giovedì 15 aprile 2010

INDICIBILE! E' il dolore di un bambino..


Indicibile. E’ il dolore del bambino che ha subito un abuso sessuale.

Indicibile perché è un dolore lancinante, profondo, innominabile, impensabile, imprevedibile.

Indicibile perché non ci sono parole per dire, che colgano appieno l’orrore, l’impotenza, l’assurdità.

Indicibile perché non si può dire, non si deve dire, non si osa comunicare perché rappresenta l’onta, lo sporco interiore, la colpa, la vergogna senza fine, la punizione, il vuoto di un corpo reificato, reso non solo oggetto ma carpito nella soggettività. Indicibile, ancor più se l’abusato in qualche modo è attivo nell’atto d’abuso e in qualche modo ne è a sua volta eccitato.

Non facciamoci ingannare: l’eccitazione non diminuisce l’atrocità dell’atto, non toglie responsabilità all’abusante, non deve portare a biasimi o a facili conclusioni del tipo “ci stava; se l’è chiamata; piaceva pure a lui o a lei”. Aggiunge solo il dramma ancor più violento, il sentimento della completa disistima di sé, la continua sensazione di essere indegni, di non meritare l’amore di nessuno, di non poter amare nessuno, di non valere assolutamente niente.

Indicibile è la violazione inscritta nel corpo, è la scissione con cui si vede quello che malauguratamente è ancora il proprio corpo, e che viene sentito come qualcosa di osceno alla mercè dello sguardo altrui, sguardo che ancora una volta può sondare, guardare, colpire, invadere, strisciare, penetrare.

Indicibile è dover convivere con chi dà orrore e dovrebbe dare riparo, con chi spaventa e oltraggia, mentre dovrebbe confortare.

Indicibile è il non avere parole che vengano credute, è l’ostinazione o la complicità di chi sa e non interviene, di genitori che pur di non “disgregare” la famiglia fanno finta di non vedere.

I bimbi non hanno riparo: se non hanno parole hanno gesti, hanno giochi (i giochi in cui spesso ripropongono ciò che subiscono), hanno sintomi (diventano chiusi, ribelli, o magari instabili, ipercinetici, ipersessualizzati, strafottenti). Però i bimbi non hanno riparo: non è vero che questa cultura tutela l’infanzia. E’ una favola costruita a tavolino. L’ennesima favola del mulino bianco.

Noi adulti spesso non sappiamo ascoltare. Siamo distratti. I bimbi parlano in mille modi. Ma noi siamo distratti, o abbiamo fretta. O abbiamo paura.

I bimbi abusati non possono nemmeno attingere alla grande forza dell’indignazione. Non sanno che è possibile indignarsi, non sanno che ciò che capita a loro non è loro colpa

Chi ha vissuto un abuso ha bisogno di essere accolto, di essere confermato nel suo valore di persona indipendentemente da.

La ferita rimane. Non la si può eliminare. Bisogna accoglierla. Accoglierne l’immane peso della disperazione, sentire in sé la disperazione, la rabbia, il tormento. A volte l’adulto non chiede fino a quando non è capace di tollerare. A volte non chiediamo non perché siamo discreti, ma perché non riusciremmo a tollerare ciò che ci potrebbe essere rivelato. Bisogna sentire dentro di sé l’impotenza, accettarla come parte necessaria per poter andare oltre. Accettare il disgusto, la ferita che si perpetua e continuamente diventa recrudescente nel ricordo. A volte non c’è più il ricordo, seppellito sotto la montagna di un’identità vissuta come priva ontologicamente di qualsiasi possibilità di valore.

Ma piano piano è necessario recuperare intanto il valore del dolore, tirar fuori lacrime e grida e rabbia. E poi dare parole al dolore, renderlo un po’ dicibile, un po’ comunicabile, un po’ appoggiabile sulle spalle dell’altro. Nominare l’oscenità, nominare il disastro interiore, condividerlo, avere un luogo, anche reale, anche mentale dove si può coltivare un pezzettino di speranza, uno spiraglio di un sé pulito, non più tutto inquinato, non più tutto sporco, non più tutto frammentato.

Clown Dottofessa Caramella

P.S.

Attenti alle immagini che lasciate in giro per la rete

DAL PAESE DEI BALOCCHI

http://www.dalpaesedeibalocchi.com/2009/04/foto-bambini-truccate-my-name-is-chocolateconoscete-orkut-e-filcker-attenzione-perche-sta-succedendo-qualcosa-di-strano-tra-gli-utenti-dei-due-siti/


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