"Quando il bambino era bambino, se andava a braccia appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente, e questa pozza il mare.
Quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere un bambino.
Per lui tutto aveva un’anima, e tutte le anime erano tutt’uno.
Quando il bambino era bambino, su niente aveva un’opinione.
Non aveva abitudini. Sedeva spesso a gambe incrociate, e di colpo sgusciava via.
Quando il bambino era bambino, era il tempo delle domande:Perché io sono io, e perché non sono te? Perché sono qui, e perché non sono lí?
Quando é cominciato il tempo, e dove finisce lo spazio? La vita sotto il sole, é forse solo un sogno? Non é solo l’apparenza di un mondo davanti a un altro mondo, quello che vedo, sento e odoro?
C’é veramente il male?
Come puó essere che io, che sono io, non ci fossi prima di diventare?
E che un giorno io, che sono io, non saró piú quello che sono?
Quando il bambino era bambino, per nutrirsi gli bastavano pane e cioccolata, ed é ancora cosí.
Quando il bambino era bambino, a ogni monte sentiva nostalgia di una montagna ancora piú alta, e in ogni cittá sentiva nostalgia di una cittá ancora piú grande. E questo é ancora cosí.
Sulla cima di un albero coglieva le ciliegie tutto euforico, come ancora oggi.
Aveva timore davanti ad ogni estraneo ,ma la curiosità vinceva la paura.
Letta ed adattata da "Il Cielo sopra Berlino" da un Angelo fermo ad una stazione di Avellino nella prima mattinata del lunedì in albis dell'anno del signore 2010 per la ripartenza del servizio delle ferrovie dimenticate Avellino - Rocchetta pensando al Cielo sopra l’Irpinia e alla caduta dei muri.
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