsi o di relegarsi in regime di innocenza o narcisismo territoriale, storico e politico come una specie in via di estinzione o che dia voce ad una malinconia collettiva o autismo corale che rimargina ( cioè esalta e falsifica) lo sbandamento di una comunità che non c’è più o che non ci mai stata se non nella menta di Platone, Rousseau o peggio Marx.

Mai come oggi la poesia desidera essere “recitabile e leggibile”, ovvero divulgabile e quindi “ ludica”. Volersi sottrarre crea ulteriori disappunti e incomprensioni. Ma questa condizione non misura ed esprime più il neoconformismo contemporaneo (la vecchia accusa di Pasolini) e nello stesso tempo non fotografa o smaschera la presunta perfetta omologazione del fare poesia al riprodursi demente della società. Non basta contrapporre dialetticamente l’intima ed emarginata denuncia lirico-filosofica leopardiana alla politica ,disagiata e radicale invettiva pasoliniana di uno sviluppo senza progresso e di una modernità puttana , equivoca o illuministicamente sopravvalutata.

Ma allora è legittimo generalizzare e dire che la poesia è morta(!?) ed è giusto che le nostre comunità hanno emarginato o dissipato i suoi poeti, che continuano ingenui a perdersi in una selva di poeti,dove nessuno sa più dove siano o continuano imperterriti gridare la propria voce nei nuovi ‘deserti’ del conformismo o consumismo individuale e corale nella incomprensione e dissapore dei più?

Perché sarebbe morta ?

Auto estinzione o assassinio?

Se fosse per estinzione, il “postmoderno” ( la causa di tutte le cause) nichilista,relativista e narcisista diventerebbe un motivo consolatorio. Ma noi sappiamo che è per assassinio anche se spesso preterintenzionale.

Questo paese , i nostri paesi, , rimuovendo la poesia come forza spirituale e autentica del senso, perde la realtà del proprio “io” ,rinunciando alla possibilità e necessità di rieducare ,nel pensare e vivere il proprio paese e territorio, i propri occhi catarattati e il proprio “logos” indurito per riscoprire la “grande vita” autentica che circola nelle proprie vene per pompare sangue nuovo al proprio cuore, sottraendosi alla deriva tutta politica dei pensieri corti e tristi nella palude di un regime che si è fatto tumore antropologico incurabile e metastasi diffusa.

La poesia va difesa ,letta e meditata perché mette in testa una paura vera,offensiva ,rigorosa , selvaggia, nuda, serissima. In certi momenti non basta solo preoccuparci con la denuncia delle sorti della nazione o dei nostri territori o paesi , bisogna provare terrore per reagire e riprendersi le redini dei nostri demoni interiori e dei tanti tristi , atterriti e silenziosi compagni di viaggio di questa esperienza comunitaria che ama la diversità della poesia come intuizione minacciata di sopravvivere e la voglia di rimanere voce feconda dei nostri territori abbandonati ad una sismicità rimossa,contenuta,controllata o peggio repressa .

di Mauro Orlando - Presidente Onorario Comunità RNCD

“Merita il nome di sapere soltanto ciò che conferisce il giusto ordine all’anima”.

Nessun commento: