giovedì 22 luglio 2010

Clown ad Alberobello


Apro il sipario e lascio il mistero alle mie spalle.








Non sò, e non voglio più sapere cosa accade alle mie spalle.












Voglio vivere il mio momento. Osservo con la punta del naso, la mia nuova coscienza. Ogni istante è pieno.







Il vuoto è la mia nuova presenza. La quiete riempe i miei passi, uno dopo l’altro. Avanzo e conquisto il mio spazio. Il palco della mia nuova vita. Ogni volta che faccio un’azione, il semplice alzare il dito della mano destra o muovere il gomito del mio braccio sinistro è pieno del tempo che voglio.

Centro la mia presenza in questo tempo infinito, in quest’istante stesso che compio l’azione.

Nella quiete del mio pendolare, passo dopo passo, qui davanti a voi. Ritrovo il mio ideale, nel soffio del mio respiro.

Cosi la mia coscienza parla attraverso lo sguardo, che non guarda più indietro al ricordo di se ma si osserva ed è così che ogni parola è superflua.






“Ricordo di se”, mentre mi osservo consapevole dei mie piccoli ma significativi gesti.

“Ricordo di se” (senza nessuno accento, non ce né bisogno) perché adesso finalmente ogni istante che muovo i mei passi, che vi guardo negli occhi percepisco il mio dito che si muove della mia mano destra o della mia mano sinistra è tutt’uno con il mio gesto. E, iniziata una nuova vita. La mia vita di clown. La mia mente non è più “distratta dal passato”, mi presento cosi come sono e vi dico finalmente: “Mi chiamo: …………………..!”

Adesso posso iniziare il mio viaggio, per appagare ogni mio bisogno d’amore: sono clown “uomo intero!”.


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