lunedì 14 dicembre 2009

AMLETO E’ MORTO
Ultimi pensieri e riflessioni prima del trapasso del principe di Danimarca per il tramite di una sacerdotessa dell’anima

AMORE UMANO E AMORE SPIRITUALE

La gran parte degli esseri umani è particolarmente restia a parlare dei propri problemi relativi al rapporto di coppia, alla sessualità, all’amore (anche nel senso più ampio della parola stessa) e va avanti, giorno per giorno, facendo finta di niente e mantenendo in testa una grande confusione fra sesso, eros ed amore. Ma chi desidera perseguire seriamente una ricerca interiore, un cammino spirituale, prima o dopo è comunque costretto ad affrontare e chiarire anche questo aspetto della propria vita.
Mai come in questi ambiti ognuno di noi può parlare soltanto della propria personale esperienza diretta; ed è in questa luce che mi accingo a dare il mio contributo.

ANIME ANTICHE, GIOVANI ANIME

Entrando in questa vita, ciascuno di noi proviene da un lungo passato che conta molte vite e, assumendo di nuovo il suo compito su questa terra, porta con sé il proprio bagaglio di bene e di male. Livello evolutivo, capacità, sensibilità, vedute tra di noi, sono quindi molto diverse e a volte molto distanti. Non c’è alcun merito o demerito in questo: è solo un fatto oggettivo, una conseguenza logica e naturale.
Le anime più antiche sono più sagge e guarderanno con benevola comprensione ed affetto; cercheranno di aiutare quelle alle prime esperienze, meno mature, intemperanti, a volte piuttosto arroganti ed egocentriche, con poca o nulla propensione all’umiltà. Caratteristiche, queste, naturali in anime che sono ancora nei primi stadi dell’evoluzione.
Generalmente però, ciò che gli individui con maggiore esperienza e saggezza fanno e dicono, quasi mai viene accettato o compreso da chi non si trova allo stesso stadio di maturazione. Anzi, il più delle volte, queste persone (come Polonio o come lo stesso Amleto) sono aspramente criticate, derise, tacciate per visionarie, fuori di testa o fuori dal tempo. Se le anime giovani accettassero con umiltà gli insegnamenti impartiti da chi è più avanti di loro nel cammino, si dimostrerebbero sagge; ma sappiamo che la saggezza non è prerogativa dei giovani, tutt’altro! Che fare allora? Niente.

Ciascuno dovrà proseguire sul proprio sentiero e riuscirà a comunicare profondamente soltanto con chi si trova allo stesso livello evolutivo. Seguirà i dettami della propria coscienza senza rendere conto a nessuno, non curandosi dei giudizi, degli attacchi e delle incomprensioni degli altri; facendo silenzio in sé per riuscire ad ascoltare sempre più la propria voce interiore, la propria anima.
Ogni cosa è giusta al momento giusto
Non c’è niente di giusto o sbagliato in sé: fare sesso sì, fare sesso no, amare un essere umano, amare soltanto il Divino ecc.
Ogni cosa è giusta rapportata al livello in cui siamo e questo lo sappiamo soltanto noi, all’interno della nostra coscienza, se siamo già capaci di non mentirci, di non prenderci in giro da soli, perché c’è anche questo da tenere presente. Siamo infatti bravissimi a giustificarci, a considerarci quello che in effetti non siamo ancora, ecc.
Gli esseri umani sono rimasti intrappolati in atteggiamenti schematici che hanno distorto il valore dell’amore. Un momento c’è amore, un attimo dopo quell’amore è diventato immensa sofferenza e dolore. Come se l’essere umano avesse perso il contatto con l’Unica fonte eterna di amore, prendendo momentaneamente sostegno da fonti effimere. Il risultato di questo fa sì che l’animo umano rimanga assetato di amore vero, anche solo di una goccia. Senza quell’amore l’essere umano continua a vagare disperato, cercando...

Come Amleto, appunto.
Infatti, specialmente quando si è giovani, si è acerbi, incompleti, alla ricerca di qualcuno o qualcosa che ci completi appunto, alla ricerca dell’altra metà della mela; pensiamo di trovarla in un lui o in una lei, che a sua volta è coinvolto o coinvolta nella stessa spasmodica ricerca dell’altra metà della mela. L’attaccamento che ne consegue è basato su qualcosa che è peritura e irreale; e genera sofferenza. La tendenza inoltre ad essere emotivamente dipendenti dagli altri rappresenta un grosso ostacolo nel processo di crescita personale.
Ma la vera completezza non la può dare un altro essere umano: bisogna trovarla, ritrovarla, riconoscerla, dentro noi stessi. E’ un lungo, e a volte doloroso, percorso ad ostacoli che facciamo dentro la propria anima: pieno di tranelli, sofferenze, rinunce, delusioni, illusioni. Abbiamo solo, e non sempre, una piccola luce che a sprazzi si accende e che ci fa intravedere il percorso che dobbiamo seguire, la meta che vogliamo raggiungere.

Essere o non essere… Te stesso/a

E ci vuole tanta costanza, tanto coraggio, tanta volontà e determinazione, una certezza incrollabile al di là della stessa evidenza. Hai tutto il mondo contro, la morale corrente, le tradizioni culturali, la tua stessa famiglia: ti sembra di impazzire o di essere invece l’unica persona savia in mezzo ad un mondo di pazzi.
Quando nella tua vita arriva il tuo momento di verità, ti guardi indietro e pensi a come eri prima, al peso che hai dato all’amore di un uomo o di una donna (per un uomo o per una donna), a quanto hai sofferto, lottato per conquistarlo/a, per mantenerlo/a e poi per abbandonarlo/a, a quanta energia hai dovuto impiegare. Rifletti sul fatto che forse non ne valeva la pena, ma questo lo sai col senno di poi. Mentre nei sei ancora coinvolto/a, mentre stai vivendo questo rapporto, ti sembra invece che tutto ruoti intorno a quella persona, che non esiste altro al mondo, sei proprio accecato/a, drogato/a direi. E questo non è un bene, è fuorviante, ti fa scendere a compromessi quotidiani che rallentano la tua evoluzione.
Quando è arrivato il momento giusto per te, quando trovi la forza di liberarti dai legami di gratificazione a breve termine e si accende in te il fuoco dell’amore spirituale, non ci sono più sforzi da fare, tutto avviene naturalmente. I rapporti sessuali, l’amore umano diventano acqua passata, non li rimpiangi, li getti alle spalle. Le priorità nella tua vita cambiano, si trasformano, dai peso e considerazione ad altre cose, sei appagato/a e soddisfatto/a non da un orgasmo ma dal sentirti finalmente completo/a e in pace con te stesso/a, ti senti abbracciato/a e amato/a dall’universo intero.
L’amore spirituale
L’amore spirituale può essere rivolto al proprio Paese, ad uno scopo, alla verità, alla giustizia, all’etica, alla gente, alla natura, al servizio e al Divino.
Quando prevale l’amore spirituale, animosità, odio, ira o gelosia non possono esistere. Nell’amore spirituale c’è armonia poiché questo sentimento automaticamente elimina la dipendenza e la tendenza a controllare gli altri, assicura gentilezza, premure e comprensione.
L’amore vero sgorga dall’anima ed ad essa si rivolge: vede gli altri come esseri spirituali, come anime. Ogni persona, interiormente completa e indipendente è capace di interagire con tutti ed è meno disturbata dalle circostanze avverse. Essa vede le nubi e le tempeste come opportunità per esercitare la propria forza e risorse interiori.
Il cammino sulla via della ricerca spirituale è solitamente solitario, a meno che…

A meno che non si è talmente fortunati da incontrare un’altra anima, al tuo stesso stadio evolutivo. In questo caso la convivenza fra due persone può diventare un proficuo stimolo di crescita per entrambe e quest’unione può più agevolmente trascendere i rapporti sessuali ed arrivare ad un’unione mentale e spirituale, incredibilmente più appagante e coinvolgente di qualsiasi rapporto fisico.

(Tratto da uno scritto di alice-ki)

Tradito dallo zio e dalla madre, avvelenato non già dalla punta della spada quanto dal fiele generato da coloro che spacciatisi sempre per amici, l’hanno immotivatamente abbandonato credendolo folle (o peggio credendolo un mostro) mentre compiangevano Ofelia (almeno per i primi giorni, giusto il tempo di sentirsi a posto con la propria coscienza), Amleto arriva nell’aldilà sul dorso del Delfino che lo ha trasportato (per gli antichi greci i delfini erano considerati addirittura messaggeri di Apollo con la funzione di intermediari tra l’Olimpo e i mortali).

Prima di scomparire definitivamente lascia però un ultimo messaggio per chi ancora rimane in questo mondo:

per chi dice di provare sentimenti nobili e non conosce l’amore;

per chi può perdonare Caino ma non sa perdonare se stesso;

per chi vede il singolo errore altrui ma non riesce a vedere l’intera sua vita di sbagli;

per chi vuol giudicare dall’alto ma non riesce a vedere il giusto nemmeno dinanzi a sé;

per chi crede di conoscere la realtà dei fatti quando invece ne conosce solo l’ illusione.

Un consiglio che forse avrebbe potuto evitare, se messo in atto, la sua stessa fine:

“Non date retta alle dicerie dei becchini clown (esperti, proprio perché hanno questa duplice veste, nel comportarsi con sentimenti derivanti dagli insegnamenti del dio Giano); o ai consigli dei vari Guildenstern e Rosencrantz, falsi amici prezzolati, che hanno solo l’interesse di vedervi uscire di scena, possibilmente morti; o alle frasi farneticanti di Ofelia, impazzita, il cui amore non essendo più (o forse non essendolo mai stato) vero amore, rende irreali e illogiche le sue parole.

Per la prossima vita (sua e vostra), per la vostra accresciuta visione della realtà (o anche, più semplicemente, per il prossimo malcapitato che incontrerete), allora, ricordate:

Se dovete, parlate con Amleto anziché parlare di Amleto

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