Il dono verso gli altri (paesi o persone) è semplicemente il trasferimento di soldi, di risorse o di beni. Senza che ce ne rendessimo conto, nella nostra società pian piano l’idea di benessere collettivo, sociale, è diventata un’idea sempre più economica, lo stesso “mercato" del volontariato è oggi sfruttato a fin di lucro.
Lo stesso concetto di solidarietà, molto vicino al concetto di dono, si sta perdendo se non nel consumarsi come condizione di potere da esercitare nei confronti dei donati da parte del donatore. Questa esperienza l’ho consumata già tutta da tempo e solo grazie alla mia moto del tempo sono potuto fuggire "abbandonando.. me stesso".
Il dono quindi rischia di “essere” anch’esso come ogni "prestazione di beni e servizi" che viene fatta senza semmai “garanzia” di avere una restituzione in cambio. Dono per ricevere?
La cosa è che il dono andrebbe pensato non come un oggetto che si scambia, ma come un rapporto, come qualcosa che crea legame sociale, come un movimento, una rivoluzione.
Ecco, io credo che nella parola “abbandonarsi” ci sia l’essenza del dono.
Il dono è la capacità del nostro essere di “abban-dona-rsi”.
Lasciarsi andare per non “ardere”.
Il dono quindi come movimento. Il dono come il nostro respiro, e come il respiro ci accompagna tutta la vita, stare nell’abban-dono del dono ci fa vivere ed essere come quando meditiamo e ci abbandoniamo nell'ascolto del nostro respiro, senza nessuna aspettativa.
Il dono può concedere al nostro essere qualcosa di cui il nostro essere non vuole aver bisogno: la profondità dell’invisibile: conoscere lo sconosciuto.
Il donare “non è” perché si dà. L’ego è, in quanto ritorna nel cerchio identicamente a sé.
Il donatore quindi “non è” perché è riuscito ad “abban-dona-rsi”, a separarsi, a rinunciare ad una sua parte, a mettersi in movimento, a superare i suoi confini e limiti, a mancare, a sparire, a restare sconosciuto, anonimo, in quanto è egli che si dona già senza nessuna aspettativa.
Se riflettete è proprio in questo suo movimento, in questo suo donarsi, che c’è la rinuncia all’esercizio del potere sui contenuti dell’apparire.
Lo stesso essere Clown è un dono che potete fare a voi stessi solo nell'abban-dono.
Il dono quindi come il Clown è un “nuovo orizzonte” dell’apparire e dell’essere “se”. Un "se"senza l'accento. Un "se" che non è semplice affermazione. Un "se" nel senso di un “sé” non statico, schematico, ma un "se" che congiunge, che va verso l’altro di “se” un "se" quindi in movimento, alla ricerca, in viaggio.
Il dono dell’essere nuovo, la nostra capacità di “abban-dona-rsi” (di non ardere vivi) è la rinuncia della nostra identità. Per questo il “donatore”.... “non è”.
Ma perché “abban-dona-rsi”?
L’essere “abban-dona-to” rende simili a “se” liberando il “sé”, cioè lasciandoci liberi di essere liberi, fuori dai confini e schemi e solo quando riusciremo a fare ciò ci rendiamo conto che la realtà può modificarsi. Se il pensiero è illusione e materia cambiando il pensiero cambiamo anche tutto ciò che è materia e realtà, altrimenti restiamo “ordinati” ed “imposti” agli schemi dell'attuale modello di società.
Il dono, il clown, quindi, come antidoto al nostro “essere qui” …. "verso un divenire"...."un rigenerare" per essere padri e madri di noi stessi.
Il “dono” nell’abban-dono come ultima verità del nostro essere?
Un "essere" uno "stato" nuovo, "in movimento", all’interno di un "cerchio", di Clown Scemani.
Nanos
P.S.
Ieri sera (15/dic.09) sono stato a Napoli in compagnia del mio "angelo custode" Mercurzio e della sua cherubina Edda. Il nostro scienziatissimo e giovane amico Renato Palmieri ci ha fatto comprendere come è possibile "quadrare il cerchio" attraverso il postulato di Archimede sulle spirali, trasformando in teorema il V postulato di Euclide. E' già cerchi e spirali alla base della vita sia spirituale, fisica e biologica. E, come tutto è interconnesso.
(se volete approfondire l'argomento)
http://www.girodivite.it/La-Quadratura-del-Cerchio-ed-il.html
E, poi Renato in compagnia anche di altri scienziatissimi amici ci ha fatto comprendere l'essenza della "luce": il fotone. E, come l'universo è luce. Il fotone-gravitone perturba secondo una legge precisa (che è alla base dell'equazione cosmologica di Renato Palmieri) un "mezzo intermateriale", l' "etere" degli antichi, la cui esistenza viene negata dalla fisica contemporanea con un abbaglio grossolano nato dall'errata valutazione dell'esperimento Michelson-Morley ed è invece matematicamente provata da altri esperimenti e ragionamenti, a loro volta fraintesi dalla stessa fisica, che li stravolge per altre insostenibili letture, come quella relativistica. Alle origini dell'umanità, la telepatia doveva essere un fenomeno ricorrente, quando ancora l'evoluzione non aveva introdotto la diversificazione funzionale tra gli emisferi. Ma con l'insorgere della socialità culturale dell'uomo, essa diventava evidentemente insopportabile per la coscienza dell'individuo nei suoi rapporti con la comunità, perché lo rendeva moralmente indifeso e ne violava continuamente l'intimità e l'autonomia. L'istinto è allora intervenuto inconsapevolmente ed evolutivamente, specializzando le funzioni manuali e sensoriali tra le due parti del corpo, e per riflesso organico consequenziale tra i due emisferi. Il circuito aperto della telepatia veniva così gradualmente disattivato.
Il cerchio (del Council) è una delle forme geometriche che non contiene potere. Nei campi morfogentici di Sheldrake il cerchio resta una delle forme privileggiate perchè appartiene al sogno. Da qui la mia teoria personale che per modificare il "corpo della società" dove viviamo dobbiamo modificare prima il "corpo vitale" e vale a dire la consapevolezza individuale. La controprova dell'esistenza di ciò si ha nel mondo animale, dove l'assenza della coscienza morale ha lasciato più largo spazio alla telepatia - specie tra gli animali sociali come api, formiche, termiti - i quali, nell'inavvertenza della biologia corrente, se ne servono abitualmente. E, come la sua legge: "La fisica unigravitazionale" che molti chiamano "legge dell'attrazione" governa il sistema universo, non c'è niente che viene respinto, perchè in natura non esiste nessuna forza che respinge ma solo una forza che attrae.
martedì 15 dicembre 2009
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